Capitolo 15 - Lo scontro

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<<Voglio solo una cosa: vendetta>>

Leila si irrigidì leggermente: vendetta? Di che parlava?

<<Il gatto ti ha mangiato la lingua, dolcezza?>> ghignò malignamente il ragazzo.

<<Non vedo gatti, quindi no>> sibilò lei.

<<Vediamo se dopo stanotte avrai ancora voglia di scherzare, figlia della Luna>>

Il soprannome usato dal giovane lasciò Leila abbastanza confusa. Che intendeva dire? Improvvisamente, il ragazzo uscì dall'oscurità, rivelando il suo volto e permettendo alla rossa di identificarlo: era lo stesso ragazzo che aveva aggredito Cloe, quel giorno al parco, e che poi lei stessa aveva fatto volare contro l'albero. Il ghigno e gli occhi chiaramente intrisi d'odio dicevano che se lo ricordava bene, ma Leila non demorse.

<<Vuoi fare il bis per caso? Non ci metto molto a bucare la parete con la tua testa, sai?>> lo minacciò la ragazza, nella speranza di guadagnare un po' di tempo.

<<Uh, come siamo aggressive! Fossi in te, risparmierei il fiato>> detto ciò, schioccò le dita e gli altri due ragazzi dell'aggressione entrarono, richiudendo poi la porta alle loro spalle.

Intanto, nel salone principale, la festa procedeva regolarmente: molti si scatenavano spensierati, altri bevevano fino a star male. In tutto questo trambusto, Cloe era stramazzata su una panchina in giardino, con Aidan e Dylan al suo fianco, che cercavano di non farla addormentare.

<<Sei proprio un'incosciente, sorellina. Eri anche da sola. Un momento, ora che ci penso: dov'è Leila?>> chiese il ragazzo.

<<Era andata in bagno, ma non è tornata>> riuscì a biascicare la bionda.

<<Aidan, resta qui con mia sorella. Io vado a cercarla>> ordinò Dylan, sospirando. Ripercorse l'ingresso, il salone ed, infine si inoltrò nel corridoio.

<<LEILA>> urlò <<sei qui?>>

Un grido fu la risposta che ottenne. Si precipitò nella stanza, ma tutto ciò che ottenne furono altre urla provocate da due ragazzi, che, a quanto sembrava, erano stati interrotti sul più bello.

<<Scusate, continuate pure a darci dentro>> sorrise imbarazzato Dylan, richiudendo la porta.

Un secondo urlo attirò la sua attenzione: era soffocato, quasi sofferente. Quando la stessa persona disse "ora basta", il ragazzo non ebbe più dubbi: Leila! Non avrebbe mai potuto confondere la sua voce. Corse a perdifiato e si buttò letteralmente sulla porta, spingendola. La scena che si trovò di fronte era raccapricciante: Leila era stata messa ad un angolo da due bestioni, dato che il terzo era accasciato a terra, e si stava difendendo con uno scudo anti-magico nero, creato dalle sue stesse mani. Lo shock era tanto: da quando la giovane sapeva usare le arti magiche? Il ragazzo si svegliò dai suoi pensieri e, senza pensarci due volte, si scaraventò su uno dei due, buttandolo contro il muro con un getto d'acqua, generato dalle sue mani. Sia Leila che l'altro si voltarono verso di lui: la rossa tirò un sospiro di sollievo, senza dare nell'occhio, ma Dylan la vide comunque e sorrise. Cominciò uno scontro a dir poco violento: Dylan tentava di parare i colpi che l'altro sferrava assai velocemente e venne ferito all'avambraccio destro, ma pochi incantesimi dopo trionfò sul ragazzo, ormai esausto. Leila, seppur molto potente, non era allenata e faticava a tenere il ritmo. Il giovane contro cui stava lottando sfoderò un coltello, che, come purtroppo scoprì, doleva maggiormente sugli esseri magici. Due tagli profondi si aprirono sul suo fianco e la spalla destri. La schiena della ragazza strisciò contro il muro, fino a che non si sedette a terra con la testa tra le ginocchia. "Ormai è finita" pensò. Un tonfo le fece sollevare lo sguardo: Dylan aveva atterrato il suo aggressore, sorprendendolo alle spalle e la guardava preoccupato. Le si avvicinò sedendosi accanto a lei e cominciando a scostarle la spallina del vestito.

<<E-ehi che fai?>> balbettò lei. Lui sbuffò: <<Possibile che pensi sempre male? Ti sto solo controllando le ferite!>>

Non appena il braccio ferito del ragazzo sfiorò la spalla tagliata della rossa un leggero bagliore si sprigionò a quel contatto, scomparendo poco dopo. Leila lo guardò perplessa, finché la sua vista non cominciò ad offuscarsi e le sue palpebre a calare. L'ultima cosa che sentì fu Dylan che le sussurrava: <<Non chiudere gli occhi, resta con me>> poi il buio.

Spazio Autrice

Okay, i miei buoni propositi di aggiornare molto molto spesso sono andati a farsi un giro nel mondo degli unicorni, a causa degli innumerevoli impegni che ho. Dunque, mi scuso sinceramente. Fatemi sapere che ne pensate della storia attraverso un commento o lasciate una stellina (così capisco se la storia vi piace o meno!).

-Martina-

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