Aymor
«Mezz'ombra» mormorò Grytelk. In quello stesso momento sentii il suo profumo per metà umano e non potei che confermare la sua tesi. La somiglianza con Damien iniziava a dissolversi.
La testa del mezz'ombra era occupata da una folta chioma bicolore, rossa e bianca. I tratti del viso stavano assumendo pian, piano sembianze femminili. Le sue labbra erano completamente nere sinonimo di un sigillo di possessione. Grytelk si avvicinò per scostarle alcuni capelli dalla fronte e dopo aver sussurrato «Roztraz» comparve un marchio nero. Era la prima lettera dell'alfabeto greco.
«Che significa?» domandò James divorato dalla curiosità, ma al con tempo spaventato. Stava dietro di me e allungava il collo per sbirciare altri dettagli del cadavere.
«Che è stata mandata da un demone alfa» disse Damien.
«È un problema?» continuò a chiedere James. Mi portai una mano sulla fronte per le domande insensate che stava ponendo.
«Se è un problema?» dissi sarcastica. «Ma certo che è un problema! Un mezz'ombra con un sigillo di possessione e un Ophert a rafforzarne i poteri è una catastrofe. Non un semplice problema!» sbuffai quando ancora sul suo viso leggevo la confusione. Benedetta ignoranza!
«Quello che Aymor vuole farti capire, oserei dire inutilmente, è che adesso non solo i cherus ci stanno alle corna* ma anche qualche famiglia alfa dell'inferno» spiegò Grytelk con la sua solita delicatezza demoniaca.
«Oh, no!» esclamò James.
«Perché non vai a fare il bravo fratello maggiore e controlli come sta Lisa?» dissi spazientita.
«C'è Will con lei.» Sollevò una mano in aria come per scacciare un insetto.
«Sei un pessimo fratello» lo rimproverai. Lui alzò un sopracciglio.
«Ti prego non dirmi che quella che sto sentendo è la predica di un demone. Perché hai ucciso proprio adesso questo...come si chiama?» Indicò il corpo esanime che giaceva a terra.
«Mezz'ombra» suggerii Damien.
«Ecco, grazie. Quindi smettila di guardarmi con quel cipiglio come se fossi mia mamma. Poi pensi sul serio che io sia un bravo ragazzo? Andiamo mi sono ubriacato per una delusione d'amore e ho messo fine alla mia vita guidando in quello stato.»
«Lascia perdere» dissi alzando gli occhi al cielo. Aveva ragione ero l'ultima persona che poteva dispensare consigli del genere. «Stare insieme a dei demoni chissà perché sta avendo una pessima influenza sulla tua voglia di redimerti dai peccati.»
«Okay, possiamo dichiarare chiuso il caso James-pessimo-fratello. Mi sembra sia giunto il momento di affrontare il problema principale» disse Damien. Quel suo tono ironico mi irritò così mi voltai come una furia verso di lui.
«Sì, cambiamo argomento... ho proprio voglia di sapere perché ci hai traditi. Non credo sia un caso che il mutaforma abbia assunto il tuo aspetto.»
«Evidentemente aveva buon gusto» rispose impassibile incrociando le braccia al petto. Un urlo di frustrazione mi esplose dentro.
«Tu hai oltrepassato il limite ades...»
«Mi costa non sai quanto ammetterlo, ma credo che non sia stato lui» disse Grytelk sospirando e interrompendo il nostro scambio di sguardi omicidi. «Reaboss qualche giorno fa mi ha incaricato di ricavare alcune informazioni da un demone. Era una spia che si aggirava nel palazzo proprio vicino alle tue stanze Aymor.»
«Cosa?» chiesi sorpresa.
«Il demone paladino della giustizia ti ha detto che sono innocente.» Damien indicò Grytelk e poi continuò «Mi aspetto delle scuse.» Quanto avrei voluto richiamare la tenebra per trasformare quel sorriso che aleggiava sul suo volto... ma sapevo che non era il momento adatto.
«Lo faccio solo dopo che tu ringrazierai il tuo "paladino"» dissi marcando con un tono derisorio l'ultima parola. Damien mi guardò con la sua solita imperturbabilità, ma nei suoi occhi vedevo ardere le fiamme infernali.
«Come immaginavo» conclusi soddisfatta per averlo steso con il suo stesso inganno.
James finse un colpo di tosse e per quanto tentasse di mascherarlo sentii che diceva «Piccioncini.» Sfortunatamente per lui non ero stata l'unica a udire quell'accusa. Grytelk e Damien si voltarono verso di lui redarguendolo solo con gli sguardi.
«Credo sia venuta l'ora di andare a racimolare informazioni sulle terre di nessuno» dichiarai e in quello stesso momento qualcuno spalancò la porta d'ingresso con forza.
*ci stanno alle corna: ci stanno alle costole.
Lisa
Ero rannicchiata vicino al water e mi sembrava che la mia anima scivolasse via dalla mia bocca insieme a qualcosa di giallino. Odiavo stare male. Beh credo che chiunque lo odi, ma il problema era che mi capitava di rado e tutte le volte che sono stata piegata in due in questo bagno era per le morti dei miei familiari. Cose che avrei volentieri scambiato per un'ubriacatura. Volevo bene a mio fratello e avrei dato qualsiasi cosa per lui, ma il dolore che mi fece provare per quel gesto così avventato non lo dimenticherò mai. Nella gola mi sembrò di avere un acido che continuava a corrodere le mie corde vocali e gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.«Come va?» domandò Will che sostava in piedi alle mie spalle e gentilmente mi accarezzava la schiena con delicatezza. Non mi sentivo in grado di parlare così annuii semplicemente. Lui rimase lì accanto a me, supportandomi in silenzio fino a quando non riuscii a rimettermi eretta. Mi sciacquai la faccia e mi lavai i denti per eliminare quel saporaccio che sostava prepotentemente nella mia bocca.
«Vuoi che ti porto un bicchiere d'acqua?» Il suo tono era così pacato e giusto da farmi sentire inappropriata al suo fianco. Con una voce flebile dissi «Non ti preoccupare, vado io. Grazie.» Gli sorrisi lievemente e m'incamminai verso la cucina.
Sentii la voce arrabbiata di Aymor seguita da quella di Damien. Per quanto fossi curiosa di sapere cosa stava succedendo, nemmeno per un attimo pensai di ritornare lì dentro con il morto.
«Faccio io» mi anticipò Will invitandomi a sedere. «Ricordo ancora ogni cosa di questa casa.» Quella sua allusione mi fece arrossire. Quando eravamo più piccoli avevo una bella cotta per lui, ma poi con tutto quello che accadde non ebbi nemmeno il tempo di confessarglielo.
«Siamo in un bel casino» dichiarò sedendosi vicino a me e porgendomi il bicchiere.
«Già» risposi dopo aver bevuto un sorso d'acqua. «Meglio questo che la solita monotonia.»
«Almeno ci siamo assicurati un posto d'onore all'inferno» disse Will sorridendomi e mostrando delle fossette irresistibili.
«È una bella consolazione, inoltre bruceremo insieme a un'ottima compagnia» aggiunsi ridendo e indicando la mia stanza dall'altra parte del corridoio. Will mi seguii a ruota. In quel momento di serenità sentii un fortissimo rumore. La porta d'ingresso era stata colpita così violentemente da scardinarsi.
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Aymor
ParanormaleNelle terre demoniache, dove l'acqua ha lo stesso colore del sangue e il sole è nero come la pece, sta per accadere qualcosa che rivoluzionerà le sorti di tutti i mondi. Il gran maestro demone Reaboss tira le redini di un regno dove la pace sembra s...