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Aymor
«Cosa vorresti dimenticare Azarel?»
«Colei che ho amato più di me stesso. Era una delle umane più belle mai vissute, il nostro fu amore a prima vista. Atterravo nelle sue dimore tutte le notti per vegliarla quando dormiva. Mentre di giorno c'incontravamo per passeggiare insieme nei giardini del suo palazzo. C'innamorammo. Lei non sapeva nulla della mia natura da cherus. Pensava fossi un umano.

Una notte avevo deciso di raccontarle tutto soprattutto perché in grembo portava la mia prole. Ma quella dannata notte dei demoni Delta per vendetta, perché avevo catturato un loro consanguineo, la torturarono nel modo più atroce. Lei impazzì. La sua spiccata intelligenza, il suo sarcasmo e la bontà erano ormai persi per sempre con tutto quello che la caratterizzava. Il suo corpo era solo un involucro vuoto senz'anima.

«Io non ho potuto fare nulla per fermarli perché il loro unico scopo era farle del male in modo indelebile. Essendo un angelo immortale non avevo mai pensato che tutto quello che avevo costruito insieme a lei un giorno avrebbe avuto una fine. Per me la vita era infinita. Ma la realtà era che lei era un essere finito.

Lei non c'era più eppure era dappertutto. In ogni pensiero. In ogni mio gesto. In ogni piuma delle mie ali. In ogni cellula del mio corpo. Ero schiacciato dal peso della sua perdita ma lei non faceva alcuna pressione perché il suo corpo giaceva immobile.

Quei demoni non volevano nemmeno indietro chi avevo catturato, erano solo affamati di vendetta fine a se stessa. È così che sono i demoni...»

«La prima volta che ho conosciuto un angelo ha tentato di avvelenarmi e sfruttare le mie lacrime per liberarsi. È così che sono gli angeli...» Era stato più forte di me rispondergli a tono. Mi sentivo ancora scottata per quello che mi aveva fatto.

«Touché piccolo raggio di tenebra» disse Azarel con un tono lievemente affettuoso. Non sembrava forzato ma realmente sentivo che l'avevo colpito nell'animo.

James
Il famiglio lupo di Damien aveva il muso rivolto all'ampia vetrata. Strabuzzai gli occhi quando vidi che infinite stelle cadenti stavano illuminando la volta celeste.

«Guarda il cielo» scrissi sul suo braccio di mia sorella. Lei voltò la testa e un'espressione attonita comparve sul suo viso.

«Cosa dovrei vedere precisamente?» Inizialmente non capii perché Lisa non vedesse quelle stelle. Poi il lupo ringhio e tutto mi fu più chiaro.

Non erano stelle, ma angeli che setacciavano la terra alla ricerca di Aymor. Infinite schiere di cherus scendevano sopra ogni tetto e guardavano in ogni angolo.

Avevano deciso di rimanere invisibili agli umani per poter agire nell'ombra.

Grytelk
Non sopportavo le sue labbra così oscure sul corpo di quel semplice mortifero. Damien s'era fatto prendere dal giorno del defunto, riuniamoci tutti insieme per ricordare le nostre perdite.

Sono io potevo essere così sfortunato da incappare in un angelo tra i demoni alfa. Così senza perdermi in ulteriori indulgi m'avvicinai sbattendo le ali.

«Fermati!» ordinò raggiungendomi e parandosi d'innanzi a me con le ali spalancate.

«Dimmi la verità hai lanciato il tuo cervello per giocare al tiro al volo con un fucile a canna liscia?» domandai irritato dal suo troppo sentimentalismo.

«A giudicare dai fori sulla tua testa sembri un esperto.» Un sorriso sghembo comparve sul suo volto.

«Quali fori?» Non appena quelle parole avevano lasciato la mia bocca capii quanto ero stato angelico.*

Aymor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora