You and I

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We keep this love in a photograph,
We made these memories for ourselves,
Where our eyes are never closing
Our hearts were never broken,
And time's forever frozen, still

Le dita affusolate presero, in una salda stretta, il tessuto spesso e scuro del cappuccio. Lo portarono verso l'alto prima di farlo cadere pigramente sui capelli scuri e spettinati del ragazzo.
Abbassò lo sguardo, osservando come la pioggia si facesse padrona del tempo anche alle sei di mattina, bagnando il marciapiede su cui si muoveva.

C'era qualcosa di diverso negli stessi passi che aveva compiuto un'ora prima, qualcosa di più rabbioso. Un motivo in più aggiunto alla sua lista dell'odio.

Non Alison, sè stesso.

Avrebbe tanto voluto poter giocare con la lancetta del tempo e farla scorrere indietro, per poter riscrivere tutto daccapo.
Molto prima, risalendo al giorno in cui aveva conosciuto la ragazza dai capelli blu, per poter aver spento in tempo quella scintilla tra loro creata da lui stesso.

Era inziato tutto con piccolo fuoco, aveva innescato una fiamma leggera, una facile da spegnere come se fosse su una candelina di compleanno.
Era cresciuta sempre di più, fino a diventare un focolare stabile e gestibile, persino confortevole.
Poi, però, qualcosa aveva alimentato il fuoco, era divampato, fiamme troppo alte ne avevano preso il posto, fino a perderne il controllo.
Avevano incendiato tutto, ogni piccola cosa era andata perduta.
La cosa peggiore era che il fuoco continuava a bruciare e finchè non si sarebbe spento, niente avrebbe mai potuto dividerli del tutto.

C'era sempre qualcosa tra le vertebre, sopra lo stomaco, che continuava a spingere Lorenzo ad avere bisogno di lei.
Era come se al loro interno avessero entrambi una calamita che li costringeva ad avvicinarsi, finivano sempre per cercarsi anche quando la lontanza tra loro era sublime.
Finivano sempre per ferirsi, anche quando cercavano di rimettere le cose a posto.

Forse a volte gli opposti non si attraggono, talvolta è meglio che il positivo e il negativo rimangano separati.
Aveva sempre amato le materie scientifiche, gli davano sicurezza, ma ormai aveva smesso di capirle, aveva iniziato a ripensare ad ogni cosa che avesse imparato a scuola.

La matematica funziona solo sulla carta, non sulla vita, non funziona quando si capisce che i propri calcoli erano sbagliati, che i teoremi non portano a niente, che i risultati sono dettati dal caso e non dalle regole.

'La metà di due, la metà di noi due, è niente'

Aveva detto, la sua voce aveva qualcosa di strano nella mente, era come una cassetta registrata che si ripeteva all'infinito, un ricordo improvvisamente lontano.

Ma 'Niente si crea, niente si distrugge'.

E loro erano niente, c'era il vuoto tra loro, un vuoto fitto e pesante, indistruttibile.
La scienza lo mandava in confusione, ma mai quanto lei.

Desiderò aver fatto più attenzione ad Alison, rimpianse di non aver riso con lei fino a che le mascelle gli dolessero, si maledì per non averla trattata come aveva sempre meritato.

Lasciò che la punta di plastica delle sue converse si abbattesse contro un sassolino, scaraventandolo a pochi metri da lui.
Lo raggiunse ancora e colpì con più intensità, alzando anche un po' dell'acqua piovana adagiata al suo suolo in una pozzanghera.

Non poteva smettere di pensare alle sua parole. Aveva veramente ammesso che lo amava o avevo inteso male la frase?
Scosse la testa, non aveva voglia di pensarci.

La pioggia scendeva dal cielo con sempre più insistenza, sembrava riflettere alla perfezione il suo stato d'animo.
Si ritrovò velocemente zuppo, il freddo di quel venerdì di dicembre non aiutava affatto e presto iniziò a starnutire.
Si guardò attorno e riuscì a scorgere il cancello che aveva lasciato aperto per la fretta della villa estesa, le tende impedivano di vedere l'interno, ma era evidente che stessero ancora tutti dormendo per la luce spenta.

Ice Heart || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora