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Aymor
Sapevo quanto fosse sbagliato mutare i sentimenti altrui, era una tecnica che non avrei mai voluto utilizzare. Ero sempre stata favorevole al libero arbitrio ed a non barare. Ma quei due non mi avevano lasciato altra scelta. Sentivo i nemici farsi sempre più vicini e le loro rivalità ci avrebbero solamente ostacolato. 

«Lo sai amico mio che questi pugnali sono delle armi perfette» disse Grytelk rivolto a Damien. «Hanno un equilibrio impeccabile tra elsa e lama.» Grytelk in quel momento posizionò il centro dell'arma sopra il suo dito ed essa oscillò leggermente prima di rimanere perfettamente immobile. 

«Ti ringrazio, mi hanno accompagnato durante molte battaglie» rispose Damien. James si portò una mano sulla fronte. «Stanno dicendo sul serio?» sussurrò al mio orecchio. «Si comportano come se... Ah! Sono irritanti da morire. Sembrano due pessimi attori da quattro soldi.» 

 Ridacchiai notando quanto quei comportamenti gli dessero fastidio . I due demoni adesso giocavano con i pugnali passandoseli come dei giocolieri da circo. Era veramente impressionante vedere che non tentavano di ferirsi a vicenda ma solo di collaborare pacificamente.

«Non c'è niente di divertente» mi rimproverò. «Dovresti farli tornare come prima...»
«Sssh!» lo zittii ascoltando l'ambiente circostante. Damien e Grytelk si bloccarono. Anche loro avevano percepito come me qualcosa che non andava. Per quanto la nostra corsa aveva distanziato i nemici, quella breve pausa che ci eravamo concessi gli aveva permesso di raggiungerci. 

Tutte le superfici della grotta cominciarono a tremare, pezzi di stalattiti e roccia iniziarono a precipitare rovinosamente a pochi passi da noi. 

«CORRETE!» urlai. Tutti, senza perdere ulteriore tempo prezioso, cominciammo a scappare. La mia natura mi permetteva di superare agilmente qualsiasi ostacolo che trovavo sul mio cammino, ma questo non valeva per Will. Con un cenno del capo indicai a Grytelk di farsi carico di Lisa. Lui non ci pensò due volte e la prese in braccio con poca delicatezza. Will riuscii ad aumentare il passo proprio in tempo per evitare un masso che stava per schiacciargli la testa. 

Il tunnel cominciò ad allargarsi sotto i nostri occhi. Il tetto si fece più alto e meno claustrofobico. La strada sembrava sempre meno accidentata e si mostrava quasi levigata. Correre divenne molto più facile persino per Will. Sentivo però il suo fiato farsi sempre più corto e percepivo dalle espressioni del volto quanta fatica gli stesse costando quello sforzo. 

Damien e Grytelk gli si affiancarono spronandomi a mettermi in testa per indicare la via. Non mi fidavo di quei due vicino a Will. Sapevo già cosa aveva comportato lasciarlo nelle loro mani per pochi minuti e non volevo rischiare una seconda volta, così mentre correvo gettavo sempre uno sguardo dietro le mie spalle.

Will
Le gambe bruciavano e i polmoni mi imploravano di fermarmi. Ma continuavo instancabile a correre, non volevo apparire il fiacco del gruppo. Poi soprattutto adesso che i due demoni mi si erano affiancati, se solo gli avessi mostrato una mia debolezza non avrebbero esitato a schiacciarmi.

«Sei così tenace» disse Grytelk con uno sguardo duro.

«Presto si arrenderà» rispose Damien rivolgendomi un sorriso demoniaco. «Hai ancora voglia di rischiare ma fino a quanto?»

«Le vostre parole mi scivolano addosso senza toccarmi minimamente» mentii mentre il cuore rischiava di esplodermi per l'immane sforzo e il parlare peggiorava solo la situazione. Avevo sempre praticato sport e niente mi aveva mai messo in queste condizioni. Volevo anche solo qualche secondo per chinarmi e riprendere fiato.

«Siamo fatti di incubi, siamo capaci di orrori che nemmeno potresti immaginare, potremmo porre fine alla tua vita con uno schiocco di dita» disse Damien senza un minimo accenno di stanchezza nel tono di voce. «Eppure, nonostante questo tu le rimani a fianco. Non so se il tuo comportamento possa essere classificato come pazzia o coraggio.»

Già cosa mi spingeva a tanto? Perché mettere così a repentaglio la mia vita? Sarebbe molto più semplice tornare sui miei passi... 

Questo non era adatto alle mie capacità, il mio fisico mi stava già dimostrando quanto mi fossi cacciato nei guai. Cosa mi era passato per la mente? Non ero dotato di poteri e una semplice corsa mi stava distruggendo. Tanto lo sforzo che non riuscivo nemmeno a rispondere a quei due bulli demoniaci. Mi avevano visto debole fisicamente e stavano cogliendo l'opportunità per distruggermi anche mentalmente. Volevano convincermi a mollare tutto, e per quanto avevo capito il loro piano, sapevo anche che ci stavano riuscendo. 

Rallentai il passo e loro con me pronti a gioire della mia sconfitta. Mi stavo per fermare, avevano ragione loro erano dei demoni e io invece un semplice essere umano. Poi, proprio quando stavo per abbandonare ogni speranza in me stesso, Aymor si voltò e mi bastò quel fugace sguardo ambrato per darmi la forza di rispondere. 

«È qualcosa che forse non siete in grado di capire. Si chiama amore. Per quello si fa tutto, anche vivere a un passo dal burrone con due tizi che minacciano continuamente di ucciderti.» Con le gambe che andavano a fuoco per lo sforzo ripresi il ritmo ignorando qualsiasi dolore, avrei fatto i conti dopo con quello. 

Entrambi stavano per rispondere ma Lisa tra le braccia di Grytelk farfugliò qualcosa: «Ci..anno..endo..»
«Cosa?» domandò Aymor avvicinandosi rallentando il passo. «Ci stanno raggiungendo» disse Lisa con una voce provata dal dolore e con le dita tremanti indicò dietro le nostre spalle.



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