Capitolo 28

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Il cielo sopra la spiaggia si era tinto di un grigio opprimente, e l'aria densa sembrava carica di una tensione invisibile. Rachel camminava accanto a Rafe, in silenzio, ma sentiva un’inquietudine crescere dentro di lei. Ogni passo le sembrava più faticoso del precedente, e un sottile dolore le pulsava nel ventre, ma aveva cercato di ignorarlo, convinta che fosse solo lo stress, o la stanchezza.

La spiaggia era silenziosa, interrotta solo dal rumore delle onde che si infrangevano pigre sulla riva. Eppure, quel silenzio sembrava quasi un presagio, un avvertimento. Rachel si fermò per un attimo, appoggiando una mano al fianco. Un brivido la attraversò, ma cercò di mantenere la calma.

“Rachel?” La voce di Rafe era appena un sussurro, ma tradiva una nota di preoccupazione. Lui la conosceva abbastanza bene per notare quando qualcosa non andava.

“Sto bene,” rispose lei, anche se dentro sentiva che non era vero. “Solo un po' stanca.”

Ma mentre diceva quelle parole, un dolore improvviso e acuto le trafisse l’addome, strappandole un piccolo gemito. Rachel si fermò bruscamente, il volto che si contrasse in una smorfia. Portò una mano al ventre, il cuore che iniziava a battere forte per la paura.

“Rachel?” ripeté Rafe, questa volta più allarmato, facendo un passo verso di lei. Le sue mani la afferrarono con dolcezza, cercando di tenerla stabile. “Che succede?”

Rachel cercò di rispondere, ma il dolore la colpì di nuovo, più forte, facendola piegare in avanti. Il respiro le si mozzò in gola mentre un’ondata di panico si impossessava di lei. Qualcosa non andava. Qualcosa di terribile stava accadendo.

“Rafe… non… non va bene,” sussurrò, la voce tremante. Si aggrappò a lui, cercando disperatamente di rimanere in piedi mentre il suo corpo le cedeva sotto il dolore crescente. Sentì le ginocchia cedere e crollò sulla sabbia, le mani strette sul ventre in una disperata protezione.

Rafe la prese al volo, inginocchiandosi accanto a lei, il volto pieno di paura. “Rachel! Respira… respira, andrà tutto bene.” Ma la sua voce tradiva la certezza che stava cercando di infondere.

Rachel ansimava, ogni respiro sembrava una lotta. Poi lo sentì, una sensazione orribile, fredda e viscerale. Il panico si fece strada nel suo petto, e capì cosa stava succedendo prima ancora che Rafe lo vedesse. Una sensazione umida le percorse le gambe, e il mondo intorno a lei si fermò.

“No…” sussurrò, con la voce spezzata. “No, no… non può essere.”

Rafe seguì il suo sguardo verso la sabbia sotto di lei, dove si era formata una piccola macchia scura. Il suo volto impallidì. “Rachel…” disse, il terrore nei suoi occhi. “No, no… andrà tutto bene. Devi resistere.”

Rachel sentiva le lacrime riempirle gli occhi, il corpo tremava mentre il dolore diventava insopportabile. “Sto perdendo il bambino, Rafe,” disse infine, la voce incrinata da una disperazione che sembrava non avere fine.

Rafe la sollevò delicatamente, stringendola contro di sé mentre il vento freddo della sera cominciava a soffiare intorno a loro. “Non lo permetterò,” disse, quasi come una promessa disperata, anche se sapeva che non poteva fermare quello che stava accadendo. “Dobbiamo trovare aiuto. Subito.”

Mentre la portava via, il suono delle onde sembrava crescere in intensità, quasi a soffocare le sue parole. Il mondo intorno a loro si era fatto cupo, e Rachel sentiva che tutto le stava sfuggendo dalle mani. La sua forza, la sua speranza, il futuro che aveva immaginato.

“Non lasciarmi,” mormorò, stringendosi a lui, cercando conforto nella sua presenza. Ma dentro di sé, sapeva che il destino stava prendendo una piega irreversibile.

Senza Preavviso. -RafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora