Capitolo 4 - Cloe

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<<E hai anche la lingua lunga, chissà se riusciremo a farti tacere>>

I tre lasciarono la loro precedente preda, per concentrarsi sulla rossa. Lei tirò un sospiro di sollievo: almeno la ragazza era libera. I suoi occhi analizzarono poi i suoi possibili aggressori: erano alti, tutti superavano il metro e ottanta, mentre lei era un metro e settanta. Inoltre, erano parecchio muscolosi. I fatti non giocavano a suo favore. Non indietreggiò. Semplicemente non fece nulla. Il ragazzo più alto la afferrò per un braccio, strattonandola. Lei non si oppose, chiudendo gli occhi. La rabbia stava prendendo possesso del suo corpo. Spalancò il braccio verso l'esterno e la presa del giovane sparì. Perplessa, riaprì gli occhi e ciò che si trovò davanti fu a dir poco stupefacente: lo aveva scaraventato contro un albero a pochi metri di distanza e gli altri due la guardavano sorpresi. Il panico si insinuò in loro quando la rossa li guardò: i suoi occhi erano nuovamente neri, intrisi di un potere oscuro e tenebroso. I precedenti carnefici si trasformarono in docili agnellini e fuggirono a gambe levate. Leila porse una mano alla ragazza a terra per aiutarla ad alzarsi, ma questa la guardava abbastanza impaurita.

<<Co-come hai fatto?>> balbettò la bionda.

<<Effettivamente non lo so>> Leila abbassò lo sguardo.

<<Non importa. Ti ringrazio,...>> lasciò la frase in sospeso, confondendo la rossa.

<<Ah, scusa. Sono Leila>>

<<Sono Cloe>>

<<Ti fa male qualcosa? Hai bisogno di un medico?>> le domandò con gentilezza. Non era da lei quel comportamento, ma quella ragazza sembrava simpatica.

<<Mi fa un po' male la caviglia, ma credo sia solo slogata>> disse cercando di alzarsi.

<<Aspetta, ti aiuto>

Leila passò un braccio attorno alla vita sottile di Cloe, mentre lei posò il suo braccio sulle spalle dell'altra.

<<Dove ti porto?>> chiese dubbiosa la rossa.

<<A casa. Ti indico la strada>>

<<D'accordo>>

Il tragitto fu silenzioso, nessuna delle due fiatò.

<<Eccola, è questa>> Davanti a loro, si stagliava una graziosa villetta a due piani con un giardino, che, forse, si allargava sul retro. Percorsero un vialetto fatto di ciottoli e suonarono il campanello. Poco dopo venne ad aprire una signora alta, bionda e solare. Tuttavia, il suo sorriso si spense non appena vide la figlia.

<<Tesoro, che è successo? Chi è lei?>>

<<Mamma, tranquilla. Sto bene. Lei è Leila, mi ha aiutata>>

<<Va bene, venite dentro>>

<<Oh, no, signora. La ringrazio ma io dovrei tornare a casa>> la interruppe Leila.

<<Per favore, vieni dentro. Ti offriamo la merenda>> la pregò Cloe, facendo il labbruccio.

Leila sbuffò. <<Va bene>>

Si diressero in cucina, dopo aver attraversato un lunghissimo corridoio. Doveva ammetterlo: la casa sembrava molto più piccola da fuori.

<<Allora, che scuola fai, Leila?>> le chiese amabilmente la donna, mentre le serviva dei biscotti all'uvetta chiaramente fatti in casa.

<<Vado al liceo linguistico qui vicino>>

<<Davvero?! Anch'io, però non ti ho mai visto>> esclamò Cloe.

<<Ho comiciato solo stamattina>>

<<Ah, ecco. Io oggi non c'ero, non avevo studiato per un'interrogazione>> disse, imbarazzata.

<<Abiti con i tuoi?>> indagò ancora la signora Thompson. Leila deglutì a fondo e un improvviso senso di nostalgia le attanagliò lo stomaco. Le altre due si accorsero dell'improvviso cambio di umore della rossa.

<<Oh, mi spiace! Io, io non volevo...>>

<<No, no, si figuri. Ormai è passato. Comunque vivo con mia nonna>> spiegò lei con voce fredda e priva di emozione. Nulla trapelava dai suoi occhi color oceano. Il suo atteggiamento, come in questo caso, incuriosiva e spaventava l'interlocutore. La biondina fece per parlare, ma venne interrotta da una voce...

Spazio Autrice

Tataradaaaa! Di chi sarà la voce misteriosa?

Significato dei nomi: Cloe=erba tenera e verde

Un bacio a chi mi sta seguendo

-Martina-

Dark SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora