Capitolo 10

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Christian

Ho chiesto a Carolina di venire a casa mia. Dobbiamo parlare di tutto quello che è successo nell'ultimo periodo, a partire dall'incidente di Iris. Non riesco a pensare lucidamente se mi ricordo dei suoi occhi spaventati.

Oggi pomeriggio non sono riuscito a dirle la verità. Iris è un osso duro, è praticamente impossibile farle capire che a volte, in determinate circostanze, è indispensabile avere dei confronti dal vivo con una persona.

Mi ha chiesto più volte di chiudere definitivamente la questione lasciando Carolina, ma deve capire che non ci vuole un secondo a sbriciolare anni e anni di vita.

<<Hai aspettato un'intera settimana per rispondere ai miei messaggi. Ti rendi conto che questa è una mancanza di rispetto?>>

Mi scappa una risata amara. Ha quasi ucciso una ragazza e le interessa solo di sé stessa.

<<Pensi di essere una persona migliore di me?>>

La stuzzico. Fino a qualche giorno fa non mi sarei mai permesso di sfidarla, ma dopo quello che è successo non posso rimanermene in un angolo.

<<Quella bambinona ti ha chiaramente fatto il lavaggio del cervello.>>

Roteo gli occhi verso il cielo. Chiudo la porta di casa e mi siedo sul divano.

<<Immagino che tu mi abbia fatta venire qui per chiedermi scusa.>>

La fulmino con lo sguardo.

<<Sei qui per darmi delle spiegazioni.>>

Le rispondo.

<<Spiegazioni di che tipo?>>

Mi scombino i capelli in preda alla disperazione e cerco di darmi una calmata. Se davanti a me avessi avuto un uomo, non ci sarei andato così piano.

<<Sono anni che ti prendi gioco di Iris. Mi ha raccontato tutto, in modo piuttosto dettagliato.>>

I suoi occhi si riempiono di emozioni contrastanti. Non mi lascio abbindolare dal suo sorriso fintamente dolce e insisto.

<<La mia pazienza ha un limite, Carolina.>>

Lei si avvicina, appoggia le sue mani sulle mie gambe e mi costringe a guardarla in faccia.

<<Anche la mia, caro Christian.>>

Mi minaccia. Altro che sorriso dolce, questa ragazza è l'inferno in carne ed ossa.

<<Non ho intenzione di perdere tempo. Ho accettato il tuo invito solo per riuscire nel mio intento.>>

Sgrano gli occhi. Di cosa accidenti sta parlando?

<<So che vuoi lasciarmi, te l'ho letto negli occhi il giorno in cui quella stronza è caduta dai pattini.>>

Mi mordo l'interno guancia, un sapore ferreo mi nausea a tal punto che faccio fatica a respirare.

<<Solo che io non voglio. Lo sai bene che non perdo mai e che ottengo tutto quello che desidero.>>

Si struscia addosso a me. Cerco di allontanarla, ma lei oppone troppa resistenza. L'unico modo per mandarla via è spintonarla, con violenza. Proprio come lei ha fatto con Iris.

<<Cosa cazzo vuoi da me, eh?>>

Le chiedo. La scaravento sul divano e mi posiziono sopra di lei.

<<Posso rovinare la vita della tua amica quando voglio, Christian. E non ho paura di farlo.>>

Sento un enorme fastidio alla pancia, però cerco di non pensarci. Non è il momento di perdere la lucidità.

<<Non lo farai, infatti.>>

Mi lecca le labbra sensualmente, senza mai staccare gli occhi dai miei.

<<Tutto dipende da te. Se prometti di restare con me, lascio perdere Iris una volta per tutte. Se decidi di tornare da lei, allora io me la tolgo di torno una volta per tutte.>>

I suoi seni mi sfiorano il petto. Una sensazione di calore mista a disagio si fa sentire dentro di me. Il problema è che non ho nessuna via d'uscita, né tantomeno la forza mentale di allontanarmi. Nel giro di pochi secondi, siamo entrambi nudi nel mio letto.

<<Mi sei mancato.>>

Dice lei, tra un gemito e l'altro. Vorrei poter dire lo stesso. Trascorriamo l'intera a notte ad esplorare i nostri corpi, che conosciamo già a memoria. Ogni volta che io arrivo al culmine del piacere, però, un senso di colpa mi lascia senza fiato. Quei due occhi azzurri mi guardano delusi, e io non posso che dargli ragione.

Voglio solo te// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora