La sala del trono era stata rinnovata. C'erano le statute dei dodici dei che formavano un semicerchio intorno ai troni.
L'Ofitauro, ancora nel suo acquario in un angolo dell'enorme stanza, nuotava felice.
Le colonne greche avevano avuto dei ritocchi e luccicavano. I troni sembravano più grandi. Gli dei più severi.
<<Devo ammettere, caro fratello, che non mi sarei mai aspettato di ricevere un tuo messaggio.>>
Ad Ade bastò solo un'occhiata al resto degli dei per capire il perché. Un solo trono era vuoto. Quello al fianco di Zeus. Il trono di Era, la Regina degli dei.
Demetra gli lanciò uno sguardo come a dire: "È arrivata la nostra fine".
<<Ebbene?>> disse ignorando la dea. <<Cosa c'è di tanto importante da disturbare il mio lavoro?>>
<<Era è scomparsa>> disse Zeus. <<Questa mattina.>>
<<Lo vedo.>> Ade si accigliò. <<Pensi che sia stato io?>>
<<Nostro fratello non ti dà colpa>> intervenne Poseidone.
Il Signore degli Inferi si voltò verso di lui. Quante cose aveva da dirgli! Gli puntò contro il dito, come un bambino che stava incolpando suo fratello maggiore.
<<Non siamo qui per parlare di loro, Ade.>>
Zeus si portò una mano sulla fronte esasperato. Subiva ogni giorno le chiacchiere di Afrodite e non aveva alcuna voglia di ascoltare le urla di Ade contro Poseidone.
<<Avremmo tempo di parlarne, successivamente>> proseguì il dio del mare.
<<Ti prego, no!>> esclamò Dioniso. <<Li ho sopportati per due mesi e che voltastomaco, santi numi!>>
<<Non capisci nulla dell'amore>> li difese Afrodite. <<Quello che hanno passato, le cose che hanno fatto l'una per l'altro... Ah! Un vero amore tormentato. Sono perfetti!>>
Dioniso fece una smorfia disgustata. <<No, è rivoltante.>>
<<Non mi interessa di quei due!>> tuonò Zeus. <<Possiamo parlare del vero problema e non dei mezzosangue?>>
