Sono tornata girllllls
(lasciate una stellina?)❄️❤️"We don't have to be ordinary,
make your best mistakes,
cause we don't have the time to be sorry"Pioggia.
Il rumore lieve, l'odore acre della terra, la rugiada rimasta del mattino si erano trasformati in una visione greve di quest'ultima: la distesa di capelli bagnata, il trucco colato, il maglione blu appiccicato alla pelle ricoperta da acuta pelle d'oca.Starnutiva a tratti, mentre con le braccia cingeva il petto che non smetteva di tremare. Non per il freddo.
Tentava di raccogliere tutti quei pensieri che nella mente le sfuggivano in sussurri, poichè, a grandi passi, era finalmente giunta alla sede dei suoi tormenti.
Guardò il cancello grigio, la ruggine quasi invisibile, che, peró, si stagliava sulle parti meno curate.
Prendeva tempo a fissare la fanghiglia che nella villa si espandeva sul prato, dove a tratti spuntavano punte verdi.Aveva premuto più volte quel tasto, ma ora non ci riusciva. Sembrava che il suo dito non volesse saperne di allungarsi fino al citofono.
Doveva farlo, peró.
Era importante per lei e nessun altro, e si era promessa, a capodanno, che avrebbe provato ad apprezzarsi di più.
Si era detta che si amava e lei meritava di più, almeno una volta, solo per un po'.Così lo fece.
Piano, con esitazione, per un attimo pensò di correre via e di non voltarsi, di scappare.
Ormai, però, il dado era tratto.
Tremava con vigore, sembrava una foglia sotto il potente impeto del vento.Ed infine sentì scattare il cancello.
Alzó lo sguardo verso la finestra dove Lorenzo solitamente si fermava a controllare, ma vide solo il movimento della tenda, come se fosse stata tirata un attimo prima.Prese tra le mani il bordo del cancello e spinse per poter entrare all'interno del grande giardino che separava la splendida casa di Lorenzo con la strada.
Lo richiuse e si levò un cigolio acuto.
Camminò lungo il piccolo tratto, rischiando di scivolare a causa della fango che si attaccava alle suole delle scarpe.Si fermó davanti alla porta e capii che ormai non poteva tornare indietro.
Cercó di recuperare le parole che voleva dirgli, di creare un discorso, qualcosa che avesse senso, ma invano.
Le cose che voleva dirgli erano troppe ed era sicura sarebbe esplosa davanti a lui.Poi la porta si aprì.
Fu come una secchiata di acqua fredda.
Risalì il suo corpo con gli occhi, veloce, così da non lasciarsi distrarre.
Forse, peró, era tardi. Non poteva fingere di non aver visto le sue mani, le labbra e gli occhi.
I suoi occhi.
La investirono e vide al loro interno qualcosa di più scuro della pece.
Non poteva biasimare il fatto che fosse stanco di lei. Lei stessa, molto spesso, non riusciva a sopportarsi.Le parole le sfuggirono e tutto il discorso confuso che avrebbe voluto fare si frantumò sulle sue labbra.
Non era bello, ma a lei piaceva dannatamente tanto.
Aveva qualcosa, nel suo essere così particolare, che rendeva ogni pezzo di sè parte di un quadro perfetto.
Quel ragazzo era arte, 'chè anche se non piaceva a tutti, la sua presenza non poteva essere ignorata. La sentivi.
Era lì e faceva scoppiare una bomba ad orologeria nel petto di Alison.
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Ice Heart || Lorenzo Ostuni
FanfictionQuando una ragazza ha il cuore frantumato, é inevitabile che un pezzo di ghiaccio ne prenda il posto, creando una barriera per tenere lontano chiunque. Niente può entrare e niente può uscire... Ma se arrivasse una persona che volesse abbatterla? ❄ ...