Ma, ehi, lei non era di certo la ragazza dalle idee geniali. Forse doveva lavorare per diventarlo.
Per poco non finí in un cespuglio di mirtilli. Se la prese con le foglie dandole un calcio e, di nuovo, mancò poco che non cadesse con il sedere per terra.
Già, doveva proprio lavorare per diventare una ragazza dalle idee brillanti e, a dirla tutta, anche tanto.
Salí i gradini che precedevano l'entrata. Spinse la grande porta, che si aprí con un rumore di cardini.
Dioniso è salito sull'Olimpo senza mettere un po' d'olio nei cardini -, si ritrovò a pensare. Scometto che non sa nemmeno cosa siano i cardini di una porta.
Raggiunse l'ufficio del dio del vino, la stanza più grande della casa. Bussò alla porta e la voce di Rachel la invitò ad entrare.
<<Ehilà, rossa>> la salutò chiudendosi la porta alle spalle.
<<Ehi>> sorrise Rachel. <<Non hai fame?>>
Heaven scosse la testa e si sedette su una sedia, posando lo zaino per terra. <<Come sta?>>
<<Ancora incosciente>> rispose guardando la semidea affranta. <<Quanto è stato spaventoso?>>
<<Lo chiedi alla persona sbagliata.>>
Rachel fece un sorriso e annuì. <<Come mai sei qui?>>
<<Non vi ho viste insieme a Jason e Annabeth. Ho dedotto che fosse ancora come l'avevo lasciata.>>
<<Deduzione esatta.>>
<<Ti senti in colpa, vero?>>
<<Lo so che non dovrei ma mi dispiace. È appena arrivata e boom!... Faccio le cose inquietanti.>>
<<È una semidea, deve abituarsi.>>
<<Bel modo per fare amicizia>> brontolò Rachel, mettendo una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
<<Piper non è il tipo di ragazza che non vuole essere tua amica solo perché fai cose inquietanti.>>
<<Dici?>>
Heaven si strinse nelle spalle. <<Una sensazione.>>
La rossa si voltò completamente verso di lei, guardandola con i suoi profondi occhi verde bosco. <<Cosa volevi mostrarmi stamattina?>>
