Capitolo 48

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Zoe pov

Dieci minuti e non reggevo più.
Jason si stava divertendo a prendermi in giro non facendomi toccare palla.
Ero furiosa.
Ormai era una questione di principio.
Gli rubai palla e scattai verso la porta, feci per tirare ma Jason mi spinse e caddi per per terra con la spalla.
Mi morsi la lingua per le lacrime che volevano uscire, faceva fottutamente male.
Non mi rialzai.
"Che c'è Zoe sei già stanca?" mi istigó Jason.
Con le mie ultime forze gli saltai addosso e cominciai a prenderlo a pugni.
Non dovevo farli molto male visto che rideva, eppure il sangue dal naso stava uscendo.
I compagni di Jason mi tirarono via e ci separarono.
"Sei un maledetto imbecille non la smetti mai di giocare sporco!" urlai.
Jason sogghignó.
"Quando ti ho quasi fratturato la caviglia vuoi dire?" disse con cattiveria.
Tentai di raggiungerlo per picchiarlo di nuovo ma i suoi compagni non mi lasciarono passare.
"Mi riferisco a quello e al tradimento sei un maledetto traditore! di te non ci si puó fidare!" sputai come se fosse veleno.
Il moro fece una risata amara.
"Non sei la persona giusta per giudicare.
Tu sei scappata via con la coda tra le gambe, sei quello che vuole tuo padre non sei te stessa.
Perchè ti permetti di parlare?" disse serio.
Distolsi lo sguardo.
"Ah forse è il momento di dirtelo io non ti ho mai tradito.
Jade quella sera mi aveva drogato, non ero me stesso quella sera e il giorno dopo non ricordai nulla.
Jade mi confermó tutto e volevo dirtelo ma non mi hai mai lasciato parlare" disse con disprezzo.
Smisi di divincolarmi e mi immobilizzai.
Non pensavo da anni a quei giorni e a questo argomento, non poteva essere vero..
"Non è vero non dire stronzate" bisbigliai ferita.
Non poteva rispolverare vecchi ricordi come gli pareva..
"Si che lo è, ero innamorato di te ma tu non sei abbastanza coraggiosa per avere una relazione ed essere te stessa" sentenzió serio.
Rimasi zitta sentendomi uno schifo.
Ora sapevo che non mi aveva tradito.
Ero stata un'idiota a non farlo parlare.
"Finiamola quà"sussurrai ferita.
Perchè doveva dirlo proprio ora?
C'è stato cosí tanto tempo per dirmelo...
Se voleva farmi sentire ancora più in colpa ce l'aveva fatta benissimo.
"Non sei più la persona di prima non faticherei a credere che odi te stessa" disse gelido.
Alzai lo sguardo e vidi che era incredibilmente serio.
Non mi aveva mai trattato così male...
"Non mi importa cosa pensi di me me ne vado" dissi ringhiando.
Ero arrabbiata e mi importava eccome di quello che pensava, le sue parole erano state come pezzi di vetro conficcati nel mio corpo.
Faceva incredibilmente male e non capivo perchè.
Io non dovevo provare niente per lui eppure ogni volta che ci parlavo, litigavo o stavo solamente nella stanza con lui mi sentivo incredibilmente triste e sentivo il bisogno di essere ancora più fredda e spietata.
In qualche modo cercavo di innalzare sempre di più il muro tra di noi.
Ma ogni volta che stavo con lui sentivo quel muro sgretolarsi.
Dovevo far si che restasse inpiedi dovevo renderlo impenetrabile e più forte.
"Brava scappa è quello che sai fare meglio no? ultima cosa non voglio uscire con te mi hai deluso su ogni fronte".
Annuii.
"Perfetto, visto che ti faccio così schifo non parlarmi mai più" sputai con cattiveria.
Scalciai gli scarponcini e mi rimisi gli stivaletti.
Mi girai e uscii dal campo con passo lento stringendo i pugni.
Le lacrime iniziarono a scendere ma io le asciugai con il maglione con forza.
Chiusi gli occhi e mi sforzai di non fare scendere altre lacrime.
Tentativo fallito continuarono a scendere fino alla mia camera.
Arrivata al piccolo appartamento mi chiusi in camera chiudendo la porta a chiave e mi sdraiai sul letto continuando a singhiozzare.
Mi addormentai così come ai vecchi tempi.

Jason Pov

"Amico non sei stato un po troppo duro?" mi chiese Seth affiancandomi mentre mettevo i palloni a posto.
Scossi la testa.
"Seth fatti i cazzi tuoi ho i miei motivi per trattarla così male" borbottai alzando il tono della voce.
Il castano alzó gli occhi al cielo.
"Entrambi siete troppo orgogliosi non dovevi mollare così la presa lei poteva tornare da te, ho visto come ti guarda come se fosse pentita di ció che ha fatto.
Come se volesse tornare con te" disse mettendomi una mano sulla spalla.
"Quando si darà una svegliata potrà parlarmi di nuovo.
Ora come ora litigheremmo e basta senza risolvere niente.
Si ci sono andato forse troppo pesante ma forse è meglio così".
Seth annuì.
"Fai come vuoi spero per il tuo bene che le cose non peggiorino" disse sincero.
Annuì.
"Se ti chiama non andare da lei fammi questo favore" lo pregai.
Seth scoppió a ridere.
"Lo sai anche tu che non lo farà è troppo orgogliosa per fare qualsiasi passo verso chiunque".
Era vero.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora