Capitolo 8 - Un'accesa discussione

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<<Come mai i tuoi occhi si scuriscono così?>> chiese ingenuamente Cloe. Beccata.

<<Non è vero, è solo una tua impressione>> affermò apatica Leila.

<<Non solo sua. Lo abbiamo visto anche noi>> indagò Aidan, mentre cercava disperatamente di non incrociare gli occhi della rossa, che, sentendosi sotto accusa, passava lo sguardo da Cloe a Dylan ad Aidan, poi di nuovo a Dylan e a Cloe. Così per tre volte. Stava per rispondere quando una vocetta stridula la interruppe: <<Ehi Dylan>>

Lui non pareva troppo contento di vederla: <<Elettra>> disse con un sorrisino forzato. Lei si avvicinò sorniona a lui, sedendosi poi sulle sue gambe e baciandolo con foga.

<<Bleah, stiamo mangiando!>> sussurrò Cloe alla rossa, che sghignazzò leggermente.

<<Che avete da ridere voi due?>>

<<Nulla, stavo solo pensando ai tuoi capelli>> disse Leila, facendo un cenno con il capo verso le meches blu elettrico <<per caso, un puffo ti ha vomitato addosso?>> chiese serissima.

Aidan per poco non si strozzò con l'acqua che stava bevendo e cominciò a tossire insistentemente, trattenendo le risate, cosa che a Dylan e Cloe, così come alle tre schiavette di Elettra, riusciva chiaramente difficile.

<<Ma come ti permetti, pel di carota?>> ridacchiò lei per il nomignolo appena usato.

<<Davvero è l'insulto migliore che ti sia venuto? Cavolo, che fantasia!>> disse la rossa, sorseggiando l'acqua direttamente dalla bottiglietta, mentre una Elettra indignata si alzava dalle gambe di Dylan.

<<Non finisce qui, ragazzina>>

<<Come vuoi>> disse sempre senza guardarla. Poi si voltò per richiamarla: <<Ah, Elettra>> La mora si girò soddisfatta, evidentemente si aspettava delle scuse. <<Salutami il Grande Puffo>> affermò, mentre Elettra si dirigeva alla porta con un'espressione decisamente troppo teatrale, scatenando poi una risata generale. Non si era accorta che l'intera mensa le stava ascoltando.

<<Sei stata mitica!>> esclamò Cloe <<Non avevo mai visto Elettra così arrabbiata>>

<<Già, ora ti renderà la vita un inferno. Complimenti>> la canzonò Dylan.

<<Che lo faccia. Non mi spaventa di certo, anche se quel blu sui capelli è davvero inquietante>>

<<Dylan ha ragione. Può essere molto vendicativa>> spiegò Aidan.

<<Sì, non sopporto i suoi modi>> affermò Dylan.

<<Disse quello che le stava mangiando la faccia>> aggiunse Leila.

Aidan, che si era trattenuto fino ad ora, scoppiò definitivamente in una fragorosa risata, anche se Leila lo guardava stranita. Non l'aveva considerata una battuta: semplicemente esternava tutto ciò che le passava per la testa.

<<Oddio, mi farai morire>> disse con le lacrime agli occhi.

<<Amico, da che parte stai?>> gli rimproverò l'altro.

<<Al momento dalla sua>> disse, indicando la rossa <<ti sta davvero battendo alla grande>>

Dylan sbuffò ed incrociò le braccia al petto: <<A me non sembra>>

<<Oooh, il bimbo si è offeso. Tranquillo, poi ti compriamo il gelato>> lo prese in giro Leila.

<<Magari a me non serve il gelato>> disse il ragazzo con voce roca ed un sorrisetto malizioso in volto. Lei non potè fare a meno di arrosire di fronte a quell'affermazione, ma si ricompose subito.

<<Andiamo o faremo tardi>> disse seria.

<<Che fai? Scappi?>> continuò Dylan.

<<Da chi? Da te? Ma fammi il piacere!>>

<<Sembrava sai>>

<<Sembrava a te che nel cranio hai della segatura al posto dei neuroni>> borbottò lei, prima di afferrare la mano di Cloe ed uscire, ma riuscì comunque a sentire un "non finisce qui, rossa". Se fosse rimasta ancora a quel tavolo, avrebbe fatto strani pensieri su come sbarazzarsi del suo cadavere e non era il caso. Ma con tutti i ragazzi che ci sono, proprio Dylan doveva essere il fratello maggiore di Cloe?

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