Aymor
Nella mente sentii una voce autoritaria Est modus in rebus. Era Reaboss nuovamente s'insinuò nel mio pensiero. Conosci le regole Aymor, Damien e Grytelk arriveranno al più presto, neanche una goccia del tuo sangue dovrà essere versata. Est modus in rebus, fai morire il ragazzo ma tieni cara la tua identità, avrai indietro i poteri se dovessi essere in pericolo usali senza remora. Ma ricorda di fare piazza pulita nessuno deve sapere. Ricorda est modus in rebus...
Conoscevo quel proverbio latino, era nato prima nelle terre demoniache e nei cieli angelici. Completo era:
Est modus in rebus, sunt certi denique fine
quos ultra citraque nequit consistere rectum.C'è una giusta misura nelle cose, ci sono giusti confini
al di qua e al di là dei quali non può sussistere la cosa giusta.Indica il giusto mezzo, l'equilibrio. Reaboss voleva che Will morisse, sapevo che fosse questo l'est modus in rebus. Eppure non l'avrei mai permesso, pur sfidando una legge fondamentale su cui si basavano i nostri mondi.
Grytelk
Mi ero accorto che qualcosa non andasse nel momento stesso in cui fui colpito dalla tenebra all'altezza della nuca. Quella botta avrebbe steso qualsiasi essere umano, mentre io sentii solo un dolore fastidioso, e visto che la tenebra mi si rivoltava contro intuii che Aymor fosse in pericolo. Non ero mai scontento delle mie supposizioni, ma di questa proprio non riuscivo a gioirne.Da quando mi era stata affidata quella principessa ribelle non avevo avuto altro che guai, e non ero riuscito ad assolvere al meglio i miei compiti. Il senso di colpa s'insinuò nella mia mente distruggendo tutti gli altri pensieri. Era come se il mio cervello demoniaco si fosse ammalato e andasse in tilt un po' per volta. Damien non aveva tutti i torti quando si trattava di Aymor non riuscivo più a essere razionale. Il freddo e calcolatore braccio destro di Reaboss si era rammollito. Ma non potevo continuare così, dovevo tornare in me e abbandonare in un antro recondito della mia mente questo strano lato pappamolle.
«Smettila di sognare ad occhi aperti» mi riprese Damien mentre eravamo acquattati dietro una grossa roccia. Stavamo osservando i movimenti delle sentinelle Tau piazzate proprio all'ingresso.
«Ah!» si sentii un piccolo urletto strozzato di James.«Zitto» dicemmo all'unisono io e Damien.
«Dovresti mettere un sonaglio al tuo fuffy» suggerì mentre veniva spintonato dal grosso lupo famiglio di Damien.
«Io credo invece che dovremmo metterti un bavaglio, legarti con della tenebra e lasciarti dentro un baule» dissi con cattiveria.
«Poi lo gettiamo nelle acque più profonde di questi mari» terminò Damien con un ghigno soddisfatto.«Voi due sembrate gemelli separati alla nascita» dichiarò James indicandoci con un sopracciglio alzato.
«Forse è il caso di liberaci immediatamente di questo impiccio» riflettei ad alta voce avvicinandomi a quel fantasmino svolazzante.
«No, perché non lo usiamo come esca?» suggerì Damien.
«Ottima idea» risposi premeditando già la fine di James nelle grinfie dei Tau.James
«Forse è meglio rifletterci un altro po' sopra... mi sembra un piano che fa acqua da tutte le parti... io credo...»
«Non ci interessa il tuo pensiero anima errante da quattro soldi. Vuoi salvare Aymor e continuare a giocare ai migliori amichetti per sempre? Allora mostraci quanto tieni a lei» mi sfidò Grytelk guardandomi con superiorità.Mi avevano spiegato cosa dovevo fare, e sinceramente mi ero pentito di averli seguiti. Mai decisione fu così avventata, e stupida. Sì ero semplicemente un mentecatto, cosa credevo? Pensavo che venendo qui sarei riuscito a sbaragliare tutti i demoni e uscire vittorioso con Aymor tra le braccia come se fossi il suo paladino.
Forse in realtà m'immaginavo di uscire con Will tra le braccia. Okay, stavo mentendo di nuovo. Sinceramente sognavo di uscire io tra le braccia forti di Will (che poi non sapevo se ci fosse pure lui insieme a lei o se fosse riuscito a evitargli tutto questo...)
Ma tutti questi sono solo inutili dettagli adesso, soprattutto perché mi stavo immolando volontariamente ai due Tau di guardia.
Damien
«Siamo sicuri che sia in grado di fischiare?»
«Siamo sicuri che tu sia in grado di affrontare i Tau?» mi provocò Grytelk mentre camminava avanti e dietro la roccia.«Forse dovresti porgere questa domanda a te stesso. Non sembri in grado di affrontare nemmeno un topolino di campagna» lo pungolai mettendo alla prova i suoi nervi.
«In vita mia solo una volta ho conosciuto un simile cazzone» mi disse palesemente rivolgendosi a me.
«Deve averti insegnato tutto quello che sai!»Un lungo fischio ruppe il nostro scontro verbale che presto sarebbe finito come tutti i nostri battibecchi.
«Bok»*esclamai vedendo che James fu sbattuto contro la corteccia di un albero un attimo dopo aver fischiato.
«Come c'era d'aspettarsi in realtà non sono solo due le sentinelle» disse Grytelk palesando qualcosa di così ovvio. Erano usciti altri quattro Tau e adesso sei demoni di quinto rango accerchiavano l'intruso suicida.*Bok= merda in turco
James
«Siete dei bellissimi cornuti» sparai la prima cosa che mi venne in mente per perdere tempo. Evidentemente la mia lingua non teneva alla mia esistenza come il mio cervello.Ero accerchiato da Dio solo sa quanti demoni, io vedevo solo le loro corna spaventose e i loro occhi da serpenti. Una volta ero stato in Spagna, e ogni strada che percorrevo a piedi, mi voltavo in continuazione per paura che un toro impazzito potesse incornarmi da dietro. Bene, lì era solo la mia super fifa a farmi immaginare quelle cose inverosimili. Ma adesso tutto quello che mi passava nella mente sapevo che fosse solo il minimo di ciò che poteva realmente accadere.
Chiusi gli occhi aspettando l'inevitabile fato, ma l'attesa fortunatamente fu vana. Quando trassi la forza necessaria per sbirciare i miei nemici cornuti erano stati fatti tutti a brandelli e quei due demoni che mi avevano usato da esca mi avevano appena salvato la vita.
Stavano difronte a me a braccia conserte come se sventrare i Tau non li avesse minimamente stancati. A un tratto sbucò il grosso lupo famiglio con la testa di un altro demone tra le grinfie, la depositò insieme al mucchio. Quanto avrei voluto poter vomitare, per eliminare tutto quel disgusto che provavo per quei resti sbrindellati.
«Allora?» domando Damien fissandomi. Io rimasi sbigottito e senza sapere cosa dire, così mi spiegò «Chi è stato più veloce?»
«Ehm... io veramente...» stavo per dire che non avevo visto lo spettacolo, quando Grytelk aggiunse
«Non conta la velocità ma il numero. Io ne ho trafitti quattro. Quindi ho vinto»
«Il "tuo" quarto» disse Damien aprendo virgolette con le dita per aria «l'avevo già privato degli arti superiori e di una gamba.» Grytelk lo guardò con disappunto.
«Ancora per poco» mi risposero a denti stretti all'unisono. Quelle parole non poterono che riconfermare la mia tesi sui due gemelli separati alla nascita.
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Aymor
ParanormalNelle terre demoniache, dove l'acqua ha lo stesso colore del sangue e il sole è nero come la pece, sta per accadere qualcosa che rivoluzionerà le sorti di tutti i mondi. Il gran maestro demone Reaboss tira le redini di un regno dove la pace sembra s...