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Aymor/Romya
La paura stava per rompere le mie difese per espandersi in tutto il corpo. La reazione del mio cuore fu la stessa della prima volta che lo vidi, il panico lasciò posto al piacere, che stava per eruttare dal vulcano quiescente che avevo creato dentro la mia testa. Il mio sguardo fu irrimediabilmente attratto da quegli occhi verdi screziati di azzurro, era come una calamita e io ero il suo polo opposto. 

L'effetto che mi provocava dentro era indescrivibile e anche incredibile, perdevo coscienza di ciò che avevo intorno e esisteva solo lui. La sera che ero con Will ero riuscita a non subire la sua influenza grazie alla presenza di Grytelk, avevo evitato di guardare il cacciatore di anime con tutta me stessa, ma adesso che era proprio a pochi metri da me i brividi sulla schiena mi confermavano che ero spacciata.

«Che peccato speravo di lasciare la mia firma su quel corpo pulce» sorrise maleficamente. Io tentai di riscuotermi dal piacevole torpore che mi causava la sua presenza. 

«Credo che con questo gesto hai perso il premio come migliore guardia del corpo dell'anno, sono così dispiaciuta» dissi con tono mellifluo. 

Non c'eravamo mossi di un centimetro solo le nostre bocche danzavano a suon d'insulti reciproci.

«Quindi sai procacciarti le anime, sai difenderti ed inoltre hai avuto un allenamento piuttosto approfondito tanto da riuscire a deviare un pugnale di tenebra, anche da umana. La tua posizione, pulce, mi incuriosisce sempre di più.» dichiarò facendo volteggiare un pugnale di tenebra tra le dita. Il suo aspetto era letale, ed estenuamene attraente, mi costava una fatica immensa trattenermi dal desiderio che il solo vederlo mi invadeva. La voglia di accarezzargli i capelli mi fece formicolare le dita.

Aymor torna in te. Mi suggerii mentalmente dato che stavo perdendo la testa per lui, e sarebbe successo letteralmente se mi fossi lasciata trasportare dall'emozioni. 

«Mi dispiace deluderti, ma non c'è niente di così interessante in me» lo liquidai tentando di distrarlo dalla mia vita. 

«Posso affermare il contrario» rispose avvicinandosi. I miei sensi si accesero infuocandosi di desidero, ma fortunatamente anche l'istinto di conservazione mandò un segnale al mio cervello perché tra le sue dita danzava ancora la lama di tenebra. 

«Per Reaboss e il suo galoppino irascibile sei preziosa pulce, perché? Cos'hai di tanto speciale?» 

Quando finii la frase mi accorsi appena del suo movimento a velocità demoniaca, infatti avevo il freddo e viscido metallo di tenebra che premeva sulla gola. I suoi occhi verdi insieme al suo corpo perfetto, invasero la linea immaginaria di confine che si era creata quando ero entrata nella stanza.

Capii da come impugnava il coltello di tenebra che non voleva uccidermi, almeno non in quel momento. Questo giocava a mio vantaggio, odiavo essere messa con le spalle al muro o come in questo caso alla porta, ma la fortuna volle che nel legno di quell'anta ci fosse un'arma pronta ad essere usata. Damien nuovamente mi aveva sottovalutata. 

Sapevo di avere una sola possibilità e la sfruttai immediatamente, lasciai fluire da me il profumo dello stesso sentimento che l'aveva paralizzato sul tetto durante l'ultima caccia. Era solo una supposizione allora, ma adesso ero pronta a rimetterla alla prova visto che aveva funzionato la prima volta. Con un movimento felino portai la mano dietro le mie spalle afferrando saldamente il pugnale e dopo squarciai l'aria e la gola di Damien. 

Caldi fiotti di sangue nero sgorgavano dalla sua giugulare e una maschera di rabbia mista a disperazione gli dipinse il volto. Il pugnale di tenebra diventò cenere che cadde vicino i miei piedi. Mi allontanai da quel corpo prima che potesse afferrarmi, Damien si porto una mano alla gola per fermare l'emorragia, poi i suoi occhi divennero completamente neri e capii che il processo di guarigione era in atto. 

Presi i vestiti che erano sul letto, avevo già capito che facevano parte del travestimento per la caccia, e dopo aver superato quel demone in convalescenza dicendogli «Smettila d'indagare su di me, altrimenti la pagherai cara, inoltre sei pregato di non sporcare troppo il pavimento», andai dritta al bagno per cambiarmi e levarmi di dosso il sangue che si stava coagulando. 

Il sangue demoniaco era nero come il petrolio, ma a differenza di esso era dolce e buono come il miglior nettare che si possa mai assaggiare. Più il demone aveva un alto rango più era squisito il liquido che irrorava il suo corpo. Fui tentata di assaggiare il sangue di Damien, era in realtà più che una semplice tentazione mi sembrava di esserne quasi assuefatta ancor prima di averlo provato. E poi quel profumo era paragonabile al gusto, si insinuava nei miei sensi olfattivi corrompendoli e facendomi struggere di un desiderio profondo placabile solo con l'assaggio di quel nettare delizioso.

Proprio per questo mi tappai il naso, e m'infilai senza spogliarmi sotto il getto d'acqua della doccia. Stranamente il mio pensiero andò a James e Lisa, non sapevo come avrebbe reagito Damien quando sarebbe guarito, così feci più in fretta possibile e fortunatamente quando mi vestii non c'era più traccia dell'odore del sangue di Damien, almeno per i sensi olfattivi umani. 

«C'è un demone nella tua stanza che sanguina o ho preso la febbre da anima errante?» disse James quando comparve oltrepassando la porta senza bussare. 

«No, il tuo stato di salute è perfetto.» Mi guardai allo specchio per capire qualche dettaglio in più sulla missione.

 «Perché mai non mi hai avvisato? Ma soprattutto perché sei vestita da cameriera?» domandò irritato e curioso mentre io stavo combattendo una lotta all'ultimo filo con il papillon da stringere sul colletto della camicia bianca. 

Lui sorrise teneramente quando imprecai e poi si avvicinò «Lascia fare a me» disse leggermente divertito dalla mia imbranataggine. Riuscii a sistemarlo appena in tempo, infatti tornò subito etereo, ma esercitandosi con la scrittura per parlare con Lisa stava migliorando alla gran lunga.

«Forse è meglio che non vieni di là con me, credo che non avrà molta pietà ora che l'ho fatto arrabbiare» l'avvisai aprendo la porta del bagno.

«Forse non ti ricordi quanto io sia masochista!» rispose ammiccando e io risi come solo James sapeva farmi ridere. 

#spazio autrice#

Ciao a tutti, sono contentissima per le 3,3 K visualizzazioni e per tutti i commenti che lasciate, grazie infinite. 
Finalmente Damien e Aymor soli soletti :D 

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