Capitolo 27

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Capitolo 28

I colpi contro la parete della grotta continuavano, e Rachel sentiva il cuore battere più forte ad ogni suono. Ogni rumore sembrava un presagio di quello che stava per succedere, e la paura che aveva cercato di reprimere minacciava di travolgerla. Rafe, con lo sguardo concentrato e il bastone saldo tra le mani, si preparava a qualsiasi eventualità. Le loro possibilità erano scarse, ma non c’era spazio per il panico.

“Rafe, non possiamo combattere da soli,” mormorò Rachel, la voce appena udibile nel silenzio teso. “Sono troppi.”

Rafe annuì, ma il suo sguardo era determinato. “Lo so, ma non ho intenzione di arrendermi senza combattere. Faremo del nostro meglio per resistere.”

Improvvisamente, i colpi si fermarono. Un silenzio inquietante calò sulla grotta, rendendo l’atmosfera ancora più pesante. Rachel trattenne il respiro, cercando di capire cosa stava succedendo. Poi, una voce profonda si fece sentire dall'esterno.

“Sappiamo che siete lì dentro!” gridò l’uomo, la sua voce piena di minaccia. “Non c’è via d’uscita. Uscite e forse non vi faremo del male.”

Rachel scambiò uno sguardo con Rafe, i suoi occhi pieni di paura e domande. Era evidente che non potevano fidarsi delle promesse di quegli uomini. “Non usciremo,” sussurrò, stringendo ancora di più la pietra che teneva tra le mani.

Rafe scosse la testa, confermando quello che entrambi sapevano. “Non possono costringerci. Aspetteremo.”

Il tempo sembrava rallentare mentre rimanevano in attesa. Rachel sentiva il respiro corto, e la tensione nel suo corpo era quasi insopportabile. Poi, all’improvviso, il suono di passi rapidi si fece sentire di nuovo. Ma questa volta, non provenivano dalla grotta.

“JJ!” gridò una voce familiare. Era John B.

Rachel si alzò di scatto, incredula. “Sono loro,” disse con un filo di speranza nella voce. “Sono venuti a salvarci.”

Un’esplosione di rumori e grida scoppiò all’esterno. Il suono della lotta riempì l’aria, e Rachel si sentì divisa tra la paura e la speranza che finalmente tutto stesse volgendo al meglio. Rafe la prese per mano e la fece avvicinare a lui. “Non è ancora finita,” disse, tenendola stretta. “Ma dobbiamo essere pronti.”

Dopo qualche minuto, il rumore si attenuò e l’entrata della grotta si aprì lentamente. Il volto di JJ apparve nell’ombra, il viso graffiato e coperto di sabbia, ma un sorriso tirato sulle labbra. “State bene?”

“JJ!” Rachel corse verso di lui, sollevata nel vedere il fratello sano e salvo. “Non so come avete fatto, ma siete arrivati giusto in tempo.”

“Siamo riusciti a tenerli a bada,” disse JJ, respirando affannosamente. “Ma dobbiamo andarcene subito. Non sappiamo quanti altri ne arriveranno.”

Rafe annuì, aiutando Rachel a prendere le sue poche cose. “Dobbiamo trovare un posto più sicuro. Questo rifugio non basta più.”

Mentre uscivano dalla grotta, Rachel si fermò un istante a guardarsi attorno. Il sole era ormai tramontato, e l’oscurità si era impadronita del paesaggio. Le sagome degli uomini che avevano attaccato giacevano a terra, alcune ancora in movimento, ma incapaci di continuare la lotta. Pope e Kiara erano lì, stanchi e feriti, ma vivi.

“Dobbiamo muoverci,” disse John B. “Non abbiamo molto tempo.”

Il gruppo si mise in marcia, seguendo la spiaggia in direzione di un nuovo rifugio che avevano individuato poco lontano. Ma Rachel non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse pericolosa quella situazione. Non c’era un vero luogo sicuro in cui rifugiarsi, e i nemici sembravano sempre essere un passo avanti a loro.

Camminarono in silenzio per un po’, fino a quando JJ si avvicinò a Rachel. “Hai tenuto duro, sorellina,” le disse, con una punta di orgoglio nella voce. “So che non è facile, ma ce l’abbiamo fatta.”

Rachel annuì, ma dentro di sé sentiva una profonda inquietudine. Qualcosa la turbava, e non era solo l’immediato pericolo. Le sensazioni contrastanti nei confronti di Rafe, l’incertezza su come avrebbe affrontato la loro relazione nel mezzo di tutto quel caos, la sua paura di perderlo o di fare una scelta sbagliata. Tutto si mescolava in un turbine di emozioni.

“Rafe,” sussurrò, fermandosi un attimo. Lui si voltò, lo sguardo preoccupato. “Pensi che ci sarà mai un posto dove saremo veramente al sicuro?”

Senza Preavviso. -RafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora