Capitolo 30

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Le parole di Nina avevano colpito Andrea tanto quanto quelle di Marco. Lo stilista sapeva quanto la ragazza sapesse essere pungente e a fuoco, era sempre stato così, fin da adolescenti. Nina era acuta, saggia, perspicace e sapeva colpire, anche con una sola frase. Era per quello che Andrea, la sera prima, non era riuscito ad aprirsi del tutto, con lei. Si era mostrato geloso e infastidito eppure non era stato bravo a dire a Nina la verità sui sentimenti che ancora provava per Daniele. Al contrario di come fatto con Marco, non era stato capace di confessare alla ragazza di aver capito i suoi errori e di voler rimediare. Era comunque sicuro che Nina l'avesse capito da sola, come spesso era già capitato.

Lo stilista era ancora fermo sulle sue convinzioni, tristemente convinto che Daniele non volesse davvero più nulla da lui, e non voleva alimentare ancora le idee delle persone intorno a loro. Daniele usciva con Pietro e, nonostante l'accecante gelosia, Andrea stava imparando, con calma, ad accettarlo. O, almeno, aveva cominciato a farci i conti.

Quella mattina si era alzato con poca voglia di andare al casale. Aveva chiamato Veronica, le aveva detto di mettersi al lavoro e che lui sarebbe arrivato nel pomeriggio, forse, perché prima aveva una trasferta a Latina in programma. Veronica non era sembrata infastidita da quel cambio di piani, aveva rassicurato Andrea e lo aveva salutato contenta e lui aveva sospirato sollevato, perché si fidava ciecamente delle abilità della ragazza.

Si era messo in moto e aveva guidato spedito verso la città che lo aveva visto crescere e scoprirsi. Tornare a Latina era sempre emozionante. I vicoli di quella città che tanto aveva odiato da ragazzino, ora gli facevano venire un magone nostalgico, perché in ogni angolo rivedeva un po' di se stesso. Eppure, ad accompagnarlo c'era sempre anche una triste amarezza per gli sbagli commessi, per i tempi passati, per i cambiamenti ingestibili.

Anche il divorzio dei genitori lo rammaricava, nonostante non ne parlasse volentieri. Aveva sempre pensato che fossero indistruttibili, che niente li avrebbe divisi. Parcheggiando davanti al nuovo palazzo della madre, si ritrovò a pensare che forse, quel divorzio lo avrebbe accettato più facilmente da adolescente, quando odiava la madre e l'avrebbe voluta vedere fuori di casa ogni giorno. Ma l'adolescenza era finita e, in qualche modo, negli anni aveva fatto pace con quella donna.

«André, terzo piano» rispose lei pimpante. Lui sospirò, pregando di non trovarsi davanti il cubano, e fece le scale a due a due, arrivando in fretta al piano indicato dalla donna, che lo aspettava allegra sulla porta.

«Sei sola?» chiese subito Andrea, senza negarle l'abbraccio che lei aspettava. La madre annuì, facendogli spazio in casa e togliendogli di mano il caso e il giubbotto. Lo abbracciò ancora un po', e Andrea si sentì quasi in imbarazzo, per niente abituato a quelle dimostrazioni d'affetto. Poi la seguì in cucina, trovando il caffè già pronto e fumante sul tavolo.

«Allora, come va?» chiese curiosa. Lui si strinse nelle spalle. «Marco mi ha detto che è... complicato»

«Così ha detto?» ridacchiò lui, vedendola annuire con forza. «Diciamo che, dopo dieci anni, è difficile rimettere insieme i pezzi» ammise, con rammarico.

«Daniele ti ama... ci riuscirai». Andrea sbuffò una risatina, quasi infastidito da quell'improvvisa apertura della madre che, ormai, stentava a riconoscere. Per anni gli aveva fatto la guerra, non accettando mai del tutto né la sua identità di genere né il suo orientamento sessuale. A sua madre, Daniele non era mai andato del tutto a genio, e lui aveva lottato per anni per difendere quel rapporto.

«Che c'è, anche tu improvvisamente sei diventata fan di Daniele Tramet? C'è qualcuno dalla mia parte in questa storia?» chiese piccato.

«Sai, Andre... le cose cambiano. Sono sempre stata troppo dura con te, con i tuoi fratelli... con Daniele e Carola... anche con tuo padre. Ero così devota alle apparenze, che mi sono fatta risucchiare dal fanatismo. Credo che la tua fuga sia in parte colpa mia, non sono stata una buona mamma per te»

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