Capitolo 42

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Apro gli occhi e mi guardo intorno. Christian è steso accanto a me, il suo braccio destro mi avvolge il bacino. Sforzo un sorriso e cerco di alzarmi in piedi senza svegliarlo.

Indosso le pantofole a forma di unicorno che mi ha regalato mia madre e la raggiungo al piano di sotto. Sta preparando la colazione per noi.

<<Cosa cucini di buono?>>

Mi siedo su uno sgabello e la scruto dalla testa ai piedi. È molto bella questa mattina. Sembra più raggiante del solito.

<<I tuo amati pancake, tesoro.>>

Trattengo a stento una risata divertita. Ha evidentemente apprezzato la serata che abbiamo trascorso tutti quanti insieme.

<<Grazie mamma per essere stata gentile con Christian. Siete le due persone più importanti della mia vita e sono contenta che andiate d'accordo.>>

Ammetto, con un po' di imbarazzo.

<<È un ragazzo davvero speciale, Iris. Non è stato difficile trattarlo come se fosse mio figlio.>>

Mi stringe forte una mano e guarda intensamente lo sfondo alle mie spalle.

<<Stai bene?>>

Chiedo, timorosa di infastidirla.

<<Teresa sta benissimo, amore mio. Non tenere per l'incolumità di tua mamma.>>

Christian mi abbraccia da dietro. I suoi capelli ricci mi solleticano il collo, motivo per cui sono costretta a sistemarglieli dietro l'orecchio.

<<Buongiorno bimbo.>>

Arrossisco. Mia madre, nel frattempo, appoggia tre piatti pieni di pancake al cioccolato sul bancone della cucina.

<<Ho una fame da lupi!>>

Dice il mio ragazzo, accomodandosi vicino a me. Inizia a mangiare velocemente la sua amata colazione, mentre io racconto un aneddoto sul mio viaggio di andata verso Pechino.

<<Hai davvero mandato a quel paese un poliziotto?>>

Le due persone più importanti della mia vita, a quanto pare, si sono appena alleate contro la sottoscritta. Roteo gli occhi verso il cielo e annuisco.

<<Non sapevo che fosse un poliziotto! La sua divisa era diversa da quella tradizionale...>>

Mi sento ancora in colpa per averlo trattato così male. La mia fortuna è stata che mi ha perdonata fin da subito, capendo in che brutta situazione mi trovavo.

<<Sei sempre la solita cretina.>>

Dice Christian. Lo fulmino con lo sguardo e accendo il mio cellulare.

<<Cosa stai facendo?>>

Mi chiede lui, estremamente frustato dalla mia sfacciataggine.

<<Sto chiamando Tommaso. Mi voglio far venire a prendere da lui.>>

Dico, ridendo, mentre cammino a piedi scalzi per il pavimento del salotto fino a fermarmi davanti alle scale.

<<Non provarci neanche per scherzo, Iris.>>

Questo commento mi fa sorridere.

<<Vado in camera mia a prepararmi per oggi. Abbiamo una cosa molto importante da fare, no?>>

Christian annuisce e ricambia il mio sorriso.

<<Hai solo dieci minuti di tempo per prepararti.>>

Sgrano gli occhi. Mi chiudo a chiave in camera mia e scelgo cosa indossare. Una volta che sono effettivamente pronta, ritorno al piano di sotto con un po' di ansia.

<<Eccomi qua.>>

Mi avvicino al mio ragazzo e lo stringo in un abbraccio forte. Le sue labbra si posano sulla mia testa, procurandomi una brivido di soddisfazione.

Salutiamo mia madre e saliamo nella sua macchina. Il tragitto da seguire non è esageratamente lungo: da casa mia, la pista di pattinaggio è distante circa cinque chilometri.

Non appena arriviamo a destinazione, ci avviamo all'interno del grande edificio. Salutiamo la donna delle pulizie e Christian va a sedersi sugli spalti.

In questo momento non si sta allenando nessuno. La zia di Carolina ha cambiato gli orari, dato che negli ultimi tempi ha fatto troppo freddo.

Una volta che ho indossato i miei pattini preferiti, entro in pista e faccio qualche giro di campo.

All'improvviso qualche luce si spegne, rendendo l'atmosfera un pochino più malinconica. Le casse iniziano a far rumore, per poi dare voce ad una delle mie canzoni preferite.

"Piccola stella" di Ultimo, così come tutte le sue canzoni, per me è una coccola al cuore. Se Christian aveva intenzione di farmi piangere, oggi, ci è riuscito a pieno.

Non mi giro a guardarlo, ma continuo a muovermi sui pattini come se non mi fossi mai fermata.

Tutto d'un tratto, vedo qualcuno avvicinarsi un po' goffamente verso di me. E quando capisco che si tratta del mio fidanzato, perdo definitivamente il controllo.

Mi lancio tra le sue braccia. Lo fisso negli occhi con la testa leggermente inclinata di lato, poi nascondo il mio viso appoggiandolo sul suo petto.

<<Tua nonna sarebbe fiera di te, Iris.>>

Dice, passandosi le mani tra i capelli per sistemarli un po' a dovere.

<<È normalissimo vivere questi momenti no. Io, pochi anni fa, ho seriamente pensato di abbandonare la danza una volta per tutte.>>

<<E come hai fatto a superarlo?>>

Esita un po' prima di rispondermi.

<<Ho continuato a ballare, fino ad arrivare al punto in cui mi sono reso conto che senza danza io non sono nessuno.>>

Christian rilascia la presa intorno ai miei fianchi per poter tenere con entrambe le mani il mio viso rivolto al suo.

<<Hai fatto tanti sacrifici per essere qui, oggi. E io ti amo infinitamente Iris, ma non riesco ad accettare il fatto che tu abbia voglia di abbandonare la tua più grande passione per me.>>

Questa è l'ennesima dimostrazione che ho scelto la persona giusta.

<<Ti amo tanto, Christian.>>

Voglio solo te// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora