Zoe Pov
È un nuovo giorno e io invece di essere felice e pimpante, misi la testa sotto il cuscino ma poi venni buttata giù dal letto da mio padre.
Mi dovevo ricordare di chiudere a chiave la porta...
Mi alzai da terra barcollando e tirai un occhiataccia al mio cosiddetto padre che mi guardò soddisfatto prima di andarsene.
Mi feci una doccia fredda per svegliarmi, poi mi vestii con una maglietta degli 'imagine dragons' dei jeans scuri e le mie vans nere.
Mi sistemai il ciuffo, presi lo zaino e scesi in cucina.
Presi un cornetto, salutai ed uscii.
Presi la moto e partii veloce perchè ero in ritardo.
Arrivai davanti a scuola che erano le 7.55, parcheggiai la moto, erano le 7.59 corsi verso l'aula di storia, vidi la prof in lontananza e corsi dentro l'aula...
Ce l'avevo fatta.
Respirai per riprendermi dalla corsa e mi sedetti nel primo posto disponibile non guardando chi avevo vicino.
La prof entrò e iniziò a fare l'appello.
"Spero che tu sia meno acida di ieri, oggi ci sono gli allenamenti".
Oh dei lui no...
Guardai di fianco a me, no non era possibile, come avevo fatto a non accorgermi di avere Jason Miller vicino cazzo..
Mi alzai per cercare un'altro posto ma Jason mi prese per il braccio e mi trascina di nuovo vicino a lui.
"Lasciami Miller!" ringhiai.
"Dai Zoe, che c'è ti metto a disagio? in fondo siamo nella stessa squadra di calcio e frequentiamo alcune lezioni insieme quí a scuola, non avrai mica paura di stare vicino a me?" mi disse facendo un sorrisetto malizioso.
Non ero una codarda!
Quanto lo odiavo avrei voluto buttarlo nelle profondità del tartaro.
"No, figurati ma non disturbarmi" ringhiai e mi misi comoda.
Lo sentii ridacchiare, mi girai e lo guardai male.
"Zoe Diana Anderson".
Chi è che stava dicendo il mio nome?
"Zoe Diana Anderson!" sentii ripetere. Ah giusto l'appello.
Alzai la mano e bofonchiai un presente.
"Tu sei la figlia di Marcus Anderson?" mi chise Jason.
"Già.."
Tutti mi guardarono sorpresi incluso Jason, tirai un'occhiataccia a tutti.
"Cos'avete da guardare?" Ringhiai.
Tutti si girarono e la prof continuò l'appello.
"E così sei la figlia di Marcus Anderson" esclamò il moro con voce strana.
"Si ma non ci fare caso, io non sono mio padre".
"Ecco perchè non mi hai detto il tuo cognome ieri".
"Ma che perspicace vuoi una medaglia?" dissi sarcastica.
"No, voglio un bacio".
Risi.
"Neanche fra un milione di anni" ringhiai.
"È inutile che fai la dura, so che mi trovi sexy ti ho vista ieri che mi mangiavi con gli occhi" disse malizioso.
"Guardavo che razza di testa di cazzo potesse essere il capitano della squadra di calcio" dissi acida.
"Non è che prima di pranzo vuoi venire in bagno con me? una cosa veloce dentro e fuori".
Gli tirai un calcio a una gamba.
Egli gemette dal dolore, e io ringhiai.
"Fai schifo Miller, io non scoperò mai con te".
Fece spallucce e iniziai a seguire la lezione.***
finalmenti finì la prima ora, passai le ore prima di pranzo a disegnare e a giocare con il mio iphone, ero troppo nervosa per stare attenta, quel coglioni mi dava troppo sui nervi.
***
A pranzo mi sedetti in un tavolo vuoto e iniziai a mangiare il mio panino.
"Ti andrebbe di uscire oggi pomeriggio?" alzai lo sguardo e seduta davanti a me c'era Jessica.
Oddio che palle.
"No, ho gli allenamenti dopo" risposi secca.
"Se vuoi vengo in palestra e finiti gli allenamenti usciamo un po'" mi guardava con sguardo supplichevole.
"No, ho da fare dopo" risposi secca.
Presi il mio zaino e me ne andai verso lo spogliatoio, entrai dentro e vidi che c'erano già tutti che si stavano cambiando.
"Che fai non ti cambi?" mi domandó il moro.
"Se mi dici dov'è lo spogliatoio femminile si" risposi acidaz
"Mi dispiace, ma lo stanno ristrutturando se vuoi allenarti dovrai cambiarti quì" disse divertito.
Sbuffai.
"Che c'è ti vergogni a cambiarti davanti a noi?" mi derise.
Risi.
"Figurati, sai quanto me ne frega".
Jason mi dette la maglietta e i pantaloncini, mi sedetti, mi tolsi le scarpe, i jeans e con calma mi misi i pantaloncini, mi tolsi la maglietta e con altrettanto calma mi misi la maglietta con il mio numero il 9.
Mi misi le scarpe da calcio e vidi che mi stavano guardando tutti compreso Jason che era sconcertato.
"Che c'è Miller? cosa pensavi che non avessi il coraggio? chiudi la bocca che stai sbavando, il tuo tentativo di mettermi in imbarazzo è ridicolo".
Risi.
Misi la roba nello zaino e andai in palestra.
Durante l'allenamento il coach ci fece faticare un sacco, era molto severo e Jason ogni tanto mi guardava divertito ma non capiva che mi piaceva faticare perchè sarei migliorata ancora di più.
Stavo facendo passaggi con un ragazzo, ma tirai la palla troppo in alto e lo presi quasi in faccia perfortuna che all'ultimo momento si era spostato.
Mi avvicinai a lui e mi scusai.
"Non c'è problema puó capitare anche alle migliori di sbagliare".
Riprendemmo l'esercizio.
"Mi riputi una delle migliori?" gli chiesi sorpresa.
"Si, bhe non farlo sarebbe da stupidi" disse sorridendomi.
Io risi.
"Sono Caleb Lane" si presentò.
"Zoe" dissi sorridendo.
"Ti stimo tantissimo, fai mangiare la polvere a chiunque ti rompa le scatole, è divertente vedere il capitano umiliato".
Rise e anche io risi.
"Prima non potevo credere che ti sei spogliata davanti a tutti, Jason stava sbavando" disse sorridendo.
"Beh sai che roba in pratica era come stare in costume, e poi non mi tiro mai indietro da una sfida" disse seria.
Continuammo a chiacchierare, mi ispirava quel ragazzo era simpatico e non si aspettava niente da me.
Caleb aveva i capelli castani corti, gli occhi color nocciola, aveva un po di muscoli, alto insomma anche lui era un bel ragazzo solo che lui era simpatico Jason no.
Quando finii l'allenamento andai in spogliatoio mi cambiai e me ne andai via con Caleb.
Continuammo a parlare fino al cancello poi ci salutammo.
Avevamo un sacco di cose in comune, era forte.
Stavo per salire sulla mia moto ma Jason mi bloccò.
"Che vuoi?" chiesi scocciata.
"Dobbiamo parlare io e te" disse serio.
Accosentii rassegnata.
Mi appoggiai al muretto della scuola e lui si mise davanti a me.
"Che problemi hai?" chiesi scocciata.
"Che problemi hai tu! non vuoi essere amica di mia sorella e poi fai amicizia con quel ragazzo?" chiese serio.
"Posso fare quello che mi pare non credi? tu non sei nessuno per dirmi cosa fare" dissi guardandolo negli occhi.
Mi staccai dal muretto e feci per andarmene, ma mi ritrovai attaccata al muretto da Jason che mi guardava infuriato.
"Ti stó parlando, non puoi andartene" urló.
"Tu non puoi darmi ordini " urlai.
"Sei tu quella attaccata al muro mi sembra quindi ora ascoltami" disse abbassando la voce.
Sbuffai.
"Va bene resto dimmi tutto".
Mi lasció andare e mi appoggiai al muretto.
"Spiega" disse incrociando le braccia.
"Jessica mi stà simpatica ma sono io che non voglio amici, non mi sento di avere qualcuno accanto perchè potrebbe sempre andarsene e io ci rimarrei molto male" confessai.
"Beh è una paura comprensibile direi.. ma potresti provare Jessie non ha mai deluso nessuno, ti prego escici un giorno scoprirai che è degnà della tua fiducia" mi imploró.
Davvero mi stava implorando?
"A me non costa niente ma non voglio rimanere bruciata e non voglio che si bruci neanche Jessica, è una ragazza sensibile, ne soffrirebbe, vedró cosa posso fare".
Egli annuii.
"Ora vado ciao Jason" lo salutai.
"Ciao Zoe" mi salutó.Pov Jason
Zoe era appena andata via con la sua moto senza voltarsi indietro, e io ero rimasto lì a guardare che andava via.
Avevo messo le cose in chiaro con lei, almeno per mia sorella, lei non meritava di essere ignorata, non capivo cosa ci trovasse Jessica in Zoe...
Ma quella ragazza era tosta non si faceva intimidire da nessuno, non aveva paura neanche quando l'avevo sbattuta al muro, neanche quando l'avevo fatta cambiare in spogliatoio davanti a tutti, aveva fegato.
Ma non sopportavo che il mio fascino su di lei non avesse nessuno effetto... Perchè? tutte le ragazze mi cadevano ai piedi invece lei faceva di tutto per starmi lontana?
Era ovvio che gli stavo sulle palle, bhe al nostro primo incontro ieri non ero stato molto simpatico e lei si era solo difesa.. ma che la stavo difendendo? Era solo un'insopportabile acidona e mi sarei divertito a rompergli le palle, anzi gli avrei fatto cascare il mondo sotto i piedi, si sentiva troppo sicura di se stessa, gli avrei fatto perdere tutta la sua autostima e alla fine me la sarei portata a letto, l'avrei umiliata completamente, perchè nessuno umiliava Jason Miller.
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Un magnifico imprevisto
RomansaLei è Zoe ha 17 anni e vive a Londra. All'apparenza sembra una ragazza scontrosa che odia i rapporti umani, non vuole amici nè un fidanzato respinge tutti, tranne suo padre. L'unica cosa che ama sono gli sport, lei dà l'anima per ogni sport che le p...