Janare e longobardi si erano divisi già dalle prime ore della mattina. Forse il mio incontro con Brando aveva infranto alcune regole non scritte, ma lui non me lo aveva fatto notare, neanche quando mi accompagnò fino all'aula di pozioni.
Hermelinda aveva raggruppato in quella stanza tutte le streghe che non avevano ancora stretto un Foedus, mentre i camfi erano stati raggruppati nella palestra, insieme al professore Arduino.
Quando feci il mio ingresso nella stanza, fui accolta dai volti tesi delle janare arrivate quell'anno, novizie come me. Erano tutte sedute attorno al tavolo di legno e sembravano terrorizzate. In piedi, alle loro spalle, coloro che avevano già vissuto il rituale ed erano risultate incompatibili. I loro volti non tradivano alcuna emozione in particolare, ma avevo imparato da tempo la loro bravura nel mascherare le emozioni.
Tra le streghe riconobbi subito la mia amica Costanza, l'unica che mi accolse con un ampio sorriso. Le andai incontro immediatamente, aggirando l'enorme tavolata per raggiungere la parete di fondo.
"Come ti senti?" le domandai, sapevo che ritentare il rituale era per lei motivo di sofferenza.
"Sto bene." Mi disse e dal tono deciso della voce mi sembrò sincera. "Dovresti sederti, tu sei una delle novizie, esattamente come loro."
C'era una sedia vuota in effetti, non molto distante dal punto dove mi trovavo, ma il pensiero di essere influenzata dall'ansia delle altre ragazze mi destabilizzava. Guardai Costanza con aria supplicante, ma non riuscii in alcun modo a convincerla.
"Credimi, è meglio che ti siedi. Hermelinda tiene molto alla forma di questo rituale."
Non obiettai oltre. Era una delle professoresse che più mi incutevano rispetto e timore, suscitare la sua ira era l'ultimo dei miei pensieri.
Feci giusto in tempo a prendere posto quando la porta dell'aula tornò ad aprirsi e la strega fece il suo ingresso. Indossava pantaloni di pelle, camicia e corpetto, il tutto rigorosamente nero. I capelli erano raccolti in una morbida e comoda treccia che ondeggiava alle sue spalle e il volto era tirato e meditabondo.
"Sono contenta di trovarvi già tutte qui. Oggi sarà una giornata molto lunga e impegnativa per voi." Non ci salutò e il tono duro che utilizzò mi fece capire la sua preoccupazione. I suoi occhi percorsero ognuna di noi con attenzione, soffermandosi in particolar modo su di me.
"Quando il sole sarà calato inizierà il rituale del Foedus. La maggior parte di voi l'ha già vissuto e sa in cosa consiste e come si svolgerà questa giornata." I suoi occhi scrutarono la fila delle ragazze in piedi, appoggiate contro la parete di tufo. Qualcuna annuì con decisione, altre rimasero impassibili.
Notai che la ragazza seduta alla mia sinistra aveva le mani che le sudavano e continuava a tamponarle sulla gonna del suo bellissimo abito blu scuro. Per non sudare a mia volta, tornai a guardare l'insegnante.
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FOEDUS
FantasyNapoli, 1821. Nel ventre della città, sotto la superficie, si nasconde un'Accademia che forma streghe e guerrieri da sempre impegnati nella faida contro i seguaci del culto micaelico. Azaria, una giovane di salute cagionevole, cresciuta in una famig...