Capitolo 25

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Il viaggio verso il rifugio a nord fu carico di tensione. Rachel e il resto del gruppo si muovevano in silenzio, ognuno con i propri pensieri. Rafe camminava accanto a Rachel, tenendole la mano, cercando di offrirle un po’ di conforto mentre attraversavano il paesaggio desolato della costa. L'aria salmastra riempiva i polmoni di Rachel, ma ogni respiro sembrava pesante, come se il mondo intero fosse gravato da una pressione che non riusciva a scrollarsi di dosso.

Finalmente, dopo ore di cammino, raggiunsero il rifugio: una vecchia casa di legno abbandonata che si affacciava sulla spiaggia. Era circondata da alberi e rovi, con una vista spettacolare sull'oceano, ma Rachel non riusciva a concentrarsi sulla bellezza del luogo. Qualcosa nel suo stomaco le diceva che non avrebbero trovato la sicurezza che cercavano.

“Eccoci,” disse John B, rompendo il silenzio. “Questo posto dovrebbe tenerci al sicuro per un po’.”

Kiara e Pope si guardarono attorno, ispezionando i dintorni. “Sembra in buone condizioni,” osservò Pope, mentre Kiara si avvicinava all’ingresso, cercando di aprire la porta che scricchiolava.

“Controlliamo dentro,” suggerì Rafe, e il gruppo si fece strada verso l’ingresso. Mentre si avvicinavano, Rachel non poté fare a meno di sentirsi sempre più ansiosa. C’era qualcosa di inquietante nell’aria.

Entrarono nella casa, trovando stanze polverose e piene di ragnatele. I muri erano scoloriti e l’aria all'interno era ferma. “Non c’è nessuno qui,” disse Sarah, sollevando una torcia per illuminare la stanza principale.

“Dovrebbe andare bene, giusto?” chiese Rachel, ma la sua voce tradiva il suo scetticismo.

“Dovrebbe,” confermò John B, mentre cominciavano a sistemare alcune cose. Ma mentre si spostavano, Rachel continuava a sentire quella sensazione di inquietudine, come se qualcosa di oscuro stesse per accadere.

Poco dopo, mentre il gruppo si sistemava, un forte rumore di vetri rotti echeggiò all’esterno. Tutti si fermarono, paralizzati dall’improvvisa ondata di paura. “Cosa diavolo è stato?” chiese Kiara, i suoi occhi spalancati.

“Rimanete qui!” ordinò John B, afferrando un bastone e avvicinandosi all’uscita. Ma Rachel sapeva che non sarebbe stato sufficiente.

In un attimo, una manciata di uomini armati irruppe nell’ingresso, i loro volti oscuri da cappucci. “Fermatevi!” urlò uno di loro, puntando un’arma verso il gruppo. “Nessuno si muova!”

Il cuore di Rachel iniziò a battere all’impazzata. “Rafe!” gridò, mentre lui si lanciava istintivamente davanti a lei, il corpo protettivo contro la minaccia.

“Cosa volete?” chiese JJ, il suo tono carico di rabbia e paura. Ma il gruppo di uomini non rispose. Invece, avanzarono, spingendo il gruppo verso il muro. Rachel si sentì soffocare dall’ansia, mentre le sue mani cercavano la di Rafe.

“Rachel!” Rafe la guardò, il suo sguardo intenso. “Stai indietro!”

“Cosa volete da noi?” ripeté John B, cercando di mantenere la calma. Ma gli uomini non sembravano intenzionati a rispondere.

“Voi siete un problema per noi,” disse uno degli uomini, il suo viso parzialmente coperto. “E stiamo per sistemare le cose.”

Rachel guardò Rafe, la paura nei suoi occhi era palpabile. “Dobbiamo scappare,” mormorò. “Non possiamo rimanere qui.”

“Non ti preoccupare,” rispose Rafe, mantenendo la voce bassa ma ferma. “Troveremo un modo. Restate uniti!”

In quel momento, il caos esplose. Gli uomini iniziarono a spingersi, urlando ordini mentre il gruppo cercava di difendersi. Rachel si sentì sopraffatta dalla confusione, cercando di rimanere attaccata a Rafe, che stava tentando di bloccare un attacco.

“JJ! Prendi Sarah e scappa!” urlò John B, cercando di tenere occupati gli aggressori.

“Cosa?” JJ guardò incredulo. “Non possiamo lasciarvi qui!”

“Devi andare!” insistette John B. “Non c’è tempo!”

Rachel si girò per cercare un modo di fuggire, ma il panico la paralizzava. La vista del conflitto e delle armi che si muovevano la riempì di terrore. “Rafe!” chiamò, la voce tremante.

“Rachel, seguimi!” Rafe la prese per la mano, trascinandola verso una porta sul retro. Ma mentre si muovevano, uno degli aggressori bloccò la loro strada.

“Fermati!” urlò l’uomo, puntando l’arma verso di loro.

Rafe si fermò, pronto a proteggere Rachel con il suo corpo. Ma in quel momento, una serie di colpi riecheggiò, e il gruppo di JJ si lanciò in avanti per distrarre l’assalitore.

“Adesso!” gridò Rafe, e insieme si lanciarono verso la porta posteriore, correndo a perdifiato nella foresta.

“Dobbiamo trovare un rifugio, un posto dove nasconderci,” disse Rafe, ansimante. La paura e l’adrenalina si mescolavano in un turbinio, ma Rachel sentiva che la situazione stava peggiorando.

“Ma dove?” chiese, guardando indietro verso la casa che ormai sembrava un campo di battaglia.

“Dobbiamo andare verso la spiaggia,” rispose Rafe. “Lì potremmo trovare una barca o qualcosa che ci permetta di scappare.”

Rachel annuì, sapendo che non avevano altra scelta. Ma mentre correvano, il rumore di passi rapidi dietro di loro la fece gelare. Non potevano fermarsi, non potevano voltarsi. Dovevano solo continuare a correre, a cercare una via di fuga.

L’oscurità della foresta sembrava inghiottirli, ma Rachel sentiva il cuore battere più forte. Dovevano trovare un modo per sfuggire a quella trappola mortale e proteggere ciò che avevano di più caro.

Senza Preavviso. -RafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora