Alone

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"You're gone and I got to stay high,
all the time to keep you off my mind"

Alison osservò l'entrata della scuola popolarsi lentamente di studenti.
A parte gli spacconi del quinto anno che avevano già la convinzione di essere liberi e diplomati, notò sorpresa la gran quantità di matricole presenti quell'anno che si avviavano verso il cortile della scuola, dove si sarebbe tenuta la cerimonia di benvenuto.

Nonostante facesse parte di quella scuola da ormai tre anni, si sentì terribilmente estranea a quel luogo.
Si era trasferita lì alla fine del primo anno e non era stata fatta alcuna cerimonia per lei. Non aveva ancora amici, solo compagni di classe, che ormai le parlavano solo per prenderla in giro.
Comunque aveva già preso una decisione sin da quando aveva cambiato scuola: apparire acida agli altri per allontanarli e non avere problemi. E le andava bene così, senza nessuno che potesse farle del male né emotivamente né fisicamente.
Ancora.

Alison per un attimo si
chiese cosa avesse di sbagliato e soprattuto si chiese quale potere avesse per essere agli occhi della gente trasparente nonostante fosse presente.
Come in quel momento.
I suoi compagni di classe erano tutti raggruppati come pecore, intenti a raccontarsi le loro "avventure" e sbronze estive.
E poi c'era lei.
Lei che se ne stava appartata in un angolino con le cuffie nelle orecchie e i capelli blu che le svolazzavano fastidiosamente sul viso.
Ma forse era meglio così.
Nella vecchia scuola aveva avuto tanti, troppi, problemi. Preferiva restare da sola, rinchiusa nel suo dolore che nessuno aveva mai nemmeno provato a capire, e che tutti avevano solo contribuito ad ingigantire, in qualsiasi situazione.

Un rumore acuto e tintinnante giunse alle orecchie di Alison, risvegliandola dai suoi pensieri. La campanella che annunciava l'inizio della scuola era suonata, i portoni erano stati aperti e una mandria di alunni inferociti cominciava ad entrare.
Alison non capiva questa fretta di entrare per poi lamentarsi di quanto fosse terribile la scuola.
Alzò gli occhi al cielo, raccolse lo zaino che aveva posato, o meglio, lanciato a terra e si incamminò verso il portone per entrare.

Avanzò tra i corridoi stretti della sua scuola, tra gli sguardi poco simpatici delle persone attorno.
Specialmente dalle madri delle matricole, che la guardavano come fosse Satana scesa in terra.
Non doveva ispirare molta simpatia con quei capelli blu e il suo portamento non troppo leggiadro.
Ma le importava ben poco, il suo stile era stato fatto apposta per allontanare le persone.
Non aveva alcun interesse a piacere agli altri, l'opinione altrui era ormai per lei inutile, perché tutti le parlavano per invidia o per semplice divertimento nel vederla sprofondare nel suo passato.
Come se fosse davvero divertente.

Alison salì le scale dell'edificio fino ad arrivare alla sua classe, o almeno quella in cui fino all'anno prima aveva passato nove mesi d'inferno.
Ma quando ci fu davanti trovò una brutta sorpresa: sopra la porta era fissa un'etichetta che diceva "2^D".

-Bene, e ora dove vado?- sussurò lei mordendosi il labbro.

Cercò invano una bidella per i corridoi affollati, così senza pensarci troppo, si diresse in portineria.
Si ritrovò tra un mucchio di matricole disperse, nanetti senza un minimo di orientamento che cercavano la loro classe e passarono due minuti buoni prima che riuscisse a ricevere l'attenzione di una delle bidelle.

-Dov'é la quarta B?-chiese scocciata Alison.

La bidella la guardò svogliata e poi le rispose con poco interesse.

-Esci dalla portineria, vai a destra e attraversa il corridoio. L'ultima classe a sinistra é la tua.-

Alison ripassò velocemente in mente le informazioni, annuì e ringraziò per educazione.

Fece un passo indietro, ma non fece in tempo a girarsi che calpestò qualcosa, un qualcosa che apparteneva a qualcuno che imprecò.

-Che cazzo di male!-

Alison si voltò per intravedere a chi avesse schiacciato il piede, e si ritrovò davanti due ragazzi.
Quello a cui aveva fatto male era biondo con gli occhi azzurri, più basso di lei, ben piazzato fisicamente e con un piercing al labbro di metallo nero. Aveva i pantaloni abbassati che lasciavano intravedere la molla delle mutande e una canotta larga sulle maniche che teneva poco all'immaginazione.

Il ragazzo affianco aveva lo sguardo basso, doveva essere un tipo piuttosto timido, ma Alison non ebbe il tempo di osservarlo bene che il biondo interruppe la sua ispezione.

-Sottospecie di puffo, sta' più attenta, cazzo.- urlò tenendosi il piede e facendo una faccia costipata.

-Peccato che qua sei tu il puffo nano, e sai, se tu non mi stessi appicicato dietro quasi ad incularmi, sarebbe leggermente meglio.- ribatté Alison senza scomporsi troppo.

Il ragazzo dischiuse le labbra circondate dal metallo per parlare, ma poi le richiuse subito.
Alison aspettò un attimo, ma poi se ne andò dando una spallata al biondo che gli imprecò dietro.
Ci fece poco caso, non aveva assolutamente molta voglia di iniziare la scuola discutendo con un ragazzo che nemmeno era della sua classe.
Le capitava troppo spesso ed era stanca di rispondere. Ormai non le importava nemmeno più, si trattava solo di riuscire a frotenggiare le persone per orgoglio personale.

Alison raggiunse la porta indicata dalla bidella e stavolta il cartellino sulla porta indicava "4^B".
Alison entrò e chiese scusa per il ritardo, con qualche risatina di sottofondo e andò a sedersi all'unico banco vuoto in fondo alla classe piena di gente con cui non voleva avere a che fare.
Almeno era da sola, tanto per cambiare.

LORENARDO!

Weilà bella gente,
Questo é il primo capitolo della mia ff, non é nulla di particolare, ma vabbé spero vi piaccia lo stesso.
Un piccolo appunto, il nome della protagonista si pronuncia "Elison".
Lei è ispirata ad Andrea Vacca, modella apparsa nel video di Noi siamo infinito.

Beh, se vi é piaciuto votate la mia storia e se vi va commentate❄❤
×Annalisa×

Ice Heart || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora