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Aymor/Romya
Odiavo tutta quella perdita di tempo, per colpa del pessimo autocontrollo di Grytelk. Se si dovessero trasformare qui Reaboss potrebbe punirlo severamente e mettere un altro al suo posto senza pensarci due volte. 

Eravamo in un vicolo poco frequentato, ultimamente mi trovo spesso in questi luoghi ripugnanti e claustrofobici, dove la luce dei lampioni arriva fioca e la spazzatura crea una bella piramide di sacchetti neri sopra i cassonetti puzzolenti. 

Il profumo del sangue di quei due demoni riusciva a oscurare completamente quell'olezzo stantio, ma era altrettanto fastidioso visto che mi portava fuori di testa. Così usai nuovamente la tecnica di prima, lasciando fluire un sentimento che avrebbe sicuramente paralizzato Grytelk o l'avrebbe istigato a uccidermi. Riguardo a Damien speravo solamente che riuscisse a controllarsi ed a capire che quella battaglia fosse inutile.

Damien
Ero preso dalla frenesia della battaglia, stavo raccogliendo la tenebra che mi circondava per iniziare la trasformazione, l'adrenalina della lotta era stupefacente e per quanto odiassi Grytelk dovevo ammettere che era un degno avversario, ed ero certo che anche lui avesse trovato in me pane per i suoi denti. 

Ci studiavamo uno difronte all'altro, giravamo in cerchio dopo che la mia spada di tenebra l'aveva trafitto, già la ferita era guarita ed entrambi pensavamo la stessa cosa. Era il momento di trasformarsi e rendere più divertente il combattimento. 

Vidi gli occhi di Grytelk passare dal rosso scarlatto al nero, e considerai che stesse già cominciando senza di me. Molto bene inizierò pure io allora... pensai, ma poi mi accorsi che in lui c'era qualcosa di strano, il suo corpo era immobile come se fosse di pietra.

«È il momento di smetterla di giocare e andare a caccia!» dichiarò Aymor con lo sguardo concentrato su di me. Dopo quelle parole mi arrivò una brezza fresca carica di un profumo incredibilmente attraente. Era simile alla paura, ma aveva molto di più. 

Riguardai Grytelk ancora immobile e feci due più due. Stava usando la stessa tecnica con la quale mi aveva fottuto due volte. Ero troppo preso dalla frenesia del suo profumo per capirlo prima, attraverso il richiamo dei sentimenti riusciva Lucifero solo sa come a paralizzarci, rendendoci vulnerabili...

Non mi era mai capitato che un'umana riuscisse a rendermi indifeso, in realtà lei era un demone, e a quanto sembra anche piuttosto intelligente e furba. Più provavo a capire qualcosa sul suo conto più mi sentivo sbalzato fuori con forza. Fortunatamente però ero un tipo che non si arrendeva molto facilmente. 

«Che sta succedendo?» domandò James guardando prima me e poi Aymor.
«Sta tenendo a freno il gelosone di Grytelk» spiegai, abbassando la guardia divertito per l'espressione sul volto del braccio destro del gran maestro. 

«Iniziamo la caccia» disse Aymor risoluta.
«Allora dobbiamo andare in quel palazzo al sesto piano, siamo parte del catering. Mentre Grytelk rimarrà qui ad aprire il portale con le terre demoniache.» Quando finii di parlare il profumo di Aymor si dissolse, e l'irascibile fu libero.

Grytelk
Non mi ero mai sentito così bene come in quel momento, avevo sentito tutto, il profumo della paura di Aymor mescolato a qualcosa di indescrivibile mi aveva mandato in TIA, facendomi perdere tutte le facoltà motorie e anche alcune mentali. 

Ero ancora incredulo quando quella splendida brezza di paura mi abbandonò. Per prima osservai Aymor, avrei voluto trasmetterle ciò che mi aveva fatto provare, ossia un benessere aldilà di ogni confine, ma lei mi guardò disinteressata era tornata nuovamente sotto il suo scudo gelato che proteggeva i suoi sentimenti. Forse era meglio così. 

«Grytelk? Ci sei?» La voce di Damien, quello stupido demone, mi scosse dai miei pensieri e fui costretto a guardarlo, agitava una mano davanti i miei occhi per attirare la mia attenzione. Guardandolo ricordai subito perché l'avevo aggredito, era macchiato di sangue e quel suo stesso odore proveniva anche da Aymor. I demoni quando istaurano un legame profondo tra di loro si scambiano le promesse d'unione attraverso il sangue. Io non l'avevo mai fatto con nessuno, non avevo mai sentito questo bisogno fino ad adesso, desideravo Aymor e volevo averla solo per me.

«Grytelk gli ho tagliato la gola, alcune gocce del suo sangue sono schizzate sui miei vestiti. Non c'è bisogno di trarre conclusioni affrettate» disse Aymor con risolutezza e calma, mi aveva praticamente letto nel pensiero. 

Quel dubbio era così palese?

Damien proruppe in una profonda risata «Davvero credevi...» non terminò la frase che un'altra ondata di divertimento lo travolse. Che demone fastidioso, lo colpii allo stomaco con un tentacolo di tenebra per farlo smettere. 

«Fermi tutti, io non ho capito niente» disse lo scemo del villaggio.
«James, il qui presente Grytelk aveva pensato che io e Damien avessimo avuto una sorta di promessa di sangue» spiegò Aymor portandosi un dito dentro la bocca e fingendo di vomitare, come se fosse schifata alla sola idea di stare con il cacciatore. 

Cercai di analizzare bene la sua espressione, ma non colsi nulla che potesse smentire o confermare quel gesto, inoltre chiudendo i sentimenti non avevo nessun indizio odoroso a cui aggrapparmi. Però dentro di me sperai con tutto me stesso che lei non fosse attratta da quel ficcanaso di Damien.

«La stessa cosa vale per me, mi credi capace di cadere così in basso? Mi deludi Grytelk, i miei standard minimi sono molto più alti, non hanno nulla a che vedere con questa sottospecie di umana.» Damien espose il suo pensiero colpendo sia il mio modo di valutare che l'aspetto di Aymor. Era proprio un bastardo, solo una brutta copia del fratello come avrebbe detto Reaboss.

Damien
Mentre pronunciavo quelle parole, la serpe del dubbio strisciava tra i miei pensieri confondendoli.
«Non ho idea dei tuoi standard, ma questa sottospecie di umana, come la definisci tu, è stata capace di bloccare un duello all'ultimo sangue tra due demoni» concluse il fantasmino firmando la sua condanna di morte. 


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