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La charu era un grattacielo demoniaco di 400 metri e 100 piani, mentre io e Bune eravamo costrette dalla mia umanità a scendere con l'ascensore, altri demoni usavano degli speciali stanzoni adibiti al volo, provavo un' incredibile invidia. L'edificio era costantemente illuminato dalla luce artificiale, tende gigantesche riempivano le imponenti vetrate impedendo anche il più piccolo fascio di luce solare. Il gran maestro mi aveva parlato che molti demoni non riescono a sopportare la luce del mattino, soprattutto quelli di basso rango, Reaboss mi confidò che io ero in grado di uscire a qualsiasi ora del giorno o della notte.

Tutti i demoni che incrociavamo per i vari corridoi avevano sembianze umane, mi era impossibile prevedere quale sentimento preferissero, senza i miei poteri potevo solo riconoscere il loro prescelto vedendoli nella loro vera forma. Avevo passato tempi infiniti a imparare tutte le classi dei demoni, riconoscere dal loro aspetto il potere e le loro affinità, inoltre studiavo qualsiasi loro punto debole. Dopo le lezioni sui miei simili, passavo a conoscere tutti i dettagli delle mie prede, gli esseri umani e per finire c'erano le creature angeliche, quegli spudorati gradassi scintillanti che giocano a nascondino tra le nuvole.

«Nessuno ti ha insegnato che è maleducazione non rispondere alle domande che ti pongono» mi pizzicò Bune. Sentivo la rabbia farsi strada lungo la mia testa, invadendola e non permettendo ad altri sentimenti di intervenire. Poi tutti attorno a noi, i demoni che prima avevano una gran fretta di muoversi si fermarono, puntando i loro occhi, completamente neri, su di me. Bel modo per attirare l'attenzione Aymor, mi feci mentalmente un applauso.

Respirai profondamente e lasciai fuoriuscire qualsiasi sentimento da me. Quando ripresi il controllo della mia mente risposi piccata «Sai mi disgusta la scenetta moralista che hai allestito, era tutto architettato per dimostrare la mia inferiorità umana? Quanto sono debole e in pericolo in questo posto? Volevi dimostrarmi la tua forza? Ricordati mia cara Bune che per quanto io possa essere rinchiusa in questo misero e inutile corpo, ho ancora la memoria demoniaca e, sia ben chiaro, odio prendere ordini da qualcuno.» Nessuna emozione permeava dalla mia pelle, eppure, tutti attorno a me continuavano a fissarmi. La tensione era palpabile e Bune tanto sicura di sé fino a un momento fa, mi sembrava la più intenzionata a divorarmi in un solo boccone.

Per come sono stata istruita, non appena abbiamo messo piede fuori dall'ascensore avevo controllato tutte le possibili vie di fuga, erano pari a zero. Nelle mie attuali condizioni sarei stata eliminata ancora prima di compiere un passo, sapevo che provare paura in una tale situazione fosse normale, ma io non potevo permetterlo, sarebbe stato un errore fatale.
Alcuni demoni non resistendo alla frenesia si alzarono in volo, il tetto non era molto alto, ma loro riuscivano lo stesso a mantenersi perfettamente stabili come se fossero semplicemente in piedi. Tutti allargavano le narici per respirare il mio suadente profumo, li vedevo avvicinarsi lentamente per non far fuggire la loro preda. Ero accerchiata e priva di qualsiasi tipo di arma utilizzabile, per di più non potevo permettermi il lusso di avere paura o qualsiasi altra emozione, se solo avessi perso il controllo sarebbero scattati come molle.

Bune, con una manicure perfettamente curata, avvicinò le sue dita affusolate ai miei lunghi capelli castano chiaro, ne prese una ciocca e la portò vicino al suo naso per ispirarne l'aroma. «Meraviglioso.» La sua normale voce calorosa si era tramutata in un'ansimante richiamo affamato. Trattenni il fiato, l'altra mano era pericolosamente vicina al mio collo, si allungò ancora un po' fino ad accarezzarmi con adulazione la pelle sotto la mandibola. Erano semplici mosse ma perfettamente architettate per immobilizzare la preda, qualsiasi mio movimento era un passo verso la fossa.
Sapevo benissimo cosa sarebbe successo tra qualche minuto, Bune avrebbe assunto la sua forma demoniaca e io sarei stata il suo ambito pasto. I resti della mia misera anima sarebbero stati divisi tra i demoni circostanti, non prima che essi però avessero lottato per stabilire la gerarchia degli alfa che avevano la precedenza nel nutrimento.*

Non chiusi gli occhi, volevo vedere fino in fondo il destino che mi ero assegnata da sola con la mia stupida ribellione, morire a testa alta fiera di me e delle mie azioni. Bune si umettò le labbra vibrante di desiderio, conoscevo quella sensazione, prima di nutrimi ero tutta un fremito ogni volta che capitava, ne ero consapevolmente dipendente.

I suoi occhi neri come l'onice luccicavano riflettendo la luce del lampadario, era questo il segno che indicava il momento del banchetto. Dei fili di tenebra corvini, come i suoi capelli, strisciavano verso i tacchi a spillo di Bune, sinuosamente le attraversarono il corpo fino ad esserne totalmente assorbiti, per una frazione di secondo vidi delle venature nere comparire sulla sua pelle, il momento della trasformazione era arrivato.

«Bune lasciala!» una voce possente tuonò alle mie spalle investendomi con una brezza fresca.

*I demoni prima di un pasto lottano tra di loro per chi debba avere la precedenza.

spazio autrice #
Grazie mille a tutti coloro che stanno seguendo questa mia nuova storia, vi sta piacendo? Secondo voi chi sarà questo salvatore misterioso comparso al momento opportuno? 

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