Capitolo 3

210 6 10
                                    

Stanotte non sono riuscita a chiudere occhio. Ho ripensato più a volte al confronto che ho avuto con Christian, il famosissimo fidanzato di Carolina. Proprio lei, la persona che mi ha reso la vita impossibile. La ragazza perfetta, che agli occhi di tutti sembra quella bella e brava.

Sono anni che sopporto le sue continue offese. Le derisioni continue, gli insulti gratuiti e i suoi commenti sul mio corpo mi hanno resa lo zimbello della pista. I ragazzi con cui condivido la mia passione, non fanno altro che ridermi alle spalle. Esattamente come è successo con quelle due ragazze ieri.

Il problema è che io me la sono presa con la persona sbagliata. Certo, non conosco Christian. Potrebbe essere anche peggio di Carolina. Però ho dato l'intera colpa a lui, senza neanche lasciarlo parlare.

Spero vivamente di incontrarlo oggi, una volta finito l'allenamento. Voglio scusarmi per essermi comportata in quel modo.

<<Iris?>>

La voce di mia madre mi risveglia dai miei pensieri.

<<Va bene, mamma. Puoi fare quello che vuoi.>>

Le rispondo, senza dare troppo peso alle mie affermazioni. Non so nemmeno di cosa sta parlando.

<<Non mi stavi ascoltando, vero?>>

Annuisco, ormai sconfitta. Mi dispiace essere così pessimista quando sono con lei, ma è inevitabile. Non ho amici con cui sfogarmi. A scuola mi concentro sullo studio e quando sono in pista, non posso mostrarmi vulnerabile. Il resto del mio tempo lo trascorro insieme a lei.

<<Sono molto stanca. Mi dispiace.>>

La sua espressione si addolcisce.

<<Non preoccuparti, tesoro.>>

Sforzo un sorriso.

<<Sei molto distratta negli ultimi giorni. So che il pattinaggio ti rende felice, ma cerca di distinguere la realtà dalla pista.>>

Spiega, con meticolosa attenzione. Non le rispondo neanche. È la centesima volta che affrontiamo questo discorso.

<<Va bene.>>

Scendo dalla macchina senza degnarla di un abbraccio e le dico di venirmi a prendere verso le sette di sera.

Questa mattina non sono andata a scuola. Mamma ha preferito portarmi con lei a fare shopping. Manca poco meno di un mese al mio compleanno e non sa ancora cosa regalarmi. Per questo motivo, oggi, posso prendermela con comodo.

<<Buon pomeriggio.>>

Saluto la donna che si occupa delle pulizie. La pista, nonostante venga usata dalla mattina alla sera, è sempre messa a lucido.

<<Ciao, tesoro.>>

Mi rivolge un bellissimo sorriso e torna a fare il suo dovere. All'improvviso mi viene in mente una cosa.

<<Per caso hai visto Carolina? Sto cercando il suo fidanzato per restituirgli una sua cosa che ho trovato ieri, prima di tornare a casa.>>

Annuisce.

<<Sono appena arrivati. Credo che lui stia seguendo le prove.>>

La ringrazio e scappo via. Infilo le mie cose nell'armadio, metto i pattini e raggiungo gli altri sulla pista. Cerco Christian con lo sguardo e mi avvicino a lui.

<<Ciao.>>

Dico, timidamente. La sua attenzione ricade tutta su di me. I ricciolini scuri fanno sembrare i suoi occhi molto più scuri di come sono normalmente.

<<Adesso hai intenzione di parlarmi?>>

Mi chiede. Arrossisco e faccio un passo indietro, probabilmente spaventata dalla durezza della sua voce.

<<Sono venuta semplicemente per scusarmi. Ieri mi sono comportata da maleducata. Avrei dovuto parlarne direttamente con... Carolina.>>

Quando pronuncio il suo nome, mi trema la voce. Christian deve essersene accorto.

<<Ogni volta che parli della mia fidanzata, i tuoi occhi si riempiono di lacrime. Sicura che tra te e lei non ci siano problemi?>>

Intreccio le mie mani dietro la schiena, conficco le unghie sulla pelle e trattengo un gridolino di dolore.

<<Abbiamo due caratteri molto diversi, tutto qui.>>

Non sembra molto convinto, ma comunque sia lascia perdere e mi incita a sedermi accanto a lui.

<<Non devi scusarti per ieri. Hai perfettamente ragione. Carolina ha il vizio di mettere in mezzo ai nostri litigi persone che non c'entrano nulla. Avrei dovuto dirle di smetterla.>>

Mi mordo l'interno guancia e lo lascio finire di parlare.

<<Anche se sono contento di aver avuto un confronto civile con te. Diciamo che non mi capita molto spesso di averne uno, in generale.>>

Mi fa l'occhiolino. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

<<Iris!>>

Qualcuno grida il mio nome con enfasi. Francesca, la mia unica amica, mi sorride e mi saluta sventolando la mano in aria.

<<Arrivo.>>

Le mimo con la bocca.

<<Devo andare, signor Stefanelli. Grazie per non avermi giudicata.>>

Mi alzo, in procinto di andarmene. Quando sto per farlo, però, Christian mi prende per mano e mi fa avvicinare a lui.

<<Iris... mi piace il tuo nome.>>

Sussurra al mio orecchio.

<<Ci vediamo domani.>>

Con il cuore in gola e lo stomaco in subbuglio, mi allontano e raggiungo Franci, che sorride come un ebete.

Voglio solo te// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora