Daisy

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Jane non sa davvero cosa fare. Per la prima volta nella vita, non sa cosa fare. Manda Alex a prendere il necessario, ma ha bisogno di stare sola. Si fa lasciare da qualche parte. Alex è riluttante, odia non sapere dove sia Miss Jane, ma questi sono gli ordini. La lascia poco fuori dal centro della città ma le fa promettere di chiamarlo per riportarla a casa. Jane promette senza dire nulla. Ha la testa piena di pensieri, si sente leggera e pesante allo stesso tempo. Prova vergogna per non essere riuscita a reagire meglio, si sente insicura e lei odia sentirsi vulnerabile. Cammina avvolta in un pesante cappotto. La città si sta lasciando lentamente alle spalle la leggerezza dei primi giorni del nuovo anno e la routine quotidiana sembra essere tornata. Ha fame, trema ma non di freddo. È così arrabbiata per essersi fatta sopraffare, lei non è una vittima, non si sente tale, allora perché si sente così? Tutti le direbbero che è il minimo per quello che le è successo. È stata stuprata per amore di Dio, ma non è questo a turbarla. Si domanda come mai non abbia lottato di più e meglio. Perché non ho reagito più forte? Forse perché è il padre di mia figlia? Sono davvero stata violentata? Oddio...che mi sia in qualche modo piaciuto? Se fosse stato un altro gli avrei sparato in fronte, dunque...perché a lui no? Dio, sto pensando troppo! Jane scuote la testa, è così immersa nei suoi pensieri da esserne quasi intorpidita. Qualche strana forza la continua a portare in quel bar dove si ritrova senza nemmeno accorgersene. "Salve Jane!" l'eco del suo nome nel locale deserto la fa uscire della suo lieve torpore. "Daisy ...ciao..." dice sedendosi al tavolo dell'ultima volta. La giovane cameriera la guarda senza dire nulla. Prepara caffè bollente ed una delle sue brioches. "Stai bene? Sembri aver passato l'inferno!" Daisy le mette davanti una tazza di caffè e il suo dolce. Jane scrolla le spalle ma non dice nulla. Prende la tazza fumante e se la porta al naso per gustarne l'odore. Il caldo vapore aromatizzato le scalda pelle e cuore. Daisy aprofitta del fatto che il locale sia vuoto e si siede di fronte alla bella bruna. Jane gusta il caffè ma è chiaro che qualcosa la turba. "Se vuoi parlare, sono qui...le devo molto Miss Rizzoli e in me avete un'amica..." la ragazza la guarda rispettando il suo silenzio. Jane annuisce debolmente ma non stacca gli occhi dalla sua tazza. Si sente priva di energie. Sa che deve andare a casa, lavarsi e parlare con Maura ma qualcosa la trattiene. Sa che Poppy non dovrai mai saperlo. Non potrà mai sapere che suo padre ha violentato la sua mamma. MAI. Finito il caffè, Jane si alza per andarsene ma Daisy la blocca per un braccio. "Qualunque cosa la turbi Miss, ero seria..." Jane si volta e la guarda con un timido sorriso. "Devo andare...mia figlia e Maura mi aspettano a casa, ciao e grazie..." la ragazza lascia la presa e segue la bruna con lo sguardo fin oltre la porta. Poi si alza e prende i soldi che Jane ha lasciato sul tavolo. Un bel centone, sorride amaramente mentre porta via la tazza e ripulisce il tavolo. Qualcosa turba la splendida mora e lei non vuole lasciarlo andare. "Helèna!" urla slacciandosi il grembiule "Esco per un paio d'ore, di a Lauren che è una cosa personale!" la collega che sta sistemando sul retro del locale la saluta prima di vederla sparire via correndo. Le strade sono poco trafficate, resta solo da capire dove sia andata la donna. Si avvolge stretta nella giacca e comincia a camminare velocemente, non può essere andata molto lontana a piedi. Dopo qualche falcata vede in lontananza la sagoma della donna. "Miss Jane!" Grida correndole incontro. La bruna si volta di scatto e vede Daisy avvicinarsi. "Che succede?" domanda curiosa. La ragazza si ferma un attimo per prendere fiato. "Non siete voi Miss, che cosa è successo? So che non sono affari miei...ma oggi siete diversa, qualcosa vi...". Jane la guarda con un debole sorriso. "Grazie delle belle parole Daisy, davvero...ma sto tornando a casa, ho bisogno di stare con mia figlia e la mia ragazza, sei una persona speciale e non lo dimenticherò..." un auto intanto sta accostando. È alex, che non fa in tempo a scendere perché una Maura preoccupata balza fuori dall'auto. "Jane!" la bionda si fionda tra le braccia della sua ragazza "Non hai risposto ai miei messaggi, mi stavo preoccupando...poi Alex è tornato e io..." Jane stringe Maura tra le braccia e la bacia con passione. A parte sua figlia è l'unica persona che la calmi e la faccia stare bene. Daisy assiste allo scambio con una punta d'invidia e si domanda che sapore abbiano quelle labbra e come deve essere bello stare al posto di Maura e poter avere Jane in quel modo. Per un secondo Jane dimentica tutto. Ama questa donna e sa che deve dirle tutto. Le pesa come un macigno doverle dire cosa è successo, ma sa che Maura non le perdonerebbe il silenzio. Niente più segreti si sono promesse e Jane mantiene sempre le sue promesse.

Cuore Rosso PapaveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora