Capitolo 2

238 19 0
                                    

Zoe Pov

"Zoe tesoro,avanti svegliati"
"altri 5 minuti papà..." mugugnai strofinandomi gli occhi
"siamo arrivati" disse sorridendomi.
Eravamo sull'aereo di famiglia e io nonostante l'ansia per il ritorno a Sidney ero riuscita ad addormentarmi.
Scendemmo dall'aereo e parcheggiata vicino all'aereo c'era una macchina, noi odiavamo avere un'autista quindi guidavamo sempre io o papà visto che io avevo preso la patente qualche mese prima.
Ci caricarono le valigie dentro alla macchina e partimmo.

***

Stavo sentendo la musica al massimo volume mentre canticchiavo, quando papà mi levó una cuffietta dall'orecchio e mi disse che eravamo arrivati.
Attraversammo il cancello e non mi sbalordii affatto a vedere la nuova villa acquistata da quello spendaccione di mio padre.
Scesi dalla macchina e tirai un'occhiataccia al mio vecchio che mi fece un sorriso da "hey non posso farci niente, sono fatto così" risi ed entrai in casa.
I camion che avevano tutte le nostre cose erano già passati perchè la casa era già arredata.
C'era un salone immenso con un divano a forma di "L"con un camino non lontano, un'altro salone dove c'era una tv a schermo piatto gigantesco, un divano e due poltrone vicine, bhe del giardino non ne c'era niente da dire, era immenso lì avrei potuto allenarmi in quello che volevo.
C'era anche una piccola palestra(piccola per modo di dire) una cucina  gigantesca dove avrei potuto trovare di tutto.
Sallì le scale e c'erano due bagni, la camera di papà, il suo studio, la camera di John e Maggy (la cameriera e il tutto fare di famiglia), la mia camera e due camere degli ospiti.
Doveva sempre fare le cose in grande  non c'era niente da fare sempre la stessa storia.
Entrai nella mia camera, era spaziosa e bellaz
C'era un letto matrimoniale attaccato al muro in mezzo alla stanza.
Pareti bianche che non sarebbero durate un mese (le avrei dipinte), una libreria con tutti i miei libri e i dvd e le serie tv, una scrivania marrone scuro, la mia sedia girevole (che avevo fregato a mio padre) e un'armadio troppo grande per i miei gusti..
Dentro l'armadio c'erano gli abiti e le scarpe che papà cercava di rifilarmi continuamente.. dannato Markus non ti arrenderai mai?
Misi la musica al massimo, iniziai a ballare e a cantare e iniziai a svuotare le mie valigie e a ordinare il tutto, già la camera mi sembrava più mia.
Mi cambiai e mi misi una felpa larga verde scuro, dei pantaloncini che di solito indossavo a casa e ai piedi mi lasciai i miei fantasmini.
Ah dimenticavo avevo un bagno privato dentro la mia stanza.
Spensi la musica, scesi giù per fare uno spuntino e trovai Maggie e John che stavano parlando.
Andai ad abbracciarli, non li vedevo da un mese, si erano trasferiti quì in anticipo perchè mio padre aveva degli affari da concludere se no saremmo arrivati lí prima.
Quei due erano come una madre e un secondo padre, erano sposati e ci volevamo un sacco di bene, loro erano della famiglia.
Appena mi sciolsi dal loro abbraccio Maggie mi guardó accigliata
"signorina Zoe perchè non si fa crescere quei capelli sembra un ragazzo non fa bene all'immagine della sua famiglia".
Incrociai le braccia in segno di disaprovazione e sospirai, a volte era davvero insopportabile, lei era alleata con mio padre in questo campo della bellezza e della cura personale, anche lei voleva che fossi una piccola fatina con i riccioli d'oro.
"Maggie ti ho già detto mille volte che li voglio così" dissi con disaprovazione.
In quel momento entró anche mio padre giusto per ficcare il dito nella piaga.
"E tu dovresti essere una ragazza? io non ho avuto una figlia ma un figlio rozzo sarcastico e acido" mi disse ridendo.
Grugnì rumorosamente e poi risi.
"È proprio quello che continuo a ripeterli Signor Anderson ma è più dura di un diamante questa ragazza".
"Lo prendo come un complimento" feci un piccolo inchino.
Tutti risero.
Mangiai un panino e poi salì in camera mia, appena entrai saltai dalla gioia e urlai un grazie dalle scale.
Nell'angolo della camera c'erano dei secchi di vernice per le pareti.
Mi sedetti per terra e iniziai a pensare cosa potevo fare.
Lampo di genio perchè non avere una camera solo di un colore quando potevo averla di mille colori?
Ormai avevo deciso nella settimana che precedeva l'inizio della scuola avrei dipinto le pareti e il soffitto.
Bussarono alla porta, ma poi non entró nessuno quindi aprii la porta e sul pavimento c'era un cesto con un telo sopra, tolsi il telo e c'era un gattino tigrato che mi guardava con dolcezza, mi innamorai immediatamente di lui, era bellissimo,e lo chiamai Simba.
Era troppo bello nel suo cestino quindi presi la mia canon e gli feci una foto (si nelle mie passioni avevo anche la fotografia).
Presi in braccio Simba e scesi di corsa le scale.
Trovai papà sul divano che stava guardando una partita di football, lo abbracciai da dietro, gli diedi un bacio sulla guancia e lo ringraziai con gli occhi che mi luccicavano ancora.
"Piccola Artemide domani cosa farai?".
Era da tanto che non mi chiamava cosí, mia sorella Kate mi aveva dato quel sopranome, era lei che mi aveva dato il secondo nome, Diana ma mi aveva chiamato così non perchè vedeva in me la dea Diana (forma romana di Artemide) ma vedeva la dea Artemide in me.
Ero come lei caretterialmente e fisicamente, ma ovviamente sarebbe stato un po' ridicolo darmi un nome così lungo, così mi dette il suo nome ma in forma romana, per lei e per mio padre sarei stata sempre Artemide e Zoe.
"bho dipingeró la stanza" feci spallucce
mi sedetti sul divano con Simba sulla pancia che mi faceva le fusa e guardai la partita con papà.
Nella settimana che precedette la scuola, come avevo detto verniciai la camera,giocai con Simba, e mi allenai.
Ma la pacchia era finita domani incominciavo scuola.

-----
corretto

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora