I used to think that I was better alone,
Why did I ever wanna let you go?
Under the moonlight as we stared at the sea,
The words you whispered I will always believeEvitarlo era difficile.
Ma lui lo rendeva più facile visto che utilizzava la stessa tattica, tenendosi lontano da lei.
Forse a lui non importava come ad Alison piaceva credere, ormai le sue certezze stavano andando a svanire una ad una.
La solitudine che l'avvolgeva era straziante, era riuscita a rovinare tutto ciò che la rendeva felice. O almeno la faceva sentire meglio in parte.Passò i giorni seguenti a concentrarsi sullo studio e sulle innumerevoli verifiche che avrebbe dovuto affrontare, date le vacanze di Natale e la chiusura del quadrimestre ormai prossime.
Aveva sempre studiato in giusta quantità, ma in quei giorni aveva avuto bisogno di tenere la mente sgombra e passava ore a leggere testi letterari o svolgere espressioni chilometriche.
Non che fosse veramente interessata ai drammi esistenziali di Leopardi o a quel brodaglio di numeri, ma era pur sempre un passatempo leggere e inoltre voleva finire l'anno scolastico con una media possibilmente buona.Quella mattina, avevano una verifica di matematica piuttosto complicata ed Alison era pronta.
Picchiettava la penna sul banco ininterrottamente, mentre il suo vicino di banco teneva la testa tra le pagine del libro ripassando a bassa voce.
Cercò di non guardarlo, ma ciò non le impedì di immaginare le sue labbra muoversi lentamente leggendo con occhi scuri le scritte stampate sulla carta.
Osservò la professoressa cercare nella cartellina azzurra che teneva sulle gambe le verifiche, passando le ossute dita tra i fogli che conteneva.-Potresti smetterla?-
Alison aggrottò le sopracciglia e mosse la testa verso di lui, osservando la sua espressione corrucciata.
Appena i loro occhi si incontrarono, lui abbassò lo sguardo sulla penna nera che non aveva smesso di essere battuta sul banco.-Cosa?-
-Quella penna. Smettila di far rumore, sei fastidiosa.-
"Finito gli assorbenti?" pensò vedendolo così isterico.
Alison lo assecondò e cessò immediatamente i movimenti delle dita lasciando scivolare la penna sul banco.
Approfittò di quell'attimo concesso per scrutarlo, e si accorse di quanto fosse bello anche da distrutto.
Aveva i capelli arruffati in un vano tentativo di tenerli in un ciuffo, le labbra si muovevano rileggendo quei piccoli paragrafi pieni di parole.
Le dita erano piegate verso l'interno, mentre il mento era adagiato sul palmo.
Gli occhi scuri erano spenti e cerchiati dalle notti insonni sui libri.
Scosse la testa come se la sua immagine potesse sparire dalla sua mente, come se potesse davvero far finta che non fosse lui.
Cercò di convincersi che lui non aveva quegli occhi, quei capelli e quel sorriso.-Non sei preparato?- domandò.
-Sì, ma io e la matematica non siamo mai andati molto d'accordo.- disse stufo.
E la guardò.
Senza preavviso, senza niente che l'avesse preparata a quell'impatto, semplicemente sollevò la testa ed Alison si ritrovò in quelle pozze scure.
Il vero problema lui era lui, aveva quegli occhi, quei capelli e quel sorriso.
E da questo non poteva scappare.Alison annuì e gli disse di ripassare con troppa isteria nella voce, forse, ma lui le diede ascolto vedendo la professoressa incominciare a distribuire i test.
Dopo un'interazione con lui, sei sentiva sempre strana. Era come se fosse sotto incantesimo, come se quando parlasse con lui fosse diversa dalla solita Alison sfrontata. Diventata debole.Quando il foglio le fu davanti, riuscì a completare ogni esercizio senza faticare granché.
La matematica le riusciva e aveva fatto parecchi esercizi simili a quelli sul foglio per esercitarsi, quindi era facilitata.
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Ice Heart || Lorenzo Ostuni
FanficQuando una ragazza ha il cuore frantumato, é inevitabile che un pezzo di ghiaccio ne prenda il posto, creando una barriera per tenere lontano chiunque. Niente può entrare e niente può uscire... Ma se arrivasse una persona che volesse abbatterla? ❄ ...