Zoe Pov
Le vacanze continuarono lentamente, era come se non avessi mai discusso con mio padre.
Continuó a portarmi alle sue cene di lavoro e io non mi opposi.
Tanto non avevo niente da fare.
Una cosa positiva era che stavo iniziando a trovare Tom simpatico.
Nelle cene di lavoro che venivano lui e sua madre parlavamo un po e i nostri genitori sembravano davvero soddisfatti e ogni volta si lanciavano sguardi di intesa.
Che imbecilli.
A natale e a Capodanno non feci nulla di che restai a casa a vedere la tv mentre mio padre andava alle feste di lavoro.
Perchè non ero dovuta andare? Semplice mi ero presa l'influenza e avevo la febbre a 39.
Che cosa meravigliosa almeno avevo saltato una di quelle feste pidocchiose.
Finalmente arrivó il giorno prima di tornare al college.
Avevo il volo presto alle 7.30 del mattino e mi sorpresi nel vedere di nuovo mio padre che mi accompagnava.
Tutto il viaggio fino all'aeroporto fu silenzioso.
Arrivati all'aeroporto con mia grande fortuna mi impigliai i capelli sulla portiera mentre la chiudevo.
Sbraitai.
Ero molto nervosa.
"non c'è bisogno di tagliarli basta che stai più attenta" disse mio padre divertito.
La prima volta da molto tempo che faceva una battuta.
"Prova tu a farteli crescere così lunghi e poi ne riparliamo" dissi sbuffando.
Dopo qualche minuto di discussione si arrivó alla conclusione che avrei fatto ció che volevo.
Avevo già in mente come farmeli.
Presto e perfortuna arrivó il momento dei saluti.
Niente discussioni solo un'abbraccio freddo..
Dovevo imbarcarmi ma per qualche motivo mi fermai e ebbi il bisogno di scrivere un messaggio a mio padre.A Markus:
Devo proprio chiedertelo sono passati anni e non hai mai smesso di essere freddo con me.
Mi piacerebbe riavere il rapporto che avevo prima con te, sapevi cosa volevo e approvavi.
Eri l'unico amico che avevo.
Cos'è cambiato?.
Mi odi così tanto da non volermi felice?.Inviai il messaggio e guardai nella direzione di mio padre: aveva preso l'iphone e stava guardando curioso di chi era il messaggio.
A quel punto misi il cellulare in modalità aerea mi girai e andai ad imbarcarmi.***
Finalmente ero atterrata.
Avevo fatto così tante ore di viaggio che avevo voglia di urlare e buttarmi giú dall'aereo.
Ma alla fine dopo qualche ora sono riuscita ad addormentarmi e mi sono svegliata a destinazione.
Finalmente un clima decente, a Londra si crepava dal freddo.
Chiamai un taxi e arrivai al college.
In segreteria mi dettero le chiavi della mia nuova stanza.
Perfortuna ero in camera da sola.
La segretaria mi disse che tutte le mie cose erano già state spostate sotto ordine di mio padre.
Meglio per me.
Ringraziai e andai nell'edificio dove alloggiavano le ragazze.
Alcune ragazze che erano già arrivate mi salutarono e altre mi lanciarono occhiatacce.
Ignorai tutto e cercai la mia stanza.
La numero 39.
Dopo qualche minuto la trovai.
Aprii la porta e accesi la luce.
Era come mi aspettavo.
Non era grande come l'appartamento che avevo con Jason.
C'era un letto singolo, una scrivania con una sedia, una piccola libreria a scaffali, un'armadio e ovviamente il bagno.
Posai il borsone per terra e feci il letto.
Subito dopo svuotai il borsone e mi misi a dormire così com'ero domani avrei ricominciato.***
Perfortuna avevo già messo la sveglia.
Mi sentivo ancora stanca per il viaggio del giorno prima.
Mi feci coraggio e andai a farmi una doccia per svegliarmi.
Dopo essermi preparata presi la tracolla con i libri di quella giornata e uscì chiudendo la porta a chiave.
Andai in caffetteria e mi presi un'espresso.
Mentre andavo verso la mia aula bevvi il mio caffè e mi guardai intorno.
Cos'avevano le persone per essere così felici?
Mah.
Le ore passarono veloci e finalmente avevo finito le lezioni.
Per tutto il giorno avevo pensato se andare o non andare da Jason a parlarci.
Fino all'ultimo ero indecisa ma alla fine decisi che non dovevo essere codarda e andare a darli una spiegazione.
Bussai e dopo qualche secondo il moro venne ad aprirmi.
Era sorpreso questo era certo.
"Ciao..." sussurrai con lo sguardo rivolto verso il basso.
"Zoe.. non pensavo saresti passata".
Alzai lo sguardo e vidi che era senza maglietta.
Arrossii e abbassai di nuovo lo sguardo imbarazzata.
"Posso entrare?" chiesi cercando di farmi coraggio.
"Certo questa sarà sempre la tua camera anche se te ne sei andata".
Ecco lo sapevo.
"Dovevo parlarti di questo".
Si spostó per farmi entrare e mi sedetti sul divano, il moro arrivó dopo qualche secondo con una maglietta in mano che si mise.
Si sedette anche lui.
"Ti ricordi quando abbiamo avuto quella grande litigata al campo da calcio? dopo quel fatto sono andata a chiedere un cambio di stanza.
Non pensavo che lo avrebbero fatto.
Poi quando sono tornata a casa mio padre mi ha detto che lo sapeva e che aveva già provveduto.
Forse è stato meglio..." dissi guardandolo negli occhi.
Jason annuì deluso.
"Cosa farai? continuerai a fare quello che vuole tuo padre o ti darai una svegliata?" il suo tono era duro e il suo sguardo inflessibile.
Mi morsi il labbro inferiore.
"Jason... cosa potrei fare ora? Ormai non so neanche io chi sono e cosa voglio come pretendi che prenda una decisione?" dissi con un filo di voce.
"Potrei aiutarti io se solo ti lasciassi andare con me.
So che ti piaccio ancora, so che mi desideri, so per te quanto è difficile dire di no ai tuoi desideri.
Ma devi fare ció che vuoi tu!
Sei grande non sei più minorenne, tuo padre non puó dirti cosa fare.
Quindi rialzati e fai ció che desideri".
Aveva assolutamente ragione ma non so se ce l'avrei fatta era passato troppo tempo da quando avevo aperto il mio cuore.
Sono sempre stata sola e il muro per tenere lontano gli altri si era rafforzato sempre di più fino a quando avevo rivisto Jason.
Ora aveva crepe da tutte le parti e si sarebbe infranto.
"Vattene".
Alzai lo sguardo ma lui fissava il pavimento.
"Come..?".
"Ho detto vattene.
dopo quella sera pensavo che ti saresti data una svegliata ma non è stato così" disse gelido.
Mi alzai.
"Questo è un'addio?" sussurrai con gli occhi lucidi.
Il moro non rispose mi indicó la porta e io ubbidii uscendo.
Era un'addio.***
Ci restai male.
Ma in qualche modo era giusto così avevo un'intera vita da vivere.
Gli stavo dando troppo importanza.
Non va mai bene lasciare che i ragazzi abbiano troppa influenza su di te, li fa credere superiori e non sono capaci a gestire il potere.
Questo è ciò che mi continuavo a ripetere.
Avevo una voglia pazza di correre da lui e dirli che non volevo perderlo e che volevo stare con lui, ma mi trattenni dovevo farlo.
Entrai in caffetteria dopo aver avuto una giornata pesante.
Subito vidi seduti in due tavoli piccoli Jason e i suoi amici.
Andai a prendermi il caffè e mi sedetti non molto lontana da loro ma ogni tanto il mio sguardo si puntava sul moro per qualche secondo.
Lui non mi notò.
Dopo una decina di minuti una ragazza dai capelli argentati si avvicinò a lui si sedette sulle su gambe e gli diede un bacio a stampo.
Jason aveva già voltato pagina?
Bevvi il mio caffè tutto d'un fiato e uscì velocemente.
Era dall'inizio dell'anno che lei gli sbavava addosso l'avevo notato subito ma non sapevo che uscivano insieme, sembravano molto legati.
Lei era comunque molto sexy.
Anche se non molto alta aveva tutte le curve al posto giusto e molto formosa.
Ma cosa mi aspettavo?
Per lui avevamo chiuso aveva il diritto di uscire con le altre ragazze.
E allora perchè non mi stava bene?.
Basta dovevo concentrarmi sullo studio.
L'amore portava solo guai dovevo solo isolare le emozioni.
Di nuovo.***
Le settimane passarono e spesso vedevo Jason e quella ragazza.
Si erano messi insieme?
Da quel giorno non ero riuscita a non pensare di andare da lui.
Fanculo ero un'idiota.
La notizia buona è che il giorno prima mi ero tagliata i capelli finalmente.
Ora mi arrivavano al seno e sarebbe stato più facile pettinarli e il resto.
Nella pausa pranzo decisi di andare in camera di Jason a recuperare gli appunti di matematica finanziaria.
Mi avevano preso tutto tranne quelli.
Insomma ok che erano in un fottuto cassetto ma avevano preso tutto tranne quel raccoglitore?.
Roba da pazzi ora sembrava che volessi farmi i cavoli di Jason.
Sperai con tutta me stessa che non ci fosse nessuno dentro.
Aprii la porta con la mia chiave ed entrai.
Non lo avessi mai fatto.
Jason e Sarah stavano scopando sul divano.
Porco mondo.
Rimisi qualche secondo a guardarli con occhi sgranati (ne ero certa), mentre Sarah mi guardava soddisfatta e Liam sorpreso.
"Scusate ero passata per gli appunti che sono rimasti quà vado via subito".
Sfrecciai nella mia ex camera presi gli appunti e corsi via chiudendomi la porta alle spalle.
Corsi più in fretta che potevo verso la mia camera con le lacrime che non volevano smettere di scendere sulle mie guancie.
Arrivata nella mia camera chiusi la porta a chiave e iniziai a dare pugni al muro piangendo.
Mentre correvo verso la mia stanza caso voleva che sentissi delle ragazze parlare proprio di Jason.
Quei due si erano fidanzati e ora stavano insieme.
Non mi fermai fino a che le mani non mi fecero cosí male da smettere.
Avevo le nocche sporche di sangue (come il muro del resto) ed ero sicura che mi sarebbero venuti grossi lividi come minimo.
Mi accasciai a terra e mi strinsi le ginocchia al petto.
Era tutto finito avevo perso la mia occasione ora non potevo più fare niente.
L'avevo perso.
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Un magnifico imprevisto
RomanceLei è Zoe ha 17 anni e vive a Londra. All'apparenza sembra una ragazza scontrosa che odia i rapporti umani, non vuole amici nè un fidanzato respinge tutti, tranne suo padre. L'unica cosa che ama sono gli sport, lei dà l'anima per ogni sport che le p...