Goodnight

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I like the summer rain,
I like the sound you make,
we put the world away,
we get so disconnected

La figura di Alison era riflessa sulla lastra dalla forma ovaidale fissa sull'anta dell'armadio.
Quella mattina non poteva fare a meno di osservarsi, nonostante odiasse ogni secondo che passava davanti a quello specchio.
Non riusciva a piacersi, per quanto si sforzasse di accettarsi, eppure quel giorno aveva bisogno di guardarsi.
Restò a contemplare il suo corpo troppo esile, indugiando con gli occhi ancora rossi per essere stata sveglia tutta la notte a pensare.
I capelli arruffati le donavano un aspetto sbarazzino, e la ricrescita bionda stava iniziando a farsi spazio alla radice di questi.
Provò a sistemare il disordine sulla sua testa con le dita, ma si ritrovò a sbuffare passandosi la mano sul viso.
Era un disastro, più fissava lo specchio e più se ne rendeva conto.
Aveva ancora addosso i vestiti sgualciti di quella notte, non avendo avuto alcuna voglia di levarseli.
Sospirò e si sedette sul bordo del letto, continuando a fissare lo specchio, quasi studiando i suoi stessi movimenti impacciati.

Affondò il viso nella felpa e chiuse gli occhi, inspirando ciò che era rimasto della sera prima.
Non si poteva definire quell'odore, non si poteva ben dire se assomigliasse ad un profumo in particolare.
Era semplicemente buono, un odore familiare, quasi di casa.
In un attimo le parve di nuovo di sentirle quelle braccia calde stringerla, quelle sensazione di stare finalmente in un posto a cui appartenesse.
Riaprì gli occhi.
Come poteva pensare quelle cose?
Non apparteneva certo a Lorenzo, non doveva nemmeno minimamente pensarci.

Si costrinse a togliersi la felpa, rimanendo in canottiera mostrando le sue curve appena accennate e le costole leggermente sporgenti.
Eppure quell'odore sembrava essersi appropiato anche della sua pelle lattea.

"Non ti lascio qui da sola"

"Smettila di importi di non amare se é l'unica cosa di cui hai bisogno"

"Io non ti lascio cadere"

La sua voce ingombrava la mente di Alison, rimbalzando tra una parete e l'altra della sua testa.
Le sembrava di avere le veritigini, e le faceva male non averlo davanti nonostante udisse la sua voce.

Scosse la testa e affondò le dita nei capelli.
Era assurdo, quel ragazzo era riuscito ad infiltrarsi tra i suoi pensieri e non riusciva a smuoverlo.

Alzò lo sguardo dal pavimento che incosciamente stava fissando, e rivolse un ultimo sguardo allo specchio.
Era ai limti della follia.
Si alzò e chiuse l'anta, cessando quella tortura che era guardarsi.
Afferrò una maglia e la infilò, chiudendo completamente l'armadio.

Allungò una mano e prese il telefono dalla scrivania disordinata, leggendo l'orario sullo schermo illuminato.

"Merda, la scuola!"

Spostò gli oggetti sulla sua scrivania, fino a recuperare un elastico con cui si fece una coda alta per tentare di nascondere lo stato pietoso in cui erano i suoi capelli.
Infilò le scarpe senza fare il lacci e afferrò lo zaino con raffica.
Corse verso la finestra, scavalcandola più velocemente possibile.
E a quel punto non le restò che correre.

Era riversa sul banco, con gli occhi socchiusi e i capelli raccolti che le ricadevano sulla schiena.
Era riuscita ad arrivare in tempo a scuola, ed era stata perfino una delle prime ad entrare in classe.
Ora é stanca.
La pesantezza di quelle notti insonni cominciava a farsi sentire, e aver corso per arrivare in tempo aveva incrementato la sua voglia di cadere in un sonno profondo.

-Buongiorno compagna di banco-la sua voce, così cristallina e pura.

Alison aprì la bocca mormorrando un "buongiorno" parecchio soffuso, provocando una risatina da parte di Lorenzo.

Ice Heart || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora