Capitolo 13 - Strani comportamenti

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Le due settimane seguenti Leila si comportò come aveva precedentemente deciso non solo nei confronti di Dylan, ma di quelli di Cloe ed Aidan. Ovviamente il cambiamento non passò inosservato ai suoi amici, che, allarmati anche dal comportamento distaccato di Dylan, cercarono di scoprire cos'era accaduto. A pranzo non parlavano neanche: Cloe ed Aidan tentavano di iniziare dei discorsi, ma con scarsi risultati. La mattina non si vedevano praticamente più, perché Leila trovava sempre una scusa per evitare il ragazzo castano, ma alla fine se lo ritrovava sempre davanti nei corridoi. D'altra parte, tutte le volte che Dylan incrociava gli occhi della rossa distoglieva lo sguardo e non la salutava. Aidan e Cloe si misero d'accordo: il primo sarebbe andato a parlare con Dylan, la seconda con Leila.

Il biondino trovò Dylan appoggiato al muretto sul retro con Elettra. Si stavano sbaciucchiando fino alla nausea. Così Aidan si avvicinò e con un colpetto di tosse attirò l'attenzione.

<<Scusate se vi interrompo, ma, Dylan, dovrei parlarti>>

<<Non ora. Non vedi che sono impegnato?>> sibilò il diretto interessato.

<<No, ora>> detto ciò lo prese per un braccio e lo trascinò lontano dalla cozza.

<<Che vuoi, Aidan?>> chiese scocciato Dylan.

<<Che diamine succede tra te e Leila?>> sbraitò il biondo al culmine della sopportazione.

<<Niente di niente. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a fare un lavoretto>> disse cercando di dileguarsi, ma l'altro lo afferrò prontamente per un braccio.

<<No, no. Tu non vai da nessuna parte, amico>>

<<Te l'ho detto: non succede nulla. Lei mi evita, punto>> affermò sbuffando.

<<Ti ricordo che sono un Mago della Luce anch'io e capisco quando menti. Puoi dirmi la verità adesso o tra due ore ma non ti farei muovere da qui nel frattempo>>

<<Va bene. Sai che Leila era stata da noi a dormire un paio di settimane fa?>> Aidan annuì <<Beh, siamo stati un pochino fuori e abbiamo parlato insieme, dato che non riuscivamo a dormire. Poi lei è andata a letto, mentre io sono rimasto nel portico. Quando sono rientrato, mio padre mi stava aspettando>>

Il biondo sembrò confuso: <<Tuo padre?>>

<<Già, mi ha detto di stare lontano da Leila, ma non mi vuol dire il perchè>>

<<Mmh, questo è strano>>

<<Infatti. Ma non so per quanto ancora potrò sopportare questa situazione: è snervante>> sospirò, passandosi una mano nei capelli.

<<Prova a parlare di nuovo con lui>>

<<Con mio padre? Scherzi, vero?>>

<<No, io ci proverei. Ah, sabato vieni alla festa da me?>>

<<Sì, certo. Ora vado>>

Nel frattempo, Cloe aveva trovato Leila accanto al suo armadietto, intenta a cercare un libro.

<<Ciao Leila!>> la salutò allegramente, ma la rossa rispose con un cenno del capo.

<<Stai bene?>> la rossa si limitò ad annuire. A questo punto la biondina sbuffò sonoramente, cosa che fece voltare Leila: <<Hai intenzione di fare il gioco del silenzio ancora per molto?>> le chiese Cloe.

<<Non sto facendo nessun gioco del silenzio>>

<<Ah no? Sono ben due settimane che non parli con noi. E so che è colpa di Dylan>>

<<Dylan? Che c'entra lui?>> domandò cercando di sembrare sorpresa.

<<Con me non attacca>>

Leila alzò gli occhi al cielo. <<Davvero, non è successo nulla tra me e tuo fratello. Ha deciso di ignorarmi e io lo ripago con la stessa moneta>>

<<D'accordo, come vuoi. Ah, sabato vieni ad una festa? È a casa di Aidan. Ti preeego>>

<<Okay, okay. A che ora?>> domandò la rossa disinteressata.

<<Alle 18 passa da me, così ci sistemiamo>>

<<Come mai così presto?>>

<<Perchè so che dovrò implorarti per metterti un vestito>>

<<Touchè. Dylan viene?>> era strano: la curiosità le stava attanagliando lo stomaco. Cloe non sapeva cosa risponderle: era ovvio che Dylan sarebbe venuto, ma decise di mentirle per evitare che cambiasse idea: <<No, ha un altro impegno>>

<<D'accordo, andiamo in classe?>>

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