Capitolo 2

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Sono nello spogliatoio, sto stringendo i lacci dei miei stivaletti preferiti. Due giovani ragazze stanno parlando animatamente di qualcosa, sedute sulla panca davanti agli armadietti. Non le conosco bene, ma so che non fanno altro che perdere tempo a parlare dei fatti altrui.

<<Hai saputo la novità?>>

Dice una delle due. L'altra adolescente l'osserva con grande entusiasmo.

<<Me lo ha detto Carolina ieri sera.>>

Sgrano gli occhi. Faccio finta di non aver sentito niente e mi alzo per sciogliere le spalle. Ho già fatto un'ora di riscaldamento, però devo scaricare un po' di nervosismo. Solo il suo nome mi provoca un fastidio enorme.

<<Hai presente il suo ragazzo?>>

Insiste la biondina dagli occhi azzurri. Sicuramente sono sue amiche, quindi è meglio dimostrare un certo menefreghismo nei confronti del loro discorsetto.

<<Quel bono di Christian Stefanelli? Certo che ce l'ho presente, più di quanto tu possa immaginare.>>

Per poco non scoppio a ridere. Queste sono le persone che Carolina merita di avere al suo fianco: false, ipocrite e che sbavano sul culo del suo amato fidanzato.

<<Ha detto che ieri sera hanno discusso pesantemente. Lui è andato a sbattere contro una ragazza, e invece di infischiarsene, l'ha aiutata a difendersi.>>

Ecco qualcosa capace di catturare la mia totale attenzione. Stanno parlando, anche se non direttamente, della sottoscritta.

<<Chi è questa ragazza? Si può sapere il nome oppure è un segreto di stato?>>

Chiede la ragazza dai lunghi capelli rossi. L'amica si guarda intorno, mentre io mi nascondo dietro una fila di armadietti.

<<Iris, l'acerrima nemica di Carolina.>>

Non capisco perché mi odi così tanto. Più ci penso, meno idee mi vengono in mente. Le ho sempre dimostrato di non voler prendere il suo posto da "regina della pista". Sono anche fuori allenamento, dato che dopo la morte di mia nonna mi sono presa del tempo per me stessa.

<<Questo è veramente un colpo basso per lei, però forse Christian non l'ha fatto con malizia. Probabilmente neanche la conosce.>>

No, fortunatamente non ci conosciamo. Quel ragazzo è già sulla mia lista di persone da evitare. Oltre al fatto che è il fidanzato della ragazza che si prende gioco di me da anni, mi sembra tutto fuorché simpatico.

<<Appunto, ma poi l'hai vista? È molto più brutta di Carolina. Per provare a competere con lei dovrebbe mettersi a dieta, come prima cosa.>>

I miei occhi diventano lucidi. Odio quando le persone si soffermano sulla mia forma fisica. C'è tanto altro di bello oltre a questo. Faccio un lungo respiro e torno a prendere le mie cose. Le due ragazze mi rivolgono un'occhiata superficiale, ma non ci do molto peso. Non appena esco dallo spogliatoio, scoppio a piangere come una bambina.

<<Ciao.>>

Una voce familiare mi rimbomba nella orecchie. Inclino leggermente il capo e metto a fuoco la persona che ho davanti.

<<No, ti prego non parlarmi.>>

È Christian, il ragazzo di Carolina. Non posso permettere a nessuno di farmi vedere insieme a lui. Cerco di sorpassarlo, ma lui mi afferra per un braccio e mi fa entrare in una sottospecie di sgabuzzino.

<<Perché stai piangendo?>>

Lo fulmino con lo sguardo. Mi asciugo le lacrime con la mano, che però si colora di nero. Cazzo, mi sono dimenticata del mascara.

<<Non ti riguardano certe cose, Christian Stefanelli. Torna dalla tua amorosa e non rompermi i coglioni.>>

Lui sgrana gli occhi.

<<Come fai a sapere come mi chiamo?>>

Parlare con qualcuno della mia situazione con Carolina, potrebbe peggiorare le cose. Soprattutto se quel qualcuno è il suo fidanzato.

<<A quanto pare lo sanno tutti, dopo che la tua fidanzata è andata a sperperare le vostre cose in giro.>>

Non so chi odio di più tra i due.

<<Non ti seguo.>>

Mi scappa una risata amara.

<<Non è la prima volta che Carolina racconta alle sue "amiche" di quello che succede tra voi. Le piace stare al centro dell'attenzione, lo sappiamo tutti, il suo unico desiderio è quello di far parlare di sé.>>

Gli punto un dito contro, facendolo allontanare un po'.

<<Il problema è che stavolta c'è anche il mio nome di mezzo. Quindi- lo chiedo a te perché mi sembri un tantino più intelligente di quella stronza- evitate di parlare di me.>>

Me ne vado senza salutarlo. Sorprendentemente non scoppio nemmeno a piangere. Sorrido, orgogliosa di me stessa, e torno ad occuparmi delle mie cose.

Voglio solo te// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora