Ice Heart

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I might never be the hands you put your heart in,
Or the arms that hold you any time you want them,
But that don't mean that we can't live here in the moment,
'Cause I can be the one you love from time to time

Aveva paura della solitudine.
Sapeva che se fosse rimasta sola la sua concentrazione sarebbe finita su sè stessa e non sarebbe riuscita a tenere i suoi demoni rinchiusi.
Ogni più piccola paura si sarebbe rivelata, ogni ricordo, recente o remoto, l'avrebbe torturata fino all'autodistruzione.

Per questo, si muoveva velocemente tra la folla di alunni nel cortile, divagando lo sguardo su ogni persona che le passava accanto.
Assorbiva le emozioni altrui come una spugna, impedendosi di provarne di sue. Fantasticava sui volti delle persone creando storie sul loro passato, amava immaginare e scostarsi dalla sua realtà.
Era facile, ci aveva fatto l'abitudine e la alleggeriva, specialmente in momenti come quello, in cui perdersi in sè stessa era stremante.

-Alison!-chiamò.

Si voltò istintivamente e se lo ritrovò improvvisamente davanti a sè con un sorriso dipinto sulle labbra rosee.
In quel momento, sentì tutte le emozioni assorbite scappare dal suo corpo come se fosse stata stretta forte fino a toglierle il fiato, lasciandole un vuoto allo stomaco.
Con lui non riusciva, le sue emozioni quando lo vedeva erano troppo forti per essere ignorate.
Ma due forze contrarie si annullano se applicate allo stesso corpo e, tentando di contrastarle, ad Alison restava solo un vuoto glaciale nello stomaco.
Abbassò la testa, incapace di guardarlo senza che la forza dei suoi sentimenti battesse la sua volontà e la legge di Netwon non fosse più sensata.

-Che c'é?- chiese risultando parecchio acida, ma più che altro era stanca.

-Volevo avvisarti che noi stiamo lì dalle quattro, quindi vieni quando vuoi da quell'ora.-disse tentando di addolcirla-Vuoi che ti venga a prendere?

-No, prendo l'autobus.-replicò.

-Dai Al, so dov'è abiti, almeno facciamo un po' di strada assieme.- disse mantenendo il sorriso.

-Non ho intenzione di tornare a casa.-

Era vero, non sarebbe tornata dove tutto era iniziato.
Sapeva che a casa non avrebbe esitato a chiedere spiegazioni a sua madre e voleva ritardare più possibile, sapendo la batosta che l'avrebbe aspettata e non credeva di poterlo sopportare.
Non ancora.

-Come mai, Alison?-

Il tocco delicato delle dita di Lorenzo le sfiorò il mento e sentì il calore emanato da quelle mani, mentre la costringeva ad alzare gli occhi su di lui.
Si lasciò trascinare dalle sue dita fino ad incontrare gli occhi marroni, non riuscendo ad opporre forza.
Si perse nelle iridi screziati da venature nere, mentre vedeva la piccola figura di sè riflessa sulle sue pupille.

-Nulla di interessante, Lorenzo.-esordì.

Negli occhi verdi di Alison, Lorenzo non riusciva a vedere il fondo.
Sembravano delle pozze oscure troppo profonde per leggerne i sentimenti, o forse era lei che aveva serrato nuovamente il cuore al suo passaggio.
Alison non poteva dire lo stesso di Lorenzo, gli occhi marroni fissi su di lei la guardavano come se davvero ci fosse qualcosa di bello da vedere, come se sarebbe rimasto volentieri ore a fissarla senza toccarla.

-Tu, invece, dovresti tornare a casa.- suggerì Alison.

-Non voglio.- disse facendo scivolare le dita sulla guancia rossa di Alison per accarezzarla.

-Perchè no?- chiese scostandosi da lui.

-Perchè tu sei qui e non ti lascio girare sola.-

-Smettila di fare come fossi mio padre, sto bene da sola.-

Ice Heart || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora