<<È come nelle fiabe che ci leggevano da bambine>> disse la più giovane, posando il vestito sul letto con le altre sorelle. <<Sei una vera principessa.>>
Heaven si vestití poi la fecero sedere e la circondarono: qualcuna le toccò i capelli, qualcun'altra tamponava qualcosa sulle sue guance, un'altra ancora sugli occhi, una terza la bocca.
<<Volevo ringraziarti>> disse la ragazza che le stava sistemando i capelli.
Lei curvò la testa e la guardò confusa dallo specchio. <<Parli con me?>>
La semidea del Campo Mezzosangue annuí. I lunghi capelli scuri le incorniciavano un viso dai tratti eleganti e attraenti. Gli occhi azzurri come il cielo erano spenti e rossi: aveva pianto.
<<Per cosa vuoi ringraziarmi?>>
<<Per aver permesso al mio ragazzo di riposare nell'Eliseo.>>
<<Il tuo ragazzo? Chi è il tuo ragazzo?>>
<<Charles Beckendorf.>>
Con le anime la memoria di Heaven era infallibile. Ricordò il semidio che aveva chiesto di lei durante il suo Giudizio. <<Non devi ringraziarmi. È lì che merita di passare l'eternità. È un eroe.>>
Gli occhi della semidea si fecero lucidi. Le sorrise e continuò a pettinarle i capelli. <<Grazie. Lo apprezzo molto.>>
La figlia di Ade la osservò attentamente dallo specchio per un buon minuto; poteva quasi percepire la sua tristezza. <<Come ti chiami?>>
<<Silena Beauregard.>>
Heaven le fece un piccolo sorriso. <<Piacere di conoscerti, Silena. Io sono Heaven.>>
***
Tifone stava combattendo contro gli dei e si avvicinava sempre di più all'Olimpo. La certezza di Percy era Estia, la dea del focolare, a guardia del palazzo.
<<Non possiamo fare altro che aspettare e rallentare l'esercito che prova ad avvicinarsi>> disse il figlio di Poseidone.
<<E la spia?>> chiese un ragazzo della casa di Apollo.
<<Non possiamo accusarci a vicenda. Dobbiamo pensare a difendere l'Olimpo. Scoprirò chi è la spia e se la vedrà con me.>>
<<Questo è parlare!>> esclamò qualcuno della casa di Efesto.
