Capitolo 40 - Forza rossa

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<<La rischierò, se è per salvare il ragazzo che amo>> ringhiò lei.

Il giovane sbarrò gli occhi davanti a quella dichiarazione così spontanea. Anche Cloe e Shu le si avvicinarono. La bionda le sorrise. <<So come ti senti. Anch'io ero in ansia per Aidan, ma Dylan se la sa cavare da solo>>

<<Io non lo dubito, Cloe. Ma se gli dovesse accadere qualcosa oggi, sarebbe solo colpa mia e non lascerò che lui ci rimetta la sua vita per salvare la mia>> sibilò, cercando di mantenere il controllo.

<<Leila, hanno ragione. Abbiamo già perso Adam. Perdere te sarebbe un altro duro colpo>> intervenne Shu. La rossa cercò di scattare verso l'entrata, venendo però nuovamente bloccata. Aidan la stringeva a sé riducendo al minimo le sue vie di fuga. Leila escogitò un piano: non voleva far male a nessuno, ma doveva correre da Dylan. Si rilassò momentaneamente, ma appena il giovane allentò la presa si dibattè più forte. Il biondino non mollava e lei cominciava ad innervosirsi. Si voltò verso di lui, ben consapevole che in quel momento i suoi occhi erano color pece. Lui lasciò la presa di scatto e la lasciò passare. Leila corse a perdifiato, immettendosi nel corridoio a destra. Inciampò su qualcosa, ma, quando una mano le afferrò la caviglia, si rese conto che era un qualcuno. Un Mago della Luce la fissava ghignando. Con un incantesimo, lo addormentò: non avrebbe danneggiato nessuno, se non in caso necessario. Decise di procedere con più calma, ascoltando con attenzione ogni rumore: dei passi, un grido ed i lamenti dei caduti.. "Un momento: un grido?". Si precipitò sul luogo e quello che vide le tolse il respiro: Jude sovrastava Dylan e brandiva un pugnale affilato. Nessuno dei due si era accorto della rossa, che aveva la fortuna di trovarsi alle spalle di Jude. Si avvicinò in punta di piedi, trattenendo il fiato. Era ad un passo dal giovane, quando questi si girò, afferrandola con un braccio stretto attorno alla gola. Lei urlò.

<<Lasciami andare>>

<<Credevi davvero che non ti avessi sentito? Povera illusa!>> rise malignamente lui. Lei si dibatteva con tutte le sue energie, ma con scarsi risultati. Capendo che ribellarsi era inutile, si rilassò, aspettando la sua fine. Jude cominciò ad accarezzarle i capelli e ad inspirare il suo profumo alla vaniglia, poi la spinse a terra dalla parte opposta rispetto a Dylan. Leila atterrò con un tonfo, sbattendo la fronte sul pavimento. L'ambiente intorno a lei si faceva sempre meno nitido, mentre con una mano tentava di fermare il sangue che ora le usciva da un taglio sul viso, dovuto all'impatto con un oggetto affilato che non riusciva ad identificare.

<<Sai, è un peccato uccidere una creatura bella ed interessante quanto te, ma devo possedere quella gloria: mi spetta. Spero mi perdonerai, carissima. E se non sarà così, me ne farò una ragione>> disse alzando il coltello. La rossa si coprì la testa con la mani, aspettando di sentire la lama fredda penetrare e squarciare la propria pelle. Poi un tonfo ed un gemito strozzato. Alzò lo sguardo, incontrando quegli occhi verdi. Dylan la fissava, preoccupato. Lei gli sorrise dolcemente e lo guardò a sua volta. Deglutì lentamente: era ricoperto di sangue e la camicia era ridotta a brandelli. Sul petto si apriva una ferita lunga, ma non pareva particolarmente profonda. Con la mano destra reggeva ancora il pugnale appena usato per uccidere Jude. Barcollava, probabilmente per l'ingente dissanguamento a cui stava andando incontro. Leila si sollevò di scatto per sorreggerlo.

<<Dobbiamo uscire, ma le uscite sono tutte bloccate e qui sta per crollare tutto>> biascicò lui, visibilmente provato.

<<Lascia fare a me>> lo rassicurò lei. Lui la guardò perplesso.

<<Che hai in mente?>>

<<Lo sai bene>> esclamò lei, alzando gli occhi al cielo.

<<Non vorrai farlo davvero? Non sei ancora pronta per questo!>>

<<Devo farlo, Dylan. Vuoi morire, per caso?>> gli chiese, sarcastica. Lui brontolò, poi la guardò negli occhi, lasciandole un bacio delicato sul naso.

<<Forza, rossa. Non deludermi>>


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