Capitolo 2 - Occhi verdi

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La campanella suonò e, con un sospiro di sollievo, gli studenti uscirono dall'aula. Leila non aveva fretta: preparò con calma il suo zaino e uscì dalla classe, controllando che il suo prezioso ciondolo fosse ancora allacciato al suo collo. Lo guardò per un istante: era un semplicissimo ciondolo a forma di goccia, viola e trasparente, allacciato al collo della giovane grazie ad una catenina argentata. Non se ne sarebbe mai separata. Era l'ultimo filo che la legava a sua madre. Accennò un piccolo sorriso, se lo infilò sotto il bordo della maglietta per tenerlo al sicuro e continuò a camminare, andando però a sbattere contro qualcosa di estremamente solido. Non cadde, ma esaminò la causa di quella collisione: di fronte a lei si stagliavano imponenti Aidan e un suo amico. Ora che lo guardava meglio era proprio l'idiota che voleva farla spostare in corridoio.

<<Ehi, dove stai andando?>> le domandò il ragazzo-dal-nome-sconosciuto. Lei cercò di superarlo, ma venne trattenuta per un braccio.

<<Parlo con te, rossa!>> ringhiò vicino all'orecchio di Leila, che, dal canto suo, continuava a guardare davanti a sé, verso l'uscita della scuola.

<<Davvero? Pensavo parlassi con l'armadietto>> sibilò lei, spostando la sua attenzione sul volto del giovane. I suoi occhi verdi, così profondi, parevano mangiarle l'anima. Okay, doveva mantenere la calma o non ne sarebbe uscita.

<<Fatti valere, Dylan>> affermò Adam con un ghigno. Se non altro, ora era a conoscenza del nome dell'altro.

<<Ti conviene lasciarmi andare>> minacciò Leila con lo sguardo fisso negli occhi del giovane.

<<Altrimenti? Nessuno mi manca di rispetto, principessa>> ridacchiò Dylan. Gli occhi azzurri della fanciulla vennero improvvisamente oscurati da una rabbia cieca, diventando neri e scioccando il ragazzo, che allontanò la mano dal braccio di lei con uno scatto. Leila sorrise: era consapevole del cambiamento che avevano i suoi occhi quando si arrabbiava, anche se non era mai riuscita a trovare una spiegazione certa al fenomeno. Per il momento, lo usava a suo vantaggio. Aidan guardò l'amico e poi lei confuso.

<<Se non vi dispiace, io ho di meglio da fare>> si congedò lei <<A domani, ragazzi>> e si allontanò, oltrepassando l'uscita.

Intanto, Aidan guardava sempre più perplesso l'amico, in cerca di spiegazioni, che, sfortunatamente per lui, non sembravano arrivare spontanee.

<<Che diamine è successo? Perché l'hai lasciata andare?>>

<<I suoi occhi...>>

<<I suoi occhi cosa?>>

<<Erano diversi>>

<<Senti Dylan, o me lo dici chiaramente o niente. Non sono qui per tirarti fuori le parole di bocca>> lo apostrofò. In fondo, Aidan era il migliore amico di Dylan e in quel momento nessuno dei due aveva voglia di discutere.

<<Hai presente quando mi ha minacciato?>> domandò, facendo le virgolette con le dita alla parola "minacciato". L'altro annuì, invitandolo a continuare.

<<I suoi occhi sono diventati neri. Non so spiegarlo. Mi stavano logorando dentro>> si passò una mano nei capelli, in segno di frustrazione.

Aidan spalancò gli occhi. <<Non penserai sia una Maga delle Tenebre, giusto?>>

<<Non lo so, ma sarebbe assurdo. Insomma, in questa zona governiamo noi. Perché dovrebbe venire qui, da sola per di più?>>

<<Magari non è sola...>> constatò l'amico.

Significato del nome : Dylan = grande marea

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