Capitolo 1

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«Quindi, come va l'amore per i Klan Bruxelles?» I tre ragazzi si guardarono sorridendo, un po' impacciati. Daniele certamente lo era. Quella, per loro, era la prima vera intervista della vita, dopo anni passati a provarci, mentre più di un manager musicale era riuscito a fregarli.

Poi, all'improvviso, era successo: una loro canzone aveva fatto il botto, quando nemmeno ci speravano più. Era andata virale, la gente aveva cominciato a canticchiarla per strada, i dj a suonarla in discoteca, e loro avevano ricevuto una valanga di proposte. Tutte valutate minuziosamente, per non rivivere di nuovo il dramma vissuto con Waso e Luciano, per non essere fregati ancora, per non dover vendere altra droga. Sapevano che non sarebbero sopravvissuti all'ennesima fregatura.

Ma quella non era una fregatura. Il pezzo stava andando bene davvero, le etichette musicali li volevano e qualsiasi blog e giornale reclamava una loro intervista. Farle per un giornale era semplice, comunque. Qualcuno li registrava e poi trascriveva le risposte, senza telecamere, senza soggezione, senza paura di sbagliare a parlare. Rimanevano tre coatti di Latina, due dei quali senza uno straccio di diploma.

Quando era arrivato Vanity Fair a proporre loro un'intervista video, Daniele era andato nel panico. Si trattava di parlare, faccia a faccia, con l'intervistatrice davanti a loro e zero domande concordate. Era stato Andrea a calmarlo. Era sempre Andrea, a calmarlo. Lo aveva guardato negli occhi, stringendogli le mani e baciandogliele di tanto in tanto, e lo aveva convinto. "È la tua occasione. La vostra occasione. Ti ameranno tutti" gli aveva sussurrato, prima di baciarlo con quel suo tocco dolce e avvolgente. E Daniele aveva ceduto. Cedeva sempre, davanti ad Andrea.

«Io so' fidanzato da anni con la stessa ragazza. Se chiama Jun, ciao amo'» rispose subito Vittorio, eccitato. Ilo e Daniele non riuscirono a trattenere una risata. Era semplicemente Vittorio, il loro migliore amico. Il più saggio dei tre. Il meno trapper, nonostante le apparenze.

«No io invece purtroppo so' sfigato. Nessuna me vole, ma ci credi?» intervenne anche Ilo, facendo ridacchiare di gusto l'intervistatrice. Daniele, intanto, dentro di sé ringraziò gli amici. Lui era impacciato, taciturno, pieno di paranoie, si imbarazzava facilmente, e quel loro fare giocherellone riusciva sempre a metterlo a suo agio, in qualsiasi situazione. Con Ilo e Vitto, Daniele Tramet si sentiva a casa.

«E tu, invece? I social ti definiscono il bello del gruppo». Daniele ridacchiò imbarazzato. Aveva letto qualche commento qua e là, senza dargli troppo peso. Non si era mai visto bello, nonostante avesse sempre avuto un gran successo. Credeva a quei commenti solo quando Andrea, il grande amore della sua vita, glielo confermava. E Andrea, da due anni e mezzo, glielo ripeteva ogni giorno quanto fosse il più bello del mondo.

«Io niente, ancora in cerca dell'anima gemella» disse senza pensarci. Subito si maledisse. Perché aveva risposto in quel modo? Lui l'aveva trovata, l'anima gemella. Una persona non binaria che, in due anni, gli aveva fatto scoprire se stesso. Andrea era la sua anima gemella. Andrea, lo spacciatore gemello di quello che per anni era stato il suo acerrimo nemico. Andrea, che per mesi gli aveva fatto credere di essere una ragazza di Torino, per paura che la verità l'avrebbe allontanato. Andrea, quello che per anni aveva tenuto segreti i suoi vestiti da donna, e ora ci si vestiva anche alla luce del sole. Andrea. Solo Andrea. La stessa persone di cui si era innamorato ancor prima di sapere chi fosse. 

Ilo e Vitto rimasero impalati, sentendo quella risposta. Erano pietrificati, tanto che quasi non riuscivano a guardarlo in faccia. E nemmeno lui riusciva a cercare i loro occhi che, sapeva, l'avrebbero giudicato un codardo.


Quando Instagram gli fece trovare nei "per te" quel video, Andrea non vedeva quell'intervista da anni. L'aveva vista solo una volta, quando era andata in onda. Ricordò quanto fosse fiero di quel traguardo raggiunto da Daniele e da due dei suoi migliori amici. Finalmente stavano toccando con mano il successo che meritavano, e Andrea era un fiume di gioia.

Pezzi imperfetti // PrismaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora