Capitolo 45

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3 anni dopo

Zoe Pov

"Anderson due anni fa quando sei entrata in questo college non avrei mai pensato che avresti avuto risultati così eccezionali hai battuto alla grande i tuoi genitori che come sai venivano a Yale".
Erano passati 3 anni da quando ero partita.
Avevo frequentato il quinto anno di liceo a Madrid e poi ero andata a Yale.
Le cose erano cambiate: ero diventata una persona estremamente fredda che si faceva i cavoli propri, pensavo a studiare e a lavorare come presidentessa degli studenti quì al college.
Mi ero abituata di nuovo a stare da sola, ormai la ferita che avevo nel cuore si era più o meno rimarginata.
Andava tutto più o meno bene e ora stavo iniziando il terzo anno a Yale.
"Me lo dicono spesso che sono una ragazza promettente" dissi gelida.
Il rettore annuì soddisfatto.
"Purtroppo per te ora abbiamo un problema per il tuo alloggio:
non abbiamo fatto in tempo a metterti una camera con una ragazza quindi starai con un ragazzo.
Abbiamo avuto dei problemi con i computer e con le assegnazioni.
Mi scuso per questa brutta situazione" disse il rettore in tono solenne.
Alzai il sopraciglio e sbuffai.
"E non c'è posto nelle confraternite?" dissi scocciata.
Il preside scosse la testa e mi porse la chiave della mia nuova stanza, la 305.
"Va bene a me non fa nè caldo nè freddo basta che il ragazzo in questione sia educato e che non flerti con me" dissi gelida.
"Quando è venuto al colloquio mi è sembrato molto educato"
"Cosa? è nuovo? ma come ha fatto ad entrare al terzo anno?" dissi ringhiando.
"Ha fatto i salti mortali ha detto che doveva assolutamente entrare" disse sospirando.
Sbuffai e annuì.
"Va bene vado a sistemarmi nella mia nuova camera arrivederci".
"Arrivederci".
Presi il mio trolley e il borsone e mi incamminai verso l'ala del campus dove stavano i ragazzi.
Entrai e cominciai a guardare i ragazzi con sguardo gelido, sapevano chi ero, sapevano che non davo corda a nessuno così mi guardarono solo stupiti.
Presi l'ascensore e arrivai davanti alla mia stanza: la 305.
Presi la chiave e aprì la porta.
Il piccolo appartamentino era deserto.
Feci un piccolo giro e vidi che il mio coinquilino si era già sistemato ma non c'era.
Presi la camera libera, era una camera che non era nè piccola nè grande aveva delle dimensioni giuste.
Letto singolo, un comodino, armadio, scrivania e una sedia.
Un'arredamento essenziale che a me andava più che bene.
Mi sciolsi i capelli e cominciai a disfare tutto.

***

Finito di sistemare tutto andai in cucina, mi feci un panino e mi misi sul divano a guardare Master Chef.
Sentì la porta aprirsi, non mi girai continuai a guardare il programma impassibile.
"E tu che ci fai quì?".
Sbuffai.
Sono la tua conquilina, fatti i cavoli tuoi e stammi lontano, vedrai che andremo daccordo" dissi senza guardarlo.
Egli si sedette vicino a me, ma non gli diedi importanza e continuai a guardare la tv.
Sentì il suo sguardo addosso così mi girai per mandarlo a quel paese.
Mi fermai a guardarlo: perchè mi ricordava qualcuno? dove avevo visto quei capelli scuri e quelli occhi smeraldini?.
A quanto pare non ero la sola a essere sorpresa, lui aveva la faccia sconvolta.

Jason Pov

Sapevo che l'avrei ritrovata!
Vidi la confusione nei suoi occhi e capii che non mi aveva riconosciuto.
Era diventata bellissima: ora i suoi capelli scuri erano lunghi e mossi con una frangia laterale e gli arrivavano alla vita.
Avevo voglia di toccarli.
Il suo abbigliamento era elegante.
Era diventata una donna.
Gli occhi azzurri erano più gelidi del solito e sembravano non fidarsi di nessuno.
"Zoe?"
Ella mi guardó confusa.
"Si è il mio nome che cosa vuoi?" disse con tono distaccato.
"Non mi riconosci?" dissi un po deluso.
Lei scosse la testa.
"Chi sei?".

Zoe Pov

"Chi sei?".
Sentivo di conoscerlo ma c'era un specie di blocco.
"Sono Jason Miller non ti ricordi di me?".
Sembrava dispiaciuto e anche offeso.
Qualcosa scattó dentro di me e mi misi la mano davanti alla bocca completamente stupita.
"Si... mi ricordo di te..."
La mia maschera di ghiaccio era caduta e ora ammiravo quanto fosse cresciuto.
Era diventato ancora più bello di tre anni fa.
"Scusa ma due anni fa ho avuto un'incidente a casa e ho perso una parte della memoria" dissi timidamente.
Jason mi guardó preuccupato.
"Ora stai meglio?".
Annuì.
"Perchè sei quí?" dissi riaquistando un po della mia freddezza.
"Ti ho cercato in questi anni e finalmente ti ho trovato" disse fiero.
"Mi dispiace...".
Per la prima volta in tre anni abbassai lo sguardo, i ricordi stavano riaffiorando e ricordai cosa gli avevo fatto.
"Non ero in grado di fare nulla sono stata una codarda.."
Jason non disse nulla mi fissava e basta.
"Vado a farmi cambiare camera non posso essere la tua coinquilina, mi sento male a ripensare al passato.
Finalmente sta' andando tutto bene, vivi la tua vita e io vivrò la mia".
Sicuramente ero stata una stronza a dire quelle cose ma finalmente mi ero ripresa dalla mia depressione e a riprendere la mia vita in mano e ora lui era arrivato e avrebbe sconvolto tutto se non me ne fossi andata subito.
Mi alzai ma lui mi prese per il braccio e mi trascinó di nuovo sul divano.
"No cazzo ti ho cercato per tre anni non puoi farmi questo" disse con disperazione.
Sospirai.
"Jason tu non mi conoscì più io uso i ragazzi per il mio piacere, ormai non me ne frega più di nessuno, voglio mettere le cose in chiaro non voglio farti soffrire ulteriormente" dissi gelida.
Jason mi guardó offeso.
"Ti scopi i ragazzi?"
Annuì.
In realtà era solo uno ma non mi andava di precisare.
"Quindi è meglio che vada".
Jason scosse la testa.
"Ricominciamo tutto da capo iniziamo a essere amici se poi se vorrai diventeremo qualcosa di più" .
Era disperato.
Volevo dirli di no, che nessuno ormai avrebbe scalfito la mia corazza e penetrato nel mio cuore ma non mi sentivo nella posizione di dire di no.
E comunque anche se non volevo ammetterlo mi faceva piacere rivederlo.
"Va bene ma quando imparerai a conoscermi capirai che non sono più la persona che amavi" dissi seria
dopo queste parole me ne andai in camera e mi buttai sul letto sospirando.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora