Capitolo 23 - L'allenamento

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Leila si bloccò sulla soglia: di fronte a lei si presentava un ampio spazio, interamente attrezzato con bersagli, armi e quant'altro. Due ragazzi e Cloe si stavano già allenando. La bionda le corse incontro non appena la vide, abbracciandola di slancio. L'altra non potè far altro che ricambiare quel gesto d'affetto, ma Dylan la prese poco dopo, staccandola dalla sorella. Quel ragazzo era davvero lunatico! La trascinò davanti agli altri due, che la fissavano incuriositi.

<<Ragazzi, lei è Leila. Leila, loro sono Adam e Shu>> Il primo le sorrise, abbracciandola, mentre il secondo si limitò ad un cenno del capo.

<<Oggi cominceremo con cose elementari, come colpire i bersagli. Vieni qui>> continuò Dylan, invitandola a raggiungerlo davanti ad uno degli obbiettivi. Fu seguita anche da Adam, Shu e Cloe, che la stava incoraggiando con lo sguardo.

<<Devi solamente concentrarti sul tuo potere e vedrai che verrà da sè>> le consigliò Adam, sempre con il suo inimitabile sorriso. Leila prese un bel respiro, socchiuse gli occhi e alzò le braccia, concentrandosi sul bersaglio davanti a sé, ma l'unica cosa che riusciva a sentire era che aveva fame, non avendo mangiato a pranzo. Riabbassò gli arti ed essi ciondolarono lungo i suoi fianchi. Provò a concentrarsi altre sei volte almeno, mentre gli altri la guardavano pazientemente. Improvvisamente, Dylan sbuffò.

<<Sapevo che eri solo una stupida ragazzina. Non capisco come mio padre possa considerarti pericolosa>> la accusò lui. Leila sembrava abbastanza sorpresa, così come Cloe, che fece per dire qualcosa, ma venne bloccata da un'occhiataccia del fratello.

<<Ma cosa..?>> cominciò a balbettare la rossa.

<<Smettila di parlare! Voglio i fatti: o centri il bersaglio o quella è la porta>> urlò, accennando alla porta da cui erano entrati. Leila, adirata, sentì una strana sensazione di calore irradiarsi nel suo petto e poi attraverso tutte le braccia, fino a giungere alle mani. Puntò gli arti verso il bersaglio e un fascio nero con sfumature viola lasciò le sue dita, per poi abbattersi sull'obbiettivo, polverizzandolo. Tutti erano sconvolti, lei stessa lo era. Guardò le persone presenti: Cloe aveva la bocca spalancata; il sorriso di Adam si era spento, lasciando posto ad un'espressione terrorizzata; Shu era rimasto impassibile. Ed infine, c'era Dylan. Si aspettava di trovarlo arrabbiato per averla sottovalutata, ma tutto ciò che vide era un sorrisetto a metà tra il soddisfatto e l'orgoglioso. Fu allora che capì: farla arrabbiare era stata una tattica per permetterle di liberare il suo potere. Gli sorrise, mimando un "grazie" con le labbra. In risposta, lui le fece l'occhiolino. Il resto della giornata passò velocemente tra lotte corpo a corpo, uso di armi e sperimentazioni di incantesimi. A metà dell'allenamento si era aggiunto anche Aidan. Leila si era ritrovata ricoperta da lividi e ferite, ma non pareva farci caso. Stava cercando di modellare una freccia nebulosa di tenebra, quando uno scricciolo le si attaccò alla gamba: <<Ciao Leila! Ti sono mancato?>> cantilenò Kenneth.

<<Sì, tanto. Ma come mai sei qui?>> la ragazza aggrottò le sopracciglia.

<<Devo allenarmi anch'io>> rispose lui, quasi offeso.

<<No, non devi, almeno non oggi>> li interruppe Dylan, che prese in braccio il ricciolino. Kenneth prese ad urlare e dibattersi, dicendo che voleva scoprire il suo potere. Quando Leila chiese spiegazioni, Dylan le chiarì: <<Noi Maghi sappiamo solamente se siamo della Luce o delle Tenebre, ma solo col tempo veniamo a conoscenza dell'elemento naturale che controlliamo>>

<<Elemento naturale?>> domandò Leila confusa.

<<Sì, io governo l'acqua, Cloe ed Adam la terra, Aidan il fuoco e Shu l'aria. Avendo io e Cloe l'acqua e la terra, Kenneth deve governare per forza il fuoco o l'aria. Tecnicamente si può forzare la scoperta del potere ma è meglio lasciarla al caso. Ci abbiamo già provato ma il piccolo non ne vuole sapere di ricevere un pochino d'aiuto>>

<<Come mai per forza il fuoco o l'aria?>> la rossa era sempre più curiosa.

<<Quante domande fai? Comunque, i primi due figli prendono lo stesso elemento dei genitori: mia madre governa l'acqua, mentre mio padre governa la terra. Gli altri vanno per esclusione>> spiegò lui. Lei annuì, facendogli capire che aveva inteso il tutto. Fecero tutti una pausa, durante la quale Leila si dileguò e tornò nella stanza degli allenamenti, portandosi dietro Kenneth che la guardava curioso. Lei sorrise ed esclamò: <<Ora scopriremo il tuo potere!>>

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