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Grytelk
Mentalmente aprii il tomo che avevo già studiato tempo fa. L'argomento principale erano le terre di nessuno: da chi erano abitate, quali leggi le governavano e cosa bisognava fare per accedervi... peccato che mancasse qualcosa di fondamentale il portale per accedere in quel mondo. Le terre di nessuno erano un luogo neutrale, il segreto per accedervi giocava al loro favore. Nessuno aveva mai intrapreso una guerra verso quelle terre o per quelle terre. Neanche una rivolta interna. Si diceva che:

chi le cercava mai le trovava. Chi bisogno ne aveva sotto gli occhi il fuoco dell'entrata aizzava.

Mi smaterializzai, avrei risolto l'enigma solo iniziando le ricerche e prima bisognava scovare la principessa.
Sicuramente non bussai ma entrai direttamente. Li trovai avvolti in una stomachevole nuvola di amore. Erano terribili le smancerie umane. Mi schiarii la gola per fagli sentire la presenza. Quattro occhi si puntarono all'istante su di me.

«Pensavo fossero estinti» disse indicando con mano tremante denti a sciabola. La sorella di James mi guardò sconvolta. Mentre il fantasmino era basito per la presenza del mio famiglio.

«Voi umani credete in tante cose... ma la maggior parte sono cose sbagliate.» 

Lisa sembrò confusa dalle mie parole. 

«Fantasmino ancora non hai imparato a far sentire la tua voce?» domandai per nulla sorpreso della sua incapacità.

«James, cosa vuole?» chiese Lisa rivolgendosi al vuoto.
«Esatto cosa vuoi?» ripeté James indirizzando la domanda direttamente a me.

«Cerco Aymor. Ma come posso ben vedere non si trova qui...» feci una pausa avvicinandomi al tavolo della cucina «Però non è l'unico motivo per cui sono venuto. Ho bisogno di voi e anche di colui che sta per arrivare.» 

Proprio quando terminai di parlare qualcuno bussò alla porta e l'espressione sbigottita ricomparve in entrambi.

Aymor
L'ambrosia aveva un gusto unico ed euforizzante. Penetrava le mie difese di tenebra e faceva scorrere nelle mie vene le risate di quell'umano. Sentivo la sua stessa felicità. Provavo le sue stesse emozioni. 

«È buonissima» dissi sinceramente.

«Tu sai cosa succede a un demone che beve l'ambrosia?» domandò per testare fin dove arrivavano le mie conoscenze e studiando metodicamente il mio corpo.

«No»

«Il primo effetto riguarda gli organi interni. Vengono bruciati come se fossero direttamente esposti alla luce divina. Il demone s'accascia a terra in preda a un'agonia senza pari, poi inizia la guarigione. Ma più volte l'ambrosia incenerisce tutto il corpo prima che il demone possa rigenerarsi del tutto. Questo avverrà solamente quando il demone piangerà.»
«I demoni piangono?» chiesi sbalordita. Non potevo credere a quello che aveva detto era come dire a un umano che un asino volava. Però mi era sfuggito qualcosa di fondamentale dalle sue parole.


«Raramente. Le lacrime di demone sono così potenti da poter rompere anche i sigilli più forti. Più un demone è di alto rango, più esse sono potenti. Ti ho fatto bere l'ambrosia con l'inganno. Volevo le tue lacrime per liberarmi da questa prigione» confessò guardandomi senza un briciolo di rimorso.

«Io mi sono fidata di te!» urlai gettando per terra la coppa ricca d'ambrosia. Tutto quel meraviglioso nettare si riversò per terra vicino i piedi immobili dell'umano.

«Hai fatto male. Angeli e demoni mai cammineranno di fianco!» Tentò di afferrarmi. Io mi scansai. Il profumo del profondo tradimento riempii i miei polmoni. Voleva farmi del male e non si sarebbe affatto pentito di quello che stava facendo. L'odio si diffuse velocemente nel mio corpo corrompendo completamente quei deboli sentimenti umani felici. Richiamai la tenebra. Lanciai un tentacolo affilato dritto nel suo costato. Fiotti di sangue bianco fioccarono dalla ferita.

Aymor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora