Capitolo 25

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Zoe Pov

Il giorno dopo andai a scuola e feci quello che riuscivo a fare meglio stare da sola, ignorai tutto e tutti, presto arrivarono le due ore di arte e fui felice che il professore ci facesse fare pratica invece della teoria, il prof. ci dette il compito da fare e iniziando a disegnare, mi sentì più libera.
A fine delle due ore mi sentivo bene ma anche sul punto di piangere, forse era il ciclo o forse no, mi sentivo fottutamente debole e questo perchè? perchè non ero rimasta sola come avevo sempre fatto.
Io prima stavo bene, non avevo preoccupazioni, nessun ragazzo acido di cui preoccuparmi e nessun amica di cui preoccuparmi.
Consegnai il compito al prof e feci per uscire come tutti gli altri ma lui mi fermó e mi disse che doveva parlarmi. Mi sedetti sul primo banco con lo sguardo sul pavimento mentre il sexy prof si sedeva sulla cattedra.
"Ti ho fatto restare per sapere se va tutto bene, sembri constantemente triste" mi disse lui.
Scossi la testa.
"Tutto a posto prof. ora mi scusi ma ho economia aziendale" dissi scendendo dal banco.
"Il professor Donnovan oggi non c'è quindi puoi benissimo restare" disse mettendomi alle strette.
Fui felice che il prof non ci fosse ma il prof Martin non doveva impicciarsi dei fatti miei.
Lo guardai dritto negli occhi.
"Non c'è niente che non vada" dissi fredda.
Sorrise leggermente come se annusasse le mie menzogne.
Prese una cartelletta e sopra alla cattedra mise vari disegni, tutti miei.
Dopo averli posizionati mi guardó alzando un sopraciglio mostrandomi i disegni.
"Stai così bene che i tuoi lavori sono un'esplosione di felicità" disse  facendo una risata amara.
Sbuffai.
"Tu metti l'anima nei tuoi lavori, lasci una traccia di te stessa, e io riesco sempre ad individuare il tuo stato d'animo che sicuramente non è felice, so' che sono un impiccione e non dovrei mettermi in mezzo ma ti dico solo che se vuoi parlarne io ci sono, non ti farebbe male parlare dei tuoi problemi sai" disse con sincerità.
Era vero nei miei lavori mettevo l'anima e ogni volta che vedevo un mio disegno riconoscevo che stato d'animo avessi.
Vidi il prof rimettere i disegni nella cartelletta prendere la sua borsa e la sua giacca lo guardai dirigersi verso la porta dovevo parlare o no?
O fanculo!
"Prof" lo chiamai.
Si giró sorridendomi.
"Si Zoe?"
"In effetti mi farebbe proprio bene parlare con una persona che non sappia nulla della mia vita" dissi facendo un sorriso tirato.
Mise tutto su un banco e si sedette sulla cattedra mentre io mi sedetti sul banco davanti alla cattedra.
Gli raccontai tutto quello che era successo da quando ero a New York.
"Ecco era tutto più semplice quando non avevo amici ora ho una migliore amica che si preoccupa per me tre amici e un nemico che mi odia ma che mi bacia" dissi infine sbuffando.
"Ho sentito parlare di Miller dagli altri professori ma non credevo fosse così stronzo e codardo allo stesso tempo" disse perplesso.
Annuii.
"Ti fa solo bene avere amici non puoi contare solo su te stessa, dovresti parlare con i tuoi amici e scusarti per il tuo comportamento" esclamó.
Feci per ribattere ma lui mi guardó male.
"Smettila di essere così seccante e impertinente hai sbagliato con loro e da quanto hai detto sono brave persone e non si meritano di essere trattati male" insistette.
Lo sapevo che non li avevo trattati bene ma... ma non lo so era tutto cosí nuovo per me che non sapevo come gestire le cose, alla fine sbuffai e annuii.
Il prof sorrise soddisfatto della sua piccola vittoria.
"Riguardo a Miller ti piace?" chiese ghgnando.
Sobbalzai a quella domanda.
"No" risposi secca.
"Non c'è niente di male a essere innamorati" disse sorridendo.
"No prof non sono innamorata e basta" dissi scocciata.
"E allora perchè l'hai baciato alla festa, hai fatto un dipinto mentre vi baciavate e sei arrossita appena l'hai nominato?" disse ridacchiando.
Abbassai lo sguardo e biascicai un insulto verso di lui verso di me e verso il dannato Giasone.
Il prof scoppió in una fragorosa risata.
"Perchè non fai il suo gioco? inizia a stuzzicarlo mettilo alle strette, e guarda come reagisce"esclamó divertito.
"Stuzzicarlo? in che modo?" dissi confusa.
Sorrise maliziosamente.
Diventai rossissima.
"O no io non sono capace di fare certe cose le pare? oddio io non sono il tipo ma mi ha visto?" urlai gesticolando imbarazzatissima.
Egli scoppió di nuovo a ridere.
"Invece sei capace eccome da come mi hai detto come ti sei comportata alla festa"disse sorridendo.
"Ero ubriaca prof non ne sono capace da sobria" dissi nervosa.
Fece per parlare ma lo zittì.
"E poi a me non mi interessa quel decelebrato mi è stato utile ma di questa cosa non se ne parla ora devo andare salve" dissi prendendo tutto in grande fretta e uscì.
Lo sentì ridere e dire.
"Pensaci buona giornata Zoe".
Corsi via ancora rossa in viso guardai l'orologio appeso al muro ed era ora di pranzo.
Entrai in mensa e camminai verso un tavolo vuoto ma infondo il prof aveva ragione avevo esagerato con i miei amici dovevo scusarmi.
Arrivai al loro tavolo e c'era anche Jason feci un respiro profondo e formulai la mia domanda.
"Posso unirvi a voi?" chiesi timidamente.
Vidi sbarrare gli occhi ai miei tre amici e persino a Jason.
"Certo siediti pure" disse Jessie sorridendo leggermente.
Mi sedetti e li guardai.
"Vi devo delle scuse non mi sono comportata bene con voi mi dispiace" dissi sincera.
Ovviammete le mie scuse erano rivolte a Jessie e a Caleb.
Jessie mi abbracció e io sorrisiz
"Si va bene dai ma smettila di essere così acida" disse Jason.
Gli lanciai un'occhiata di fuoco.
"Con te non mi devo scusare di niente mister simpatia" dissi sbuffando.
Jason sussurró qualcosa che peró non sentì ma che seppi fosse un insulto rivolto a me ma lo ignorai prontamente.
Mi misi a parlare con i miei amici e dopo aver finito il pranzo andai in classe per l'ultima ora, fu' una noia mortale.
Mi ripresi a pallavolo sfogando tutta la mia rabbia dovuta al ciclo e a Jason e tornai a casa soddisfatta.

***

Mercoledì un giorno come un'altro o forse no.
Passó tutto così in fretta che mi sentì catapultata sul campo di calcio, il ciclo era molto più tranquillo nel senso che con un paio di pastiglie al giorno era gestibile e quindi riuscivo a non divorarmi le persone.
Oggi toccava di nuovo a me dirigere la squadra, riunì la squadra in mezzo al campo e mi scusai per il mio comportamento di lunedì sopratutto con Danny il ragazzino del secondo anno.
Jason fu' molto sorpreso da me e lo vidi sorridere anzichè sogghignare.
Questa volta mi comportai bene e l'allenamento fu intenso ma piacevole.
A fine allenamento mi andai a cambiare e fuori dallo spogliatoio maschile mi ritrovai Jason che sogghignava e fui subito sbattuta al muro da lui bloccandomi con il suo peso per non farmi scappare mentre non la smetteva di sogghignare.
"Beh che cosa vuoi?"chiesi visibilmente infastidita.
"Cosa sai di Lei?" mi chiese diventando serio.
Mi costó molto ammettere che quella espressione mi faceva un po' paura.
"Niente so' solo quello che ti ha urlato Mike lunedì scorso non so niente" dissi guardandolo negli occhi parlando più acida possibile.
"Mia sorella non ti ha detto nulla?" disse ringhiando.
Scossi la testa non mi era passato per la mente chiedere qualcosa a Jessie...
Lui sorrise.
"Piccola sei gelosa?" disse maliziosamente.
scossi la testa
"Tu non sei nessuno per me Jason Miller non voglio avere niente a che fare con te e ora spostati" dissi gelida.
Lui sorrise.
"Vedremo se domenica mi starai lontana" esclamó lasciandomi andare,
prima di aver capito la sua affermazione e risponderli lui era già andato via.
Cosa sarebbe successo domenica?

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora