Capitolo 32 - La lotta

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Stupida, stupida e ancora stupida! Leila se lo stava ripetendo ormai da un'ora. Come aveva potuto cedere così alle provocazioni di Dylan? Gli aveva rivelato che lui aveva un certo ascendente su di lei, senza nemmeno usare le parole. Maledetto! Sbuffò e si sistemò i capelli in una coda alta: li aveva torturati in lungo e in largo quel pomeriggio e ora sembravano più indomabili di prima. Presa com'era dalla questione Dylan non si era nemmeno accorta che si fosse fatta sera e che non fosse ancora riuscita a leggere quel libro. Non riusciva a capire come vedere quelle parole. Irritata, lo richiuse e lasciò la stanza.

Il giorno seguente, Leila dovette allenarsi, ma, per sua sfortuna, era da sola con Dylan. Lui sembrava particolarmente propenso a farla faticare. Erano sul ring da combattimento per uno scontro corpo a corpo, ma il ragazzo stava decisamente avendo la meglio. L'aveva messa all'angolo e la fissava trionfante. Ovviamente lei non gliela voleva dar vinta. Leila studiò la sua posizione: lui le stava di fronte e le sue uniche vie di fuga erano bloccate dalle sue braccia muscolose. Assottigliò gli occhi e li piantò dritti in quelli di Dylan.

<<Cerchi di intimidirmi, rossa?>> ghignò lui.

<<Lo ammetto: ci sto provando>> confermò lei, prima di sferrare un pugno verso la guancia sinistra di lui. Venne prontamente bloccato e lui la fece girare, bloccandola da dietro e incrociandole le braccia sul petto.

<<E ora come te la cavi?>> la istigò Dylan.

<<Non provocarmi! Potrei ucciderti con una sola mossa>> ringhiò lei, mentre gli tirava una gomitata nello stomaco. Lui si piegò leggermente per il dolore, lasciandola andare. Leila sorrise soddisfatta, ma non fece nemmeno un passo che si ritrovò faccia a terra: Dylan le aveva afferrato una caviglia, facendola destabilizzare e poi cadere. La girò, facendole appoggiare la schiena a terra, per poi mettersi a cavalcioni su di lei, bloccandole tutte le possibili vie di fuga. Le alzò le mani e gliele fermò sopra la testa, avvicinando il suo viso a quello della fanciulla.

<<E ora? Ricorda: se non puoi sconfiggere l'avversario, devi fargli perdere la concentrazione, anche per un brevissimo periodo>> le suggerì in un sussurro. "Fargli perdere la concentrazione? Ma come?" poi un'idea passò per la sua mente. Fece un sorrisetto malizioso: <<Fargli perdere la concentrazione, eh?>> disse prima di unire le sue labbra a quelle di Dylan. Come aveva previsto, lui sembrava abbastanza sorpreso e allentò la presa sui suoi polsi, permettendole di liberarsi e capovolgere la situazione. Ora Leila era sopra Dylan e lo guardava divertita.

<<Non perdi la concentrazione troppo facilmente?>> rise lei.

<<Oh, questa me la paghi cara, rossa>> la minacciò prima di buttarla a terra e cominciare a farle il solletico. Le loro risate riempivano la sala.

<<Smettila, Dylan. Per favore>>

<<Così come per la prima volta, devi pagare un prezzo, a stavolta non mi lascerai a bocca asciutta>>

<<Non credi di essere un pochino egocentrico?>> disse, alzandosi da terra.

<<Molto più di un pochino, rossa. Ma ora devi pagare>> sussurrò all'orecchio di Leila.

<<Non pagherò proprio nulla a te>> La ragazza continuava ad indietreggiare.

<<Beh, prima non mi sembra che ti sia fatta tanti scrupoli a baciarmi>> disse alzando un sopracciglio e ghignando maliziosamente.

<<Era per deconcentrare il nemico, ricordi?>> ribattè lei, sbattendo contro il muro.

<<Come vuoi, rossa>> borbottò Dylan, prima di baciarla. Lei si staccò immediatamente. <<Non dovremmo farlo. Se tuo padre ci scoprisse, mi ammazzerebbe all'istante e non voglio essere la causa di una divergenza nella vostra famiglia>> gli confessò, dispiaciuta. Lui le sorrise.

<<Ascolta, Leila, tu mi piaci davvero e né mio padre né nessun altro potrà impedirmi di vederti. Stai diventando troppo importante per me; non sopporto il fatto di dover dipendere così da una persona, ma credo di star diventando drogato del tuo sorriso>> Le accarezzò la guancia con la nocca dell'indice. Lei gli sorrise e gli lasciò un bacio a stampo. <<Grazie>> gli bisbigliò <<anch'io penso di non poter più fare a meno di te>>

Spazio Autrice

Questo capitolo è dedicato a Gaia, che oggi fa 17 anni! Auguri, amica. Ti voglio bene!

Comunque, che ne pensate? Vi entusiasma ancora la storia o vi ha stufato? Ditemi che vi passa per le vostre testoline. Un bacio,

-Martina-



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