Capitolo 14

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Ho indossato il mio vestito migliore e mi sono fatta ondulare i capelli da mia madre. In questo momento, invece, Francesca mi sta aiutando tantissimo con il make-up. Abbiamo scelto di mettere in risalto gli occhi azzurri con un po' di ombretto nero e del mascara waterproof. Non amo particolarmente mettermi in mostra, ma stasera devo spostare l'attenzione dei ragazzi su qualcosa che non sia la mia finta frequentazione.

<<Sei bellissima.>>

Mi dicono entrambe. Le ringrazio timidamente e mi guardo allo specchio.

<<È normale essere così in ansia per un ragazzo che ama e preferisce un'altra?>>

Chiedo, sorpresa dalla mia stessa ammissione.

<<È più che normale, Iris.>>

Mi risponde mia madre. Sforzo un sorriso e mi avvicino a Francesca. Guardiamo l'orario sul cellulare e decidiamo di farci accompagnare proprio adesso.

Durante il tragitto in macchina, nessuno dice niente. L'angoscia che mi sta mangiando da dentro è palpabile. Non appena arriviamo a casa di Mattia, ci guardiamo intorno alla ricerca del cugino della mia migliore amica. È stato difficile trovare un ragazzo disposto a spingersi così tanto oltre, ma fortunatamente ci siamo riuscite.

<<Ciao Kevin!>>

Francesca gli salta letteralmente addosso. Io, al contrario, lo guardo da lontano.

<<Ciao piccola peste... dov'è la tua amica Iris?>>

Mi avvicino a loro e mi presento cordialmente.

<<Spero non sia un problema per te essere qui, stasera. È tutto un po' surreale, lo so, ma purtroppo non so tenere a bada la mia lingua.>>

Sciogliamo un po' la tensione e decidiamo di mettere in pratica il nostro piano. Bussiamo alla porta ripetutamente e aspettiamo che qualcuno ci venga ad aprire.

<<Buonasera gioiellino! Non ci speravo più.>>

Mattia mi sorride e mi abbraccia fortissimo. Gli scompiglio un po' i capelli e gli faccio la linguaccia. Mi sento proprio a mio agio con lui.

<<Chi è questo ragazzo?>>

All'improvviso una brutta sensazione mi si forma all'altezza dello stomaco. Mi ricordo il motivo per cui sono venuta qui, con Kevin.

<<È il tipo con cui mi sto sentendo.>>

Gli rispondo. Lui sgrana gli occhi, ma non dice niente. Si sposta per farci entrare e ci indica un angolo libero dove poterci sedere. Facciamo quello che ci dice e finalmente, dopo una ventina di minuti, torno a respirare. Il ginocchio, anche se non l'ho ancora detto a nessuno, continua a farmi molto male.

Mi guardo un po' intorno alla ricerca di qualche viso conosciuto. Riesco ad individuare gli amici di Christian, tranne lui stesso. Dopo circa cinque minuti, però, due occhi verdi particolarmente attenti mi scrutano dalla testa ai piedi. Parli del diavolo e spuntano le corna. Cerco di rimanere impassibile davanti al suo sguardo insistente, ma diventa quasi impossibile quando lo vedo avvicinarsi a passo deciso, direttamente verso il mio finto fidanzato.

<<Buonasera ragazzi.>>

Kevin, riconoscendo il suo volto, mi avvolge un braccio intorno ai fianchi. Il suo tocco non mi dispiace, anche se è completamente diverso da quello di Christian. Faccio finta di niente e decido di salutarlo.

<<Buonasera Christian, è un piacere rivederti.>>

Mento. Questa situazione è veramente ridicola.

Voglio solo te// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora