People don't change, but reveal themselves
Maybe it's too late, it's too late for turning back
Runaway while you can( La personcina nella foto la conoscete molto bene )
Lei era come il fuoco, indomabile. Bruciava tutto ciò che aveva attorno e non aveva pietà. Era il rosso, come la passione, ingannevole come la cospirazione nei suoi sorrisi. Sublime come la disperazione.
Lei non aveva più paura, guardava in faccia il suo nemico senza lasciarsi piegare da un solo sguardo. Era impassibile, impassibile al mondo che girava attorno a lei troppo velocemente.
Lei guardava, ossessionata dai dettagli, come tutti la lasciassero indietro, la gettassero, la rovinassero, riscrivessero.Lei era il libro che mai nessuno avrebbe voluto leggere.
Così pura ma complicata sotto le sue labbra rosee. Labbra ingannevoli, labbra che nemmeno la guerra avrebbe mai potuto vedere.
Era egoista, come la rosa che nasce e muore ancora prima di poter essere vista dall'occhio umano. Come il sole che tramonta quando qualcuno ha ancora bisogno d'aiuto.Era il nero, profonda e buia come una notte invernale, il cuore freddo pieno di ghiaccio. Ghiaccio simile ai suoi occhi vitrei sotto alla luce del sole, venati dal nero che la possedeva da dentro le sue ossa, dentro il suo sangue. Girava in tutto il suo corpo, infestandolo come la peste, uccidendo tutto dopo il suo passaggio.
Lei era il bianco, intoccabile se volevi lasciarlo tale. Pericolosa e spaventosa, monotona e piatta.
Lei era trasparente, invisibile agli occhi di tutti, un'anima vagante alla ricerca del proprio posto. Un posto evidentemente inesistente.
Trasparente come uno specchio, rifletteva gli errori del passato sul presente, lasciandosi trascinare in un vortice dove nessuno sarebbe mai venuto a cercarla.Era trasparente come la lastra di vetro che stava fissando a braccia conserte, stringendo il suo petto vuoto.
Rifletteva la sua figura, seria come mai l'aveva vista, fredda come mai si era sentita, spenta come se avessero soffiato sulla fiamma di una candela sciolta dal tempo.Aveva nuovamente sciolto i capelli che cadevano mossi sulle spalle, come le onde del mare che andavano ad infrangersi contro gli scogli senza mai stancarsi.
Aveva tolto il maglione, rimanendo in canottiera per il caldo sovrastante che dominava i corridoi dell'ospedale che non avrebbero mai contenuto a lungo la sua frustazione.Il viso stanco, distrutto da tutto ciò che stava passando in quei mesi, non più contaminato dalle striature di trucco in un vano tentativo di rendersi più carina agli occhi altrui.
Scosse la testa, abbassando gli occhi sul lavandino disposto al di sotto del piccolo specchio quadrato.
Alzò la manopola, come un gesto automatico, come se avesse voglia di sentire l'acqua scorrere giù per le tubature e potesse avere una sensazione di sollievo.Mise le mani sotto al getto freddo, socchiudendo gli occhi per godersi al meglio la sensazione fresca che le donava il contatto con il liquido.
Michele era ancora in stanza, parlava, parlava, ma non sapeva che Alison aveva smesso di ascoltarlo tempo prima per perdersi nei suoi pensieri.
Ed era tutto talmente confuso e fitto che ora era persino difficile uscirne.La lancetta dell'orologio si era spostata di novanta gradi sulla superficie di quarzo, segnando le 5:17 del mattino.
Il tempo passava, la speranza cedeva, la voglia di vederlo aumentava.Poggiò i polsi bagnati sul lavandino, come per sorreggersi da una caduta inevitabile.
Prese in una mano i capelli ondulati e portò le labbra secche sull'estremità del rubinetto, ingoiando l'acqua e facendola scorrere lungo la gola.

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Ice Heart || Lorenzo Ostuni
FanfictionQuando una ragazza ha il cuore frantumato, é inevitabile che un pezzo di ghiaccio ne prenda il posto, creando una barriera per tenere lontano chiunque. Niente può entrare e niente può uscire... Ma se arrivasse una persona che volesse abbatterla? ❄ ...