Capitolo 43

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Jason Pov

Arrivato a casa mi misi una maglietta e dei pantaloni della tuta e raggiunsi la camera di Jessie.
"Non sta perniente bene l'hai vista?" dissi sedendomi sul suo letto mentre lei si sedeva vicino a me.
"Lo so Jas ma noi non possiamo fare niente lei non ci vuole, per quanto possa stare male ci deve essere un motivo enorme per averci respinto così bruscamente.
Se vorrà il nostro aiuto non dovrà fare altro che venire da noi" mormoró affranta.
"E se non potesse?"
Jessie fece spallucce.
"L'hai visto anche tu che starle attorno la fa stare peggio, non capisco cosa possa essere successo di così grave.."
annuì.
"Ho visto la sua camera non ha più niente che la rappresenti, la conosciamo se avesse scelta non si vestirebbe così, e il suo comportamento è come se volesse essere invisibile.
Non ha più carattere non risponde più e se volessero le persone potrebbero metterle i piedi in testa" dissi amaramente.
Jessie annuì.
"Gliela hai data?" mi domandó sdraiandosi.
Annuii.
"Spero che capisca che quel lupo prima era lei e ora è un'agnellino".
"Dobbiamo vedere come reagirà".
Non potevo essere più d'accordo di così.
Stava succedendo qualcosa e se proprio lei non riusciva a reagire voleva dire che era qualcosa di grave.

Zoe Pov

Non posso dire che la situazione non peggioró.
Si fece marzo e io mi sentivo in una gabbia.
Una gabbia che continuava a rimpicciolirsi.
A scuola avevo la media del 8 in quasi tutta le materie, forse era perchè l'unica cosa che potevo fare alla fine.
Anche se non ne avevo perniente voglia memorizzavo le cose in poco tempo e riuscivo ad avere buoni risultati.
Andavo a molti eventi mondani con mio padre e lì ero costretta a vestirmi in modo adeguato e a comportarmi come la figlia che un giorno avrebbe ereditato l'azienda.
Le persone a scuola si erano abituati alla nuova me e ormai ero quasi diventata invisibile.
Mi trascinai in mensa e mi misi in fila per prendere il pranzo.
Una ragazza mi diede una spallata persi l'equilibrio e caddi sul culo.
La ragazza dai capelli neri mi guardó divertita.
"Non ti dispiace se ti passo avanti vero?".
Scossi la testa e mi rialzai.
Sentivo gli occhi addosso ma non mi interessava affatto.
Poco dopo mi sedetti in un tavolo vuoto.
Vidi la ragazza di prima sedersi sulle ginocchia di Jason e darli un bacio sulla guancia.
Abbassai lo sguardo e addentai un pezzo del mio sandwich.
Alzai lo sguardo e vidi la ragazza ridere a crepapelle, ma ora non era più sulle ginocchia di Jason ora era seduta vicino a lui.
"È quella era la tua ex ragazza davvero? è una sfigata!" mi indicó ridendo.
Sprofondai nella vergogna.
Molti ragazzi e ragazze stavano ridendo ma i miei ex amici e Jason no.
"Davvero tesoro non mi sembra possibile! sarà pure carina e ha gusto nel vestirsi ma quella non ha il minimo carattere potresti pestarla o scopartela e non direbbe una parola" disse sogghignando guardando proprio nella mia direzione.
Mi sentì una merda...
Sapevo che scappare via non era la soluzione adatta ma presi lo zaino e corsi via.
Mi rifugiai nella palestra dietro a una materassone e tirai fuori il laudano.
Bevvi due sorsi abbondanti e lo misi di nuovo nello zaino.
La bottiglietta stava finendo presto avrei dovuto tornare da Fergus.
Mi accasciai e mi lasciai sopraffare dagli effetti del laudano.
Quando stavo per addormentarmi sentì dei passi e vidi Jason corrermi incontro.
Si buttó per terra e mi toccó la fronte terrorizzato.
Cercó tagli sulle braccia e sulle gambe ma non li trovó.
"Si puó sapere che cazzo hai fatto?"
mi tirai su e mi appoggiai al materassone.
"Che ti importa?" dissi con voce impastata
"Che dici io ti amo certo che mi importa di te!" sbottó infuriato.
Sbuffai.
"Ancora con questa storia? è finita non lo capisci? io non ho più libertà ormai"
Non mi importava di avere parlato troppo volevo solo togliermelo di torno.
Jason mi guardó sconvolto.
"Giuro che se non mi dici cosa sta succedendo ti porto subito da tuo padre e passerai un mare di guai!" sbottó.
"Adesso mi ricatti?! va bene te lo diró ma non cambierà un bel niente!".
Jason mi fece cenno di cominciare ma scossi la testa.
"In questo stato devo dormire non riesco a pensare perfavore" lo implorai.
Lui annuì e mi fece stendere con il capo sulla sua pancia.
A sentire il suo contatto mi sentì un po meglio e mi addormentai.

***

Mi svegliai e scoprì di essere a un parco.
Ero abbracciata a Jason..
Mi staccai bruscamente.
Così facendo ferii Jason che fece una faccia da cane bastonato.
"Quanto ho dormito?" chiesi timidamente.
"Due ore".
Annuii.
"Ti senti meglio?"
Annuii.
"Ora voglio sapere tutto" disse serio.
Sospirai.
"Io non voglio.. è una cosa mia... io.. io l'ho promesso".
"Cosa hai promesso?".
"Che l'avrei fatta finita con tutto.." sussurrai appena.
"Zoe sono incredibilmente preoccupato dimmi cosa sta succedendo ti sto pregando" disse con la voce tremante.
Sospirai e annuì.
"Mio padre ha avuto un incidente per colpa mia.. il giorno in cui io e Luke ci baciammo il prof di arte si incazzó con me, litigammo e andammo dal preside, mi beccai tre giorni di sospensione.
Chiamarono mio padre e poco dopo ebbe un'incidente."
Jason annuì.
"Jason, Luke è gay gli ho chiesto di baciarmi per farti ingelosire, solo che il prof di arte ha una cotta per lui e quindi si è incazzato" mormorai.
Jason sospiró di sollievo.
"Cosa è successo dopo?"
"Quando mio padre si è svegliato dal coma gli ho chiesto come farmi perdonare e lui mi disse che dovevo imparare a crescere che era il momento di percorrere il destino scritto per me, gli promisi che avrei smesso con tutto e gli promisi che mi sarei comportato come tutti si aspettavano da me".
Non riuscivo a guardare il moro mi sentivo male non dovevo dirli nulla.
"È per questo..." mi prese e mi abbracció.
"Tu non dovevi permetterlo! non è stata colpa tua cazzo! tu ti stai rovinando la vita! come puoi vivere senza niente me lo spieghi?!" disse staccandosi e guardandomi seriamente.
Abbassai lo sguardo.
"Glielo devo..." sussurrai.
"No! questa non sei tu! ma ti sei vista? porti abiti eleganti dove sono le tue vans? ti trucchi, ti stai facendo crescere i capelli, non hai più niente nella tua stanza è un miracolo che tu abbia ancora Simba, sei dimagrita, e ti droghi!" sbottó furioso.
"Beh in realtà il laudano non è proprio una droga, mi fa stare bene mi fa passare la depressione.." mormorai.
"Devi smetterla non ti fa bene! hai lasciato lo sport e infine dov'è la ragazza grintosa che non si farebbe mettere i piedi in testa neanche da un Dio? spiegamelo perchè quì vedo solo una ragazza depressa che cerca di sopravvivere e non di vivere" disse secco.
Finalmente riuscì a guardarlo.
"Mi dispiace ma non ho scelta!" .
Jason si alzó di scatto e mi prese la mano.
"Ora andiamo a parlare con tua padre"
scossi la testa e mi liberai dalla sua presa.
"Non sono affari tuoi Jason è la mia vita! e tu non sei più il mio ragazzo non puoi dirmi cosa fare!".
Mi guardó sconvolto.
"Hai ragione non lo sono più..." sussurró guardandomi.
"Bene allora non intrometterti più sono fatti miei".
Presi lo zaino e me ne andai con il cuore a pezzi.

***

Tornai a casa e andai subito in camera mia.
Mi stesi sul letto e cominciai a singhiozzare.
Avevo voglia di sbattere la testa contro un muro da quanto mi sentivo disperata.
Appena riuscì a calmarmi mi feci un bagno caldo.
Rinunciai alla cena dicendo che non stavo bene e andai a dormire con Simba accocolato vicino a me.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora