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Aymor/Romya
«Anche con sei costole rotte il tuo temperamento impetuoso non sembra risentirne» disse Mikael comparendo all'improvviso alle spalle del gemello. 

«Ci hanno salvato Romya lasciati curare.» Will s'avvicinò lentamente come se stessi per buttarmi da un precipizio.
«Forse dovresti dirgli che il tuo vero nome è Aymor» sentenziò Mikael, con un sorriso tutt'altro che angelico. Mi avevano seguita non c'erano dubbi, fino a quanto sapevano?

«Aymor?» ripeté Will come un pappagallo.
«Sì, è il mio secondo nome» naturalmente mentii. 

«Bugiarda è solo il contrario di Aymor» mi riprese Mikael. Che faccia tosta. Stavo per saltargli al collo, ma ci ripensai, perché bastò un misero movimento a farmi sentire come se mi stessero aprendo il torace. 

«I miei genitori avevano un spiccato senso dell'umorismo» spiegai alzando leggermente le spalle, e poi mi pentì sentendo un'altra fitta di dolore.
«Come si chiamano i tuoi genitori?» domandò in tono accusatorio. 

«Sono morti. Mia mamma si chiamava Marta e mio padre Giulio» dissimulai reggendo il suo sguardo glaciale.
«Ah davvero? Dove abitavi?» replicò con voce dura.

«Adesso basta Mikael!» sbottò Daniel rimproverandolo. «Non spetta a noi interrogarla...» 

«Sul serio? Stai credendo alle sue parole? È una bugiarda. Pensi veramente che sia innocente con tutte le prove che abbiamo raccolto sul suo conto? Ha collaborato con i demoni per portare tutte le persone della festa nelle terre demoniache. Cosa ti serve più di questo?» lo interruppe rabbioso.

«Lei è stata rapita insieme a me» disse Will con sguardo perplesso. La risata profonda di Mikael irritò il gemello e non solo lui. 

«Apri gli occhi, lei sarà stata pur rapita insieme a te. Ma era presente a quella festa con l'unico scopo di portare anime ai demoni. Vorresti negarlo?» chiese rivolgendosi sgarbatamente a me.
«No, non lo nego.» risposi secca e priva di qualsiasi emozione. «Sono stata obbligata.» Questa volta non feci nemmeno fatica a mentire visto che era la pura verità. Io non volevo partecipare a quella caccia fin dall'inizio. 

«Non dirmi che ti berrai anche questa fratello?!»
«Perché non dovrei. Sembra sincera.»
«TI HA STREGATO!» urlò Mikael puntandomi il dito contro.
«Adesso smettila. Ha bisogno di cure e non di qualcuno che le sbraita contro.»
«Sappi che non rimarrò inerme mentre ti rovini con le tue mani. Vado a chiamare il Custode.» Mikael scomparì nello stesso istante in cui finì di parlare.

«Scusalo, sembra che nella sua linea genetica la gentilezza non abbia lasciato alcun segno.»
«Dove siamo?» chiesi fingendo di non saperlo e mi guardai introno spaesata. I miei piedi affondavano nella morbida consistenza delle nuvole, e l'azzurro del cielo che ci circondava lasciava fuori dalla mia mente ogni dubbio. 

«Nel preparadiso.» rispose Will al posto di Daniel «non è assurdo?» I suoi occhi erano pieni d'eccitazione.
«Coo-ssaa?» simulai una reazione scioccata.

«Non esistono solo i demoni Aymor. Oltre a voi mortiferi ci sono altri mondi pieni di creature» disse Daniel sorridendomi dolcemente. «Permettimi di alleviare un po' il tuo dolore, va bene?»

«No! Prima voglio spiegata ogni cosa» esclamai per perdere tempo. Non avevo idea se i suoi poteri da mezzo luce potessero avere un qualche effetto su di me. Avrei gradito infinitamente una veloce guarigione. Ma se non avesse dovuto avere nessun effetto sulle fratture avrei dato loro ulteriori dubbi sul mio conto. 

«Come desideri...»  mi guardò intensamente come se fosse ancora indeciso sulle parole da adottare. «Io e mio fratello siamo dei mezzi luce. Figli di un angelo e di un mortifero. Esistono anche i mezzi ombra e sono...» 

«Figli di un demone e un mortifero» l'anticipò Will ancora in fermento per tutta questa situazione.

«Esatto. Come avrai capito esistono sia i demoni che gli angeli, ma non solo...»
«Cos'altro c'è?» chiese Will mentre io mi accasciavo a terra presa da una forte ondata di dolore. In un lampo Daniel mi fu accanto. Una brezza fresca che profumava di primavera m'investii. «Non toccarla» l'ammoni una nuova voce. 

Mikael era ricomparso insieme a un'imponente uomo alato. Riconobbi fin troppo bene quei lineamenti delicati e affascinanti. Le immense ali erano ancora spalancate e fui investita da un'ondata di brutti ricordi. Com'era possibile? Io sono sicura che tu sia...

«Lui è il nostro Custode alias padre. Aymor e Will vi presento Rahael» disse Daniel con un sorriso rispettoso e pieno d'orgoglio. 

Non riuscivo ancora a capacitarmi di come poteva essere sotto i miei occhi, quando era stato chiaro come il sole che lui fosse...

Il passato non t'abbandona, rimane cucito dentro punto dopo punto, e spesso rompe la trama per uscire fuori e travolgerti. Era proprio questo quello che sentivo.

«Quindi tu saresti la protetta del gran maestro demone?» domandò retoricamente l'angelo, sapevo che conosceva la risposta. I mortiferi non potevano mentire agli angeli. Io non sapevo fin quanto fossi diventata umana. 

«Ha messo alle tue costole il suo braccio destro e il miglior cacciatore di anime. Come mai tutte queste premure per una mortifera?» L'aria s'era fatta rarefatta e i miei polmoni richiedevano ossigeno per permettere al cervello di funzionare. Conoscevo i grandi poteri degli angeli e sapevo che quando volevano qualcosa l'ottenevano in un modo o nell'altro. Su questo erano identici ai demoni. Mi sentivo schiacciata dal suo potere divino. 

«Mio custode, ti stai sbagliando. Lei è stata obbligata a ...»
«Io non mi sbaglio mai, figliolo» rispose a Daniel con tono neutro, ma qualcosa faceva intuire che non avrebbe sopportato altre obiezioni da parte del figlio. Richiuse le bianchissime ali sopra le spalle e poi annunciò con tono solenne «Metterò le carte in tavola. Hai fatto qualcosa di terribile e punibile con una morte istantanea aiutando quei demoni. Non esistono scusanti e perdono per chi collabora con il male.» Il suo sguardo continuava a essere rilassato, il che risultò piuttosto inquietante rispetto alle parole che gli uscivano dalla bocca. 

Will stava per parlare ma la mano di Mikael lo bloccò. «Noi vogliamo qualcuno che Reaboss tiene prigioniero da anni, mio fratello. Tu stranamente sei stata la nostra manna dal cielo. Vogliamo proporgli uno scambio.»

«È un angelo gemello, sono molto rari Aymor mi raccomando abbine cura» disse Reaboss ridacchiando, «Il suo nome è Azarel» terminò mentre con un tentacolo di tenebra, che gli ricopriva interamente il corpo, teneva prigioniere delle bellissime ali bianche e pure. 

«Forse dovremmo tagliargli un po' di penne per impedirgli di volare via. Cosa ne pensi?» Non sapevo se essere più disgustata per le parole di Reaboss o meravigliata perché era la prima volta che vedevo finalmente un angelo.


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