Capitolo 26 - Progetto scolastico

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Nei due giorni successivi, i rapporti tra Leila e la famiglia Thompson erano peggiorati notevolmente: Cloe e Meryl tentavano di parlarle in continuazione, ma lei, quando rispondeva, lo faceva a monosillabi; Abner la torturava durante gli allenamenti; Kenneth veniva continuamente allontanato dalle occhiatacce di lei; e poi c'era Dylan.

Dylan.

Non riusciva a capire il suo comportamento: un secondo sembrava volerle parlare, l'attimo dopo la evitava lanciandole occhiate di disprezzo. Pareva bipolare.

Anche a scuola le cose non andavano per il meglio: Elettra la scherniva ogni volta che ne aveva occasione; Aidan, Adam e Shu cercavano in tutti i modi di parlarle ma lei non ne voleva sapere; ed infine, Jude la seguiva come un'ombra. La sorte voleva poi che il ragazzo avesse tutte le ore in comune con lei e che il professore di scienze avesse avuto la brillante idea di metterli in coppia assieme per un progetto. Dopo scuola, Leila era tornata a casa Thompson con il giovane al suo seguito. Aveva avvisato Meryl il giorno prima, ma la donna non ne sembrava entusiasta, anzi le era parsa preoccupata e la ragazza non ne comprendeva il motivo. Si erano chiusi nella biblioteca al piano interrato e avevano trascorso allegramente un paio d'orette, quando Dylan sopraggiunse nella stanza.

<<Mia madre vi ha preparato la merenda se volete>> borbottò.

<<Sì, arriviamo. Ti ringrazio>> disse gentilmente Jude.

<<Tu vai pure. Io devo parlare un attimo con Leila>>

Jude sembrò abbastanza sorpreso e poco propenso a lasciare la rossa da sola con Dylan, ma, quando la guardò, lei gli sorrise teneramente, indicandogli che poteva stare tranquillo. Sollevato, se ne andò.

<<Ti piace?>> chiese Dylan. Leila, che fino ad allora non lo aveva guardato, alzò gli occhi, incontrando quelli del ragazzo. Quello che vi lesse non le piacque per niente: rabbia, delusione e amarezza. Si prospettava una discussione colossale.

<<Allora? Sto aspettando?>> sbottò lui, impaziente.

<<Se anche fosse? Cosa ti interessa?>> Era chiaro come il sole che lei non nutrisse alcun sentimento nei confronti di Jude, ma voleva tenere Dylan sulle spine.

<<Non mi affezionerei molto a lui, fossi in te. Non mi fido di quel tipo>>

<<Perché non è nella cerchia dei popolari? Degli stra fighi? Perché è un nerd? Spiegamelo>> urlò lei di rimando. Il ragazzo intanto si era avvicinato silenziosamente, arrivando a mezzo metro di distanza da lei.

<<No, semplicemente non lo voglio vedere accanto a te>> sussurrò. Leila era abbastanza sorpresa ma la sua corazza non le fece abbassare le difese.

<<E perché mai?>> Nonostante sembrasse decisa, la sua voce era leggermente tremante.

<<Perché sono geloso. Non si tocca ciò che è mio>> ringhiò lui. La rossa indietreggiò celermente, vedendo la scintilla che si era accesa negli occhi del ragazzo. Ora come ora quegli smeraldi le facevano paura.

<<Non sono tua. Io non sono di nessuno, se non di me stessa>> mormorò lei.

Dylan, che si era appoggiato con le mani e le braccia incredibilmente tese al tavolo, si staccò dall'oggetto per dirigersi verso Leila, che ormai era arrivata con le spalle al muro. "Di nuovo" pensò lei, sconfitta. Lui non la intrappolò com'era successo due giorni prima, ma la scrutò da vicino, in silenzio.

<<Non hai risposto alla mia domanda. Lui ti piace?>> domandò serio.

<<No, non mi piace. Non in quel senso, almeno>> bisbigliò lei, scrollando le spalle e mantenendo lo sguardo basso. Lui si rilassò e con tranquillità arrivò a pochi centimetri dalla rossa, che oramai si era appiattita contro la parete, sperando che questa potesse essere trapassata in qualche modo.

<<Bene, meglio così>> rispose lui infine, soffiando inevitabilmente sulle labbra di lei e facendole venire i brividi.

<<Smettila di giocare così con me. Perché lo fai?>> disse Leila con un filo di voce.

<<Non sto giocando con te. Sto cercando di capirti>> spiegò lui.

<<Senti, io lo so che sono un casino, so che a volte ispiro più schiaffi che carezze, ma ho bisogno che le persone non se ne vadano dalla mia vita, che lottino per starmi accanto quando sono io la prima a spingerle via. Ho bisogno di persone che, invece di fermarsi davanti ai muri che ho alzato intorno a me, cerchino di abbatterli con la loro presenza. Ma, Dylan, santo cielo, tu sei più instabile di una ragazza con il ciclo>> urlò lei, mentre decine di lacrime sfuggivano al suo controllo. Sgusciò via dalla presa di Dylan e uscì dalla stanza.

Spazio Autrice

E abbiamo un momento Leidan! Grazie a FangirlsEverywhereID per la ship! (Scusa cara, non mi fa il collegamento).

Al prossimo capitolo!

-Martina-

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