Capitolo 12

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Il rifugio era piccolo, polveroso e con un forte odore di legno umido, ma per il gruppo era una salvezza. Dopo aver chiuso tutte le finestre e sistemato le poche provviste che avevano portato, Rachel si trovò sola con i suoi pensieri. JJ e Sarah erano in cucina, intenti a cercare di accendere il fuoco nel vecchio camino, mentre Rafe era uscito fuori, apparentemente per controllare il perimetro.

Ma Rachel sapeva che c’era dell’altro. Non poteva ignorare più a lungo l’energia tesa tra loro. Da quando avevano lasciato l’isola, qualcosa era cambiato. Rafe sembrava sempre più distante, più duro, e lei non riusciva a capire il perché. Sentiva che c'era qualcosa che le stava nascondendo, e la frustrazione montava dentro di lei.

Dopo qualche minuto, decise di affrontarlo. Uscì dal rifugio, trovandolo in piedi, a pochi metri dall'ingresso, con lo sguardo perso nel vuoto, rivolto verso il mare.

"Rafe," chiamò, la voce più dura di quanto avesse intenzione. Lui non si voltò subito, ma dopo qualche secondo, abbassò lo sguardo e poi si girò lentamente.

"Che c'è?" rispose, il tono neutro, ma c’era qualcosa nella sua postura che la fece innervosire.

Rachel si avvicinò di qualche passo, incrociando le braccia al petto. "Cos'è che non mi stai dicendo?"

Rafe sospirò, passandosi una mano tra i capelli biondi arruffati. "Non è il momento, Rachel. Abbiamo appena rischiato la vita là fuori, e tu vuoi discutere?"

"Non è una discussione che voglio," ribatté lei, avvicinandosi ancora di più. "Voglio delle risposte. Da giorni mi stai tenendo a distanza, mi stai nascondendo qualcosa e io lo so. Cosa sta succedendo, Rafe?"

La tensione che aveva trattenuto per tutto il tempo finalmente esplose. Rafe fece un passo avanti, gli occhi freddi e penetranti come non li aveva mai visti prima. "Rachel, ti rendi conto della situazione in cui siamo? Quei ragazzi vogliono uccidermi. Vogliono ucciderti. E tu stai qui a interrogarmi come se fossimo in una stupida terapia di coppia?"

"Non è solo questo, Rafe!" urlò Rachel, sentendo il nodo alla gola sciogliersi in rabbia. "Non è solo quello che è successo oggi. Tu sei cambiato, e lo so. Io... io ti vedo! Ci sei dentro fino al collo in qualcosa di brutto, e non mi stai dicendo nulla. Perché? Non ti fidi di me?"

Rafe fece un gesto di frustrazione, come se stesse cercando di trattenere qualcosa di più profondo. "Non è che non mi fidi di te. È che... non puoi capire."

"Non posso capire?!" Rachel scosse la testa, incredula. "Sono tua sorella, Rafe! Sono stata al tuo fianco per tutto questo tempo. Non ti sei accorto che tutto quello che faccio è cercare di proteggerti, anche da te stesso?"

Il silenzio che cadde tra loro fu carico di emozioni, ma Rafe non sembrava intenzionato a cedere. Il suo sguardo si indurì ulteriormente, la mascella tesa. "Proteggermi? Da cosa, Rachel? Io non ho bisogno di essere protetto. Sto facendo quello che devo fare. Per noi. Per te."

Rachel lo fissò, incapace di credere a quello che stava sentendo. "Per noi? Non mi sembra che tu lo stia facendo per me. Tutto questo... questa violenza, queste scelte. Non sei più la persona che conoscevo. E non so nemmeno più se voglio stare al tuo fianco."

Quelle parole uscirono di getto, prima che potesse fermarle. Le videro congelare l’aria tra di loro, e Rachel notò l’ombra di dolore attraversare lo sguardo di Rafe, anche se per un attimo. Ma poi lui lo nascose, come faceva sempre.

"Se è così che la pensi," disse lui, la voce gelida. "Forse non dovresti stare al mio fianco. Forse dovresti tornare da JJ e Sarah e lasciare che io faccia quello che va fatto."

"Tu non mi stai ascoltando!" Rachel alzò le braccia, frustrata. "Non è una questione di fare o non fare. È una questione di come stai affrontando tutto questo. Stai diventando... stai diventando come loro, Rafe! Come quei ragazzi che abbiamo appena lasciato sull’isola. Non lo vedi?"

Rafe si irrigidì, le mani strette in pugni. "Io non sono come loro," sibilò, ma la voce tremava appena.

"Stai seguendo lo stesso percorso," continuò Rachel, la sua voce più morbida ora, ma piena di dolore. "E io... io non posso vederti distruggerti così."

Lui la guardò intensamente, gli occhi scuri come una tempesta in arrivo. "Non ho altra scelta."

Rachel lo fissò, cercando disperatamente di capire, di trovare un modo per spezzare quella corazza che si era costruito attorno. Ma non riusciva più a vedere il ragazzo che una volta conosceva.

E allora capì che forse, per la prima volta, doveva davvero lasciarlo andare.

Senza Preavviso. -RafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora