Promises

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You watch me bleed until I can't breathe,
Shaking, fall into my knees,
And now that I'm without your kisses,
I'll be needing stitches

(Raga. La foto. MA È NORMALE AVERE UN SORRISO COSÌ?)

La pioggia che cadeva a fiotti si confondeva con le lacrime che solcavano le guance della bionda.
Le foglie dalle estremità pungenti pungolavano la pelle delle braccia scoperte che abbracciavano le gambe lunghe piegate contro il petto.
Era un'estate cupa, aveva piovuto più volte, tanto che il naso di Alison si era abituato all'odore acre della terra bagnata.
Non era nemmeno sicura che se stesse davvero piovendo a dirla tutta, sarebbe potuta benissimo essere una tempesta allusiva scatenata dal groviglio nella sua mente.
Tutto era estramemente confuso.

"Parto per un po' per lavoro" aveva semplicemente detto suo padre.

Ricordò il modo in cui le mani di Alison si erano strette a quelle parole come il suo stomaco, e di come avesse sgranato gli occhi, credendo che potesse quasi aver avuto un'illusione.
Ma era tutto vero, schiarendo la vista aveva potuto meglio vedere il largo sorriso con cui aveva annunciato ciò, come se non importasse, come se fosse positivo.
I suoi occhi verdi, però, lo avevano tradito. Erano spenti e Alison poté giurare di averli quasi velati.

Ed Alison era semplicemente scoppiata in un pianto isterico.
Le immagini scorrevano in bianco e nero nella sua mente, offuscandole i ricordi, ma la voce consumata le ricordava le grida che aveva rivolto al padre, il modo impotente in cui l'aveva guardata tentando di calmarla.
Ma non si era tranquillizzata affatto, si era dimenata dalla stretta salda di suo padre e si era messa a correre dal retro della casa, finendo in una meta ancora a lei sconosciuta.

Ed ora, era sotto un abete dove nessuno poteva trovarla o sentirla urlare, le sue parole erano solo un fischio sul vento impetuoso che le scompigliava i capelli.
Riusciva solo a pensare a quanto suo padre le sarebbe mancato, quanto sarebbe stato difficile senza di lui. Era una di quelle poche dodicenni che lo preferiva alla madre.
Alla domanda 'Preferisci mamma o papà?', Alison non aveva mai esitato nel dare il nome dell'uomo.
Aveva uno stretto rapporto lui, era quello con cui faceva tutto e con cui passava più tempo.

Un calore inaspettato le sfiorò le spalla, facendola sobbalzare.
Aveva iniziato improvvisamente a sentirsi meglio, non appena il viso si era mosso verso quello di suo padre.
Gli occhi verdi preoccupati la scrutavano piangere, mentre su di lui teneva una giacca per proteggersi dall'acqua.

-Cerbiatta, ti ho cercata ovunque. Che diamine fai qua?-domandò visibilmente rincuorato.

-Lasciami stare!-gli gridò contro allontanandosi da lui.

-Piccola mia, non andare via prima che lo faccia io-l'amarezza nella sua voce la colpì a fondo, rigirando il pugnale nella ferita fresca.

-Papà..-le lacrime le impedivano di parlare bene-Non voglio tu te ne vada!-

L'uomo sospirò pesantemente e le prese una mano, trascinandola accanto a lui.
Alison si lasciò trasportare questa volta, era troppo triste per opporsi.
Si lasciò stringere poi, appoggiando la testa sul petto di suo padre singhiozzando.

Ice Heart || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora