・₱rimo ₡apitolo・ ✞

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"Dai Scar, sbrigati o faremo tardi anche oggi!" mi rimproverò dal piano di sotto Ruth.

"Si, un attimo. Queste cazzo di scarpe non si vogliono mettere!" imprecai contro le mie amate converse fin troppo consumate e strette.

"Ecco, sono pronta, possiamo andare" esclamai una volta aperta la porta del mio appartamento.

"Dimentichi qualcosa?" la voce della mia migliore amica mi fece ricordare della mia sbadataggine.

"Merda, le chiavi della moto!" Feci una rapidissima corsa verso casa per recuperare quelle che ormai dimenticavo fin troppo spesso.

Dopo dieci minuti a bordo del mio bolide nero, arrivammo in palestra per allenarci come facevamo ogni santa mattina da tre anni. Io e Ruth eravamo delle fan dell'attività fisica, come i nostri muscoli delle braccia possono testimoniare.

Non eravamo come le nostre coetanee, ventenni indifese e fragili che si lasciavano trasportare dalla vita, prendendola come capitava. No! Noi preferivamo comandarla, gestirla noi e non lasciare niente al destino o al caso, cose troppo stupide per crederci.

Non avevamo muscoli esageratamente grossi, come quelli degli uomini troppo fieri di sé che mostravano ogni giorno in palestra per impressionarci. Avevamo quello che si può definire un "fisico bestiale".

Stranamente arrivammo in orario e nel centro sportivo non vi era ancora nessuno, a parte il nostro amatissimo personal trainer Daniel e la sua segretaria.

"Lucy, prepara gli ombrelli, tra poco viene a piovere" esclamò con tono divertito l'istruttore palestrato che ironizzò sulla nostra inusuale puntualità.

"Ah-ah molto divertente, Daniel!" esclamai rispondendo a tono alla sua battuta.

"Oggi ci concentreremo soprattutto sui bicipiti e pettorali, quindi cambiatevi e incominciate a salire sul tapis roulant per scaldare i muscoli."

Facemmo come ci disse e dopo un'abbondante mezz'ora su quel tappeto, iniziai a sentire i miei muscoli bruciare, segno che si stavano iniziando a svegliare, ormai troppo intorpiditi dopo la movimentata nottata trascorsa con un ulteriore sconosciuto rimorchiato al bar al centro della città.

Non ero quella che si poteva definire una ragazza facile, sicuramente non lo ero da conquistare. Ormai avevo detto addio ai miei sentimenti già da diversi anni, nonostante la mia ancora giovane età.

Logan, quello era il nome del mio disastro, il motivo per cui ho abbandonato il mio cuore e i sentimenti che esso suscita.

Dopo avermi fatto credere di amarmi incondizionatamente e che per lui ero l'unica, mi lasciò sola in un angolo di non so quale angusta strada della periferia dopo una notte di sballo, vagando alla ricerca del nostro appartamento troppo sbronza per ricordarmi l'esatta ubicazione e la fisionomia del ragazzo che cercò di violentarmi ed infine picchiarmi, addossando ogni colpa a me e 'al mio comportamento scorretto ed immaturo', citando le sue parole. Le stesse parole che usò per lasciarmi una volta svegliata dal sesto mese di coma in cui uno stronzo mi aveva gettato dopo l'ennesima percossa che il mio corpo, allora troppo fragile, non resse.

Lui era stato il motivo della mia depressione adolescenziale e soprattutto della svolta che la mia vita prese, una volta ripromessa di non farmi mai più trattare così da un altro essere vivente, intenzionato a restare tale.

Ormai la principessina di papà, la fragile ed innocente Scarlett dai lunghi capelli biondi ed i tratti dolci e sensibili, si era trasformata in quella che ora è una baby-sitter a tempo perso di giorno e barista in un pub non molto raccomandabile, frequentato per lo più da cazzoni pieni di tatuaggi che ragionano solo con quello che hanno in mezzo alle gambe e sgualdrine con più carne scoperta che non, di notte.

Ma in fondo mi piaceva la mia vita.

Certo, ogni tanto sentivo la mancanza dei miei genitori, Claire e Thomas, e di mio fratello Louis, ma niente che un po' d'alcol non può soccombere.

Eravamo la classica famiglia felice, quella della mulino bianco, o almeno fino a quando ho conosciuto lui.

Mi sono subito innamorata di Logan. Lui mi aveva rubato il cuore, calpestandolo e strappandolo in tanti pezzettini, troppi da ricomporre.

Quando i miei conobbero Logan avevo diciassette anni e mi vietarono di frequentarlo perché troppo piccola rispetto ai suoi ventidue anni. Ma io non li ascoltai ed iniziai a frequentarlo di nascosto e a saltare la scuola pur di trascorrere solo un'ora con lui, così i miei impeccabili voti divennero sempre più bassi fino a sfiorare l'insufficienza e nell'ultimo periodo, a sorpassarla pure, facendomi bocciare.

E' per questo motivo che i miei mi cacciarono di casa e chiusero ogni contatto con me. Ogni tanto vedevo Louis che mi stava accanto e mi informava delle ultime novità in famiglia e mi asciugava le lacrime che versavo per la loro troppa mancanza.

Louis ed io avevamo un rapporto speciale, sin da piccoli eravamo inseparabili, eravamo uno l'ombra dell'altra poiché gemelli, infatti, avevamo gli stessi occhi cristallini e lo stesso sorriso splendente.

Questo finché non trovò la sua ragazza a letto con il mio ragazzo, evento che lo fece allontanare da me poiché vivevo nell'appartamento di Logan.

"Allora stasera lavori?" fu la voce di Ruth a svegliarmi da quei tristi pensieri che una volta mi avrebbero fatto piangere a dirotto, ma ora non avevo nemmeno più una lacrima da versare.

"Si, devo fare il turno delle undici."

"Ok, allora ci vediamo là, ti voglio presentare Harry" parlò la mia migliore amica, una volta finite le flessioni che tanto amavo.

"Fammi indovinare, un altro ragazzo della 'porta accanto'?" chiesi retorica conoscendo il debole che Ruth aveva per i bravi ragazzi. Lei era davvero una ragazza stupenda che ogni ragazzo sogna di avere accanto. Capelli rossi, fisico slanciato, labbra carnose e perfette ed un carattere assolutamente adorabile. Esattamente il mio contrario, ma si sa, gli opposti si attraggono. E' sempre stata gentile con tutti e a disposizione per chiunque ne avesse bisogno, anche per chi non lo meritava.

"Macchè, mi sono scocciata dei soliti figli di papà troppo sensibili e per bene. Lui è diverso e poi a letto fa scintille..." esclamò con gli occhi che le brillavano, forse ricordando qualche loro acrobazia in camera.

"Vedo che hai fatto progressi. Comunque te li puoi risparmiare gli interessanti particolari dei vostri incontri notturni" la interruppi schifata immaginando le cose che facevano quando si trovavano da soli.

"Non solo notturni, tesoro" rispose con tono malizioso alzando un sopracciglio.

"Ne ho abbastanza, ci vediamo stasera" le dissiarrivata fuori casa sua dopo che uscimmo dalla palestra.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora